Pd, la vera mina vagante si chiama Nicola Zingaretti

Foto: Carlo Lannutti / Imagoeconomica

Dopo il sostanziale siluramento da candidato a sindaco di Roma, il Governatore del Lazio ha recuperato una totale libertà di manovra. Mentre Enrico Letta comincia a dover fare i conti con i signori delle correnti. Zingaretti ha ancora due anni di mandato nel Lazio e si tratta di un tempo enorme. Potrebbe sorprendere ancora il suo stesso Partito.

Nicola Zingaretti è il presidente della Regione Lazio e uno degli esponenti più influenti e ascoltati del Partito Democratico. Il fatto che non sia più Segretario nazionale sicuramente incide, ma fino ad un certo punto. Gli è subentrato Enrico Letta per un motivo soprattutto: il sostegno al Governo Draghi. Nel senso che Zingaretti lo appoggiava ugualmente, ma si era reso conto di non poter essere il leader per tutte le stagioni.

Le tre stagioni del Pd

Matteo Salvini e Matteo Renzi (Foto: Stefano Carofei / Imagoeconomica)

Lui aveva iniziato il percorso alla guida del Nazareno per compiere l’intera traversata nel deserto. Dall’opposizione, con la prospettiva della Piazza Grande. Poi è cambiato tutto in pochi giorni, quando Matteo Salvini ha deciso di uscire dal Governo del Conte uno, quello dell’alleanza gialloverde, voluta e portata con i Cinque Stelle di Luigi Di Maio.

Matteo Renzi, senatore ed ex capo del Pd, ha capito che quello era il momento di osare. E ha osato, ritrovandosi subito dietro Beppe Grillo, fondatore dei Cinque Stelle. Zingaretti non voleva il Governa giallorosso, lo ha accettato e poi lealmente sostenuto. Fino a blindare Giuseppe Conte. Il resto è storia recente: Conte disarcionato (da Renzi), Draghi a Palazzo Chigi e lui, Zingaretti, che non se l’è più sentita di essere il collante di una maggioranza che non sentiva più come sua.

La guida difficile senza Nicola

Adesso c’è Enrico Letta, che però già sta sperimentando le difficoltà di guidar ela macchina Dem. Tra alleanze che non decollano (con i Cinque Stelle), giochi correntizi esasperati, e scenari foschi di sconfitte elettorali. Il Pd è questo e nessuno lo cambierà. La linea di continuità del Partito è quella della permanenza al Governo, ma quella linea la interpretano Dario Franceschini, Andrea Orlando e Lorenzo Guerini. Non la interpretava Nicola Zingaretti, non la interpreta Enrico Letta.

Nicola Zingaretti (Foto: Carlo Lannutti / Imagoeconomica)

Però Nicola Zingaretti è Governatore del Lazio e lo sarà per i prossimi due anni, un’eternità nella politica nazionale. Rimane un punto di riferimento forte, specialmente per la corrente Pensare Democratico di Francesco De Angelis. Bisognerà vedere quale Pd ci sarà quando si tratterà di procedere con le candidature parlamentari e regionali. (Leggi qui Irrompe De Angelis: «Pieno sostegno a Zingaretti»)

Certamente il segretario Enrico Letta è nelle condizioni di dare le carte, ma non da solo. Dicono che Stefano Bonaccini si stia comunque preparando per una eventuale nuova stagione congressuale. E ci sta. Ma attenzione a Nicola Zingaretti, che ci ha abituato a colpi di scena repentini. Non è fuori gioco. Anzi. Il siluramento da candidato a sindaco di Roma lo ha “liberato” da qualunque tipo di intesa possa aver stilato con chiunque. Perfino con Enrico Letta.

error: Attenzione: Contenuto protetto da copyright