Pd, mandato pieno a Costanzo: a Cassino intesa o niente simbolo

Alessio Porcu

Ad majorem Dei gloriam

Il confronto c’è stato. A Roma, nella sede regionale del Partito Democratico. Con il segretario del Lazio Fabio Melilli da un lato, il segretario provinciale Simone Costanzo ed il presidente provinciale Domenico Alfieri dall’altro.

Un solo tema al centro della discussione: la posizione politica che il Partito assumerà a Cassino durante le prossime elezioni. In altre parole: chi è il candidato sindaco del Pd, in quale schieramento collocare il simbolo di Partito.

Simone Costanzo ha fatto il punto sulla situazione. Sul tavolo ci sono tre candidature e tutte riconducibili al Partito Democratico. Ognuna con pregi e limiti. La prima opzione è Giuseppe Golini Petrarcone: è il sindaco uscente, non è stato chiacchierato per la sua amministrazione, ha governato il gravissimo dissesto delle casse cittadine riuscendo ad evitare il tracollo economico, ha realizzato alcune opere. Per contro: non ha la tessera del Pd (ma nemmeno di alcun Partito), risulta politicamente ingestibile ed inaffidabile. L’esempio portato al Regionale è la grande forzatura compiuta nei mesi scorsi da Francesco De Angelis con un grande gesto di coraggio e generosità politica: al fine di compattare il Partito sul sindaco uscente era andato ad inaugurare il suo comitato elettorale dicendo “Peppino è il nostro sindaco”. Ma nonostante questo, Petrarcone non ha fatto una telefonata che fosse una per aggregare il circolo cittadino del Partito, per smussare gli spigoli sempre più appuntiti nel corso dei suoi 5 anni di governo cittadino.

La seconda opzione è il consigliere regionale Marino Fardelli: è il classico ‘di tutto un po’, nel senso che ha capacità politica, enorme predisposizione al contatto umano con gli elettori, capace di ascoltare la gente per un’intera giornata e poi alla sera fiondarsi ad un convegno sulle grandi glorie della Democrazia Cristiana, facendo un passaggio tra gli uffici per controllare come stanno le pratiche; conosce la macchina amministrativa, viene dalla scuola politica del padre Cesare Fardelli che delle trappole politiche nella Dc era uno dei più abili costruttori e sabotatori. Per contro: non ha la tessera del Pd, è stato molto vicino al Partito ma non si è mai sbilanciato facendo invece scelte di opportunità; non è organico alla sezione, in caso di elezione rivendicherebbe margini di manovra e di autonomia che lo renderebbero del tutto scollegato dall’apparato politico del Pd.

La terza opzione è l’imprenditore Francesco Mosillo: tesserato del Pd, figlio del segretario dimissionario del Circolo cittadino, vice presidente del Cosilam. Candidatura giovane, con buone entrature nella nuova generazione del Pd, le parentele che contano nella parte storica della città. Per contro: mezzo Pd non lo seguirebbe ma se ne andrebbe su uno degli altri due candidati, non eccelle nelle doti oratorie, manca di esperienza sulla macchina amministrativa; soprattutto, porterebbe in dote quei pezzi di centrodestra contro i quali la città si era schierata cinque anni fa votando Petrarcone.

Di fronte a questo quadro politico, la sintesi raggiunta a Roma è questa: il segretario politico provinciale riunirà la Direzione e la aggiornerà ricevendone eventuali indicazioni utili, effettuerà poi un mandato esplorativo con il Circolo Pd di Cassino e con i tre candidati a sindaco. Se sarà possibile individuare una candidatura unitaria, il Partito Democratico la appoggerà senza riserve. Ma se non sarà possibile, dal momento che il Partito si riconosce in tutti e tre i candidati, è in campo l’ipotesi di non assegnare il simbolo del Pd.

Non sarebbe la prima volta: è già accaduto a Veroli.

Questo, dal punto di vista ufficiale. Ma nelle retrovie, quali indicazioni di voto darebbero i big provinciali? Le indiscrezioni sostengono che Francesco De Angelis abbia definitivamente mollato Petrarcone, deluso dall’atteggiamento avuto nei suoi confronti e sarebbe ripiegato su Mosillo in virtù degli antichi rapporti con il padre; Francesco Scalia avrebbe allora spostato le sue truppe collocandole a favore del sindaco uscente e lasciando il fronte di Marino Fardelli.

error: Attenzione: Contenuto protetto da copyright