Pd-Lbc, divorzio quasi definitivo

Il Pd ribadisce la linea: il sindaco di sceglie con le Primarie. No ad imposizioni. Nemmeno da Lbc con Coletta. Gli scenari possibili ad un passo dal divorzio

Andrea Apruzzese

Inter sidera versor

La storia non finisce qui, ci saranno altri incontri. Ma è chiaro come in quel di Latina la vicenda candidati sindaco del centrosinistra alle comunali del 14 e 15 maggio si sia maledettamente complicata; e d’altra parte non c’è neanche troppo tempo per riuscire a sbrogliarla.

Pd e Lbc (Latina Bene Comune, la civica che ha espresso il due volte sindaco Damiano Coletta) sono sull’orlo di un divorzio, e uno dei due (quasi) ex coniugi appare sull’orlo di una crisi di nervi.

La rotta del Pd

I dirigenti Pd Enzo De Amicis, Leonardo Majocchi, Francesco Pannone, Daniela Fiore

In una sua lunga direzione comunale conclusa in serata, ieri il Pd ha confermato all’unanimità la propria linea esposta da sempre negli ultimi mesi. Ha ribadito che le Primarie sono un obbligo, e pure urgente. È una risposta secca alla Latina bene comune che aveva chiarito come non avrebbe partecipato a primarie, ritenute “potenzialmente pericolose, ribadendo implicitamente la proposta unica dell’ex sindaco Damiano Coletta come candidato primo cittadino.

Ma il Pd non ci sta. «È urgente indire quanto prima le primarie»: è la posizione ribadita dalla Direzione Dem cittadina mercoledì sera. Chi ci starà ci starà. Ma non è una chiusura. Al contrario: il Pd di Latina spalanca le porte, assicurando che le lascerà aperte anche dopo le Primarie e pure a chi non dovesse partecipare.

I Dem si impegnano a rispettare tutte le sensibilità politiche, comprese quelle di chi «non riconosce le Primarie come strumento di scelta del candidato/a Sindaco. E le posizioni di chi sarebbe disponibile a parteciparvi, trasformandole in Primarie dunque non solo interne. Comprese le posizioni di tutti quei mondi che, non partecipandovi, si sono comunque resi disponibili, nella più totale autonomia e libertà, ad attendere l’esito delle stesse per poi prendere una propria decisione. Con tutti loro siamo pronti a scrivere una bella pagina di politica in città nei prossimi mesi e non solo».

Nessuna imposizione

Elettra Ortu La Barbera (Lbc)

I Dem parleranno e si confronteranno con tutti. Ma a una condizione: «Non crediamo oggi nessuno, a partire da noi, possa permettersi di imporre sul tavolo una propria candidatura. Non vediamo, a partire da noi, gruppi dirigenti illuminati e con soluzioni in tasca». E il riferimento è chiaro: «Il movimento Latina Bene Comune, principale nostro alleato nella passata esperienza di governo, ha pubblicamente espresso la volontà di non partecipare alle elezioni primarie, strumento ritenuto politicamente pericoloso, facendo intendere, in aggiunta, di voler procedere alla ricandidatura di Damiano Coletta, sindaco che abbiamo sostenuto».

In definitiva, la posizione dei Dem è chiara: in primo luogo, le primarie, aperte alle forze che vorranno starci. In secondo luogo, resta aperta la volontà di creare un campo di forze di centrosinistra, civiche, che sia il più ampio possibile, sulla base di un programma condiviso. In terzo luogo, nessuna imposizione di nomi predeterminati, da una parte o dall’altra.

La posizione dei 5 Stelle

Damiano Coletta (Foto: Valerio Portelli © Imagoeconomica)

Cosa potrebbe accadere? Da quanto si apprende, il M5S non disdegnerebbe l’idea delle Primarie: il movimento che fa capo a Giuseppe Conte si affida da sempre a Parlamentarie e Regionarie per la scelta dei propri candidati, ed ha quindi insito nel proprio dna il ricorso al voto degli iscritti. In Sicilia era tutto pronto per le primarie con il Pd la scorsa estate, nella campagna romana Dem e Grillini stavano scrivendo insieme il progetto per il Campo Largo del dopo Zingaretti. Poi i rapporti sono saltati: ora con Elly Schlein c’è un riavvicinamento. Ma i sondaggi già vedono un travaso di voti, la Segretaria ha organizzato un tour nei feudi grillini. Se verranno interpretati come ‘azione ostile’ potrebbe riprendere il conflitto armato.

Il M5S non direbbe no alle Primarie del Pd, ma potrebbe non parteciparvi ritenendo troppo stretti i tempi. Potrebbe però essere pronto a riconoscerne il risultato.

Il punto dirimente resta però Lbc. «La vedo dura», si lascia sfuggire con il cronista un esponente di Lbc vicino alla linea di accordo con il Pd. Una frase sfuggita con il tono malinconico di chi si rende conto che ormai l’opportunità è perduta. Si profilerebbe quindi da un lato un candidato sindaco del Campo largo di centrosinistra scelto con le Primarie in una coalizione che potrebbe includere anche il M5S. Primarie che si celebrerebbero in una data ormai probabile come quella del 26 marzo.

La posizione Lbc

Valeria Campagna al centro con Elly Schlein

Dall’altro lato ci sarebbe un candidato sindaco di Lbc e liste vicine, che potrebbe essere Damiano Coletta, fermo restando che nel movimento c’è chi continua a premere per un’intesa con il Pd: da Valeria Campagna (vicinissima a Elly Schlein) nuova segretaria nazionale dei Dem, Emilio Ranieri e Gianmarco Proietti, che dal Pd provenivano, prima di essere Lbc.

Una frattura interna al campo largo, che potrebbe spianare la strada al centrodestra alle prossime elezioni comunali, a patto che FdI, Lega, FI e le altre forze vadano unite. Circostanza questa che dipenderà molto da come si concluderà la questione “giunta regionale” e le scelte sugli altri Comuni al voto.

La vicenda non è ancora chiusa: nelle prossime ore Lbc e Pd potrebbero tentare nuovi approcci basati sull’analisi di linee programmatiche comuni. Ma l’incognita resta alta.