Il Pd come la Torre di Babele (di C.Trento)

Corrado Trento

Ciociaria Editoriale Oggi

Avanti piano. Con molta calma, anche perché della disfatta alle elezioni comunali di Frosinone si parla sempre di meno all’interno del Pd. E l’analisi del voto in sede di direzione provinciale non è stata ancora effettuata. Lunedì ci sarà la convocazione ufficiale, ma il giorno scelto è il 10 luglio. Quella data però è stata indicata anche dal leader nazionale Matteo Renzi per fare il punto della situazione. Ergo, a livello locale potrebbe esserci un ulteriore slittamento.

Il risultato però non cambia: i Democrat danno la sensazione di voler fuggire dall’analisi di una sconfitta, quella nel capoluogo, che certamente non può essere orfana. E che la situazione sia di stallo è confermato pure dal fatto che Norberto Venturi e Francesco Brighindi, rispettivamente segretario e presidente del circolo frusinate, non hanno formalizzato le dimissioni annunciate durante la riunione del direttivo. (come anticipato da Alessioporcu.it)

Non lo hanno fatto perché politicamente non si fidano. La loro presa di posizione era propedeutica ad aprire immediatamente una fase di confronto interno, destinata a culminare con il congresso anticipato. Nell’alveo però di paletti precisi. Quando Venturi e Brighindi hanno capito che invece le linea della federazione provinciale e di alcuni big provinciali era quella di puntare l’indice contro il circolo cittadino, hanno frenato.

Rendendosi conto che l’unico effetto sarebbe stato quello di determinare un commissariamento del circolo. L’ulteriore dimostrazione che ormai nel Pd si moltiplicano le partite a scacchi giocate sull’orlo di una crisi di nervi.

Fra le altre cose le dinamiche interne sono in evoluzione. In attesa di sapere quali saranno le candidature a Camera, Senato e Regione, si studiano le prospettive.

Il voto dei sindaci nell’assemblea della Saf ha fatto emergere una strategia che il presidente della Provincia Antonio Pompeo e il sindaco di Paliano e consigliere provinciale Domenico Alfieri avevano in realtà concordato nei giorni precedenti. Precisamente quando c’era stato il summit coni vertici di Acea Ato 5 sull’emergenza siccità. Quel giorno nei corridoi dell’ente di piazza Gramsci, Pompeo e Alfieri avevano stabilito il da farsi.

Il documento sul no ai rifiuti provenienti da fuori provincia è nato in quel momento.

C’è poi un aspetto politico, che Pompeo sottolinea da mesi, anche a proposito della vicenda idrica: “non possiamo lasciare spazi al centrodestra, a Forza Italia e a Nicola Ottaviani”. Sulle sue posizioni ci sono diversi sindaci. All’orizzonte non si profila più soltanto il dualismo storico tra Francesco Scalia e Francesco De Angelis. Ci sono altre posizioni nel partito.

E indipendentemente dall’ipotesi di un congresso anticipato, sono destinate ad emergere in ogni caso.

 

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