Peppino e Enzo: il grande amore finisce a carte bollate

L'ex sindaco di Cassino Petrarcone valuta la possibilità di portare in Procura il verbale della commissione Anagrafe. Si ipotizza il falso ideologico. Le ripercussioni politiche. La maretta nel centrodestra per le posizioni di Evangelista

Alberto Simone

Il quarto potere logora chi lo ha dato per morto

Alla fine, come tutti gli amori che dopo i litigi sfociano nel divorzio, si va a finire in tribunale. Così è successo anche tra Giuseppe Golini Petrarcone e Enzo Salera: i due ex compagni che proprio un anno fa in questi giorni stavano lavorando insieme per sfiduciare Carlo Maria D’Alessandro. Il 19 febbraio 2019 si scrisse la parola fine sull’amministrazione di centrodestra a Cassino: ma quel giorno fu l’inizio della fine anche per i rapporti tra il due volte sindaco Giuseppe Golini Petrarcone e il suo braccio destro ed ex assessore Enzo Salera.

Rapporti tesi

L’ex sindaco Giuseppe Golini Petrarcone e l’attuale sindaco di Cassino Enzo Salera

Dal 19 febbraio del 2019 il commercialista di campagna, già noto per il risanamento dei conti della città (riuscendo ad evitare il dissesto quando amministrava i bilanci), ha iniziato a mostrare anche le sue doti politiche, oltre che tecniche. Mentre Petrarcone, ovvero colui che per un quarto di secolo è stato l’alfiere del centrosinistra in città, si è dapprima sfilato dalla corsa alle primarie. Poi ha abbandonato il Pd mettendo sù una compagine civica con pezzi di centrodestra. (leggi qui La scomunica di Petrarcone: «Maledetto il Pd ed i suoi antenati»). Fino poi ad arrivare all’abbraccio con Mario Abbruzzese al turno di ballottaggio: si è rivelato letale per entrambi.

Le elezioni comunali dello scorso 26 maggio non sono state solo scontro politico. Ma anche affronto umano e personale. Per questo è ammissibile la fatica con cui entrambi hanno affrontato il confronto. E soprattutto la sua fase successiva.

Dal quel 26 maggio 2019 i rapporti tra Enzo Salera e Peppino Petrarcone sono poco cordiali, per usare un eufemismo. L’ex sindaco insieme a Salvatore Fontana è colui che maggiormente attacca Enzo Salera fuori e dentro il consiglio rimproverandogli l’abbraccio con Francesco Mosillo. Cioè con colui che cinque anni fa rappresentava l’altra anima Dem di Cassino, sulla cui candidatura a sindaco il centrosinistra si divise al voto: una parte appoggiò Mosillo ed una parte Petrarcone, spianando così la strada alla vittoria del centrodestra di D’Alessandro.

Meglio che non racconto quello che dicevi sul conto di Francesco Mosillo quando stavamo insieme“, ha inveito di recente l’ex sindaco abbandonando l’assise. E come accade in tutti i litigi quando la coppia scoppia, la risposta non si è fece attendere: “Peppì, vedi che la tua squadra sta tutta con me, sei tu che te ne se andato con Scittarelli e Mignanelli“. Un po’ di imbarazzo durante i consigli comunali, colpi sotto la cintura mai risparmiati. Ma lo scontro è comunque sempre rimasto sul piano politico, confinato nelle aule del Palazzo di piazza De Gasperi; ora, invece, rischia di arrivare nelle aule del Palazzo di Giustizia in piazza Labriola.

La denuncia

Giuseppe G Petrarcone Enzo Salera Sarah Grieco Massimiliano Mignanelli

A mettere mano alle carte bollate è pronto Peppino Petrarcone. Contesta a Enzo Salera il reato di falso ideologico. Cosa sarà mai? Per il Codice Penale si tratta della menzogna contenuta in un documento. La falsità è ideologica perché cade sulle attestazioni dell’autore, cioè sul contenuto di un documento che, non risultando né contraffatto, né alterato, reca dichiarazioni menzognere.

E quale documento avrebbe falsato il sindaco? Da quel che si apprende il tutto risale allo scorso 6 febbraio. Andiamo con ordine: alle 12.30 era in programma la commissione consiliare del settore Anagrafe. Nella sostanza dei fatti la seduta doveva prendere atto di eventuali cambi di residenza intervenuti nell’anno tra emigrati e immigrati. Coloro cioè che magari si sono spostati in paesi limitrofi quindi non sono più residenti e votanti a Cassino e altri che, al contrario, da paesi limitrofi o da altre zone d’Italia si sono trasferiti ed hanno ora la residenza in città. Quindi una presa d’atto di documentazione redatta dagli uffici. Nulla di eclatante.

