Pena estinta, Fiorito può tornare in politica: «Grazie, per ora preferisco i campi»

La Corte d'Appello dichiara estinta la pena accessoria dell'interdizione per l'ex capogruppo PdL in Regione. Libero di tornare a candidarsi. "No grazie, ho già dato”. Ma molti scommettono che farà come Cincinnato

La notifica gli è arrivata via Pec sullo smartphone. L’ha letta mentre era su un campo coltivato a lavanda: uno dei terreni nei quali ha piantato la sua nuova vita da un paio d’anni, tra ulivi bio e pomodori ‘fascisti’ come li chiamavano al mercato perché avevano un colorito rosso scuro. Lì Franco Fiorito ha ricevuto in forma elettronica la notizia che è un uomo libero. Libero di tornare a votare, libero di tornare a fare politica, libero – se lo vorrà – di tornare a candidarsi. «No grazie, la mia vita adesso è questa».

L’ex potentissimo capogruppo del Popolo delle Libertà nel Lazio, forte di oltre trentamila preferenze personali ai tempi della governatrice Renata Polverini, ha ricevuto dalla Terza Sezione della Corte d’Appello di Roma la notifica che è stata “dichiarata estinta per intervenuta espiazione la pena accessoria dell’interdizione temporanea dai Pubblici uffici”.

La pena accessoria

Fiorito è stato condannato nel 2018 con l’accusa di avere approfittato dei rimborsi che la Legge destinava ai gruppi politici: invece di percepire una sola indennità era risultato che ne incassasse tre mandandole su tre conti diversi. Agli inquirenti aveva spiegato che una era per il ruolo da consigliere regionale, una per quello da capogruppo, una per la funzione di presidente della commissione Bilancio. E questo – aveva detto – faceva parte di un accordo politico deciso dall’Ufficio di Presidenza.

Al momento di confermare la sua tesi, i due funzionari della Regione si presentarono a testimoniare accompagnati da un avvocato. Perché? «Non sappiamo se siamo indagati o meno, questa mattina alle 6 ci ha svegliato la Guardia di finanza e sta perquisendo le nostre case. Siamo sconvolti». Non erano indagati. In quella deposizione furono meno precisi dei verbali in cui certificavano che le tre indennità erano frutto di un accordo alla luce del sole. Il Tribunale ha condannato Fiorito scrivendo nella sentenza che non era priva di riscontri la sua tesi, al punto che per alcune contestazioni viene riconosciuta la correttezza delle operazioni.

L’ex capogruppo ha restituito alla Regione le indennità in eccesso. Ed ha iniziato a scontare a piede libero i 2 anni 11 mesi e 15 giorni di condanna. Alla quale si applicava anche la pena accessoria dell’interdizione dai Pubblici Uffici. La Cassazione non aveva specificato che il divieto di essere eletto durava solo per il periodo della pena (è perpetuo se la condanna è sopra i tre anni).

Ora gli è arrivata la notifica: la sua pena accessoria si è estinta dal 25 settembre 2021.

Fiorito libero di fare politica

Cosa cambia? Se vuole adesso è libero di fare politica e tornare a sottoporsi al giudizio dei cittadini, candidandosi. «A me non mi interessa, io adesso mi occupo di lavanda, pomodori, olio biologico… Dicono che i politici sono braccia sottratte all’agricoltura: io oltre ai soldi ho restituito anche le braccia».

Qualcuno, per provocazione gli dice che potrebbe tornare in politica per occuparsi dei cambiamenti climatici. «Non mi candiderei nemmeno in un’assemblea di agricoltori o per un Comitato di redazione: io ho dato. E restituito».

Nessuno gli crede. Anzi, c’è chi ha scommesso che farà come Cincinnato: il console che si ritirò nei campi e venne richiamato di corsa a Roma dopo alcuni anni quando la città era di nuovo in pericolo.