Alle 12.30 si è aperto il verbale della riunione di commissione ma il sindaco era ancora impegnato nel vertice con la Publiparking per cercare di venire incontro alle esigenze dei commercianti per quel che riguarda il servizio dei parcheggi a pagamento. (leggi qui Più di tanto non si può sui parcheggi: il Comune scopre di avere le spalle al muro)

Si è quindi deciso di temporeggiare ma Petrarcone, che fa parte della commissione come consigliere di opposizione, è dovuto andar via. Il sindaco sarebbe poi arrivato alle 12.50 (o comunque poco prima delle 13): il tempo di dare l’ok al documento e poco dopo è stato chiuso il verbale. Che essendo stato già aperto alle 12.30 dal dirigente del settore (sebbene per 20 minuti non si sarebbe discusso di nulla), alle 12.50 non è stato annullato e poi riaperto. Quindi il falso ideologico consisterebbe nel fatto che il verbale riporta come orario di inizio le 12.30 e quindi la presenza di Petrarcone che all’appello aveva risposto presente ma che alle 12.50 quando effettivamente sarebbe poi cominciata la riunione era però andato via.

Ripercussioni politiche

Gino Ranaldi con Enzo Salera

Questo il falso ideologico contestato che ora rischia di finire sotto la lente d’ingrandimento per valutare se procedere o meno.

Ma sul piano politico le ripercussioni sono già evidenti. Tant’è che l’avvocato Gino Ranaldi, capogruppo del Pd in assise, non credendo a tale versione che circolava in Comune nel weekend, ha voluto verificare di persona.

Ha chiamato Petrarcone: “Peppì! Ma veramente con tutto il lavoro che c’è da fare in Tribunale vuoi scomodare la Procura della Repubblica per 20 minuti di ritardo?” la domanda tra il serio e il faceto del leader della maggioranza. Ma da quel che si apprende, Petrarcone al telefono con il suo ex assessore aveva poca voglia di scherzare e non sarebbe affatto intenzionato a indietreggiare.

Pertanto anche chi finora ha fatto il tifo per un riavvicinamento tra i due ex compagni, ora sembra rassegnato. E rileva: “Petrarcone l’ha presa peggio di D’Alessandro la sconfitta, che vuoi ricucì! Fontana lo ha completamente rovinato politicamente parlando. Amen“.

L’assessore eterno

Il clima politico in città si fa incandescente su entrambi i fronti. Anche nel centrodestra se le danno di santa ragione. Dopo che Alessioporcu.it ha raccontato della presenza del capogruppo della Lega Franco Evangelista all’inaugurazione dell’isola ecologica sabato mattina, nel Carroccio si è scatenata la guerra. (leggi qui Un assessore a vita per Salera).

Evangelista non rinnega. È il capogruppo della Lega che è la principale forza di opposizione. Allora cosa ci faceva lì? «Si tratta di un’opera che per l’80% è stata curata dalla nostra amministrazione e che loro hanno ereditato. In ogni caso è un impianto che non ha un colore politico ma è soprattutto un servizio ai cittadini e per me la politica è intesa come servizio al cittadino, quindi non potevo non andare».

Franco Evangelista con l’amministrazione in carica

Con malizia qualcuno nel centrodestra ha voluto interpretare in maniera distorta una delle frasi dette da Franco Evangelista: “potrei essere assessore per tutte le Amministrazioni, ma quale maggioranza e opposizione. Bisogna lavorare per far star bene i cittadini”. Che non è una richiesta di assessorato per un’inedita alleanza Lega-Pd. Ma, spiega Evangelista “Sto nel centrodestra da una vita e oggi milito nella Lega. Da questa posizione voglio fare il bene della città, e assicuro che si può fare anche stando all’opposizione“.

Ma la verità è che nella Lega si sta scatenando un tutto contro tutti. A tirare le fila dietro le quinte del circolo cittadino per il rinnovo della segreteria c’è il presidente di ConfimpreseItalia Guido D’Amico, ma il convitato di pietra è sempre lui, ancora lui: Mario Abbruzzese. Ufficialmente non fa parte della Lega ma nessuno sembra credere al fatto che il consigliere regionale Pasquale Ciacciarelli sia completamente autonomo rispetto ad Abbruzzese. Tant’è che qualche leghista non per caso mette in guardia: “Attenzione, questi due prendono per il culo tutti“.

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