Per quelli che sanno sempre tutto

Senza ricevuta di ritorno. La raccomandata del direttore su un fatto del giorno. Siamo sempre pronti a dare giudizi, credendo di essere competenti su tutto. Quando in realtà non è così. Perché non vogliamo che sia così

Alessio Porcu

Ad majorem Dei gloriam

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Quando è arrivato il Covid, dopo due giorni eravamo tutti virologi (anche se fino ad una settimana prima manco sapevamo che esistesse questa branca della medicina).

In precedenza, quando il problema era lo spread, eravamo tutti economisti: e quando qualcuno osava rilevare che occorreva un minimo di competenza per parlare, ragionavamo di economia domestica: come se casa fosse la Bce.

Quando andiamo dal medico già abbiamo la diagnosi, nonostante lui abbia fatto oltre dieci anni sui libri prima di potersi mettere un camice. E se viene l’elettricista a casa gli spieghiamo noi cosa deve fare, nonostante il massimo della nostra dimestichezza sia avvitare una lampadina.

Ora, fermatevi un secondo. E pensate alla vostra vicina di casa. Pensate al primo figlio che ha avuto e pensate che è morto nella sua culla quando aveva solo 19 giorni. Dopo due anni nasce un fratellino: e dopo 8 mesi muore pure lui, allo stesso modo. Altri due anni e la signora ha messo al mondo un’altra creatura: muore pure lei a soli dieci mesi. Chiunque sarebbe crollato ma lei mette al mondo un quarto figlio: femminuccia. E che fine fa? Muore a 18 mesi, anche lei all’improvviso, durante il sonno.

Foto: Sergio Oliverio © Imagoeconomica

Non perdiamo tempo: è finita con 40 anni di carcere. La signora è stata considerata la peggiore criminale mai vista. Perché quattro creature morte nella culla non si sono viste mai.

Il tribunale dei saputoni ha giudicato, poi è arrivato il tribunale delle toghe ed ha sentenziato. Quarant’anni, fine della storia. Anzi no. Un giudice decide di chiamare un cardiologo che fa un test. La donna ha una mutazione genetica responsabile della morte improvvisa. (Leggi qui: Mamma condannata nel 2003 per la morte di quattro figli. Si sgretola la sentenza: in famiglia c’è un gene letale).

Quasi mai le cose sono quello che sembrano. Occorre una cosa, si chiama umiltà: non si compra al supermercato. E prima di parlare di virus, economia, industria, politica, calcio, balletto classico, dovremmo aggiungere due banalissime parole ‘secondo me’. Cinque se vogliamo blindarci: per – quello – che – ne – capisco. Ma così ammeteremmo che non siamo degli scienziati. E per molti è insopportabile.

Senza Ricevuta di Ritorno

(Foto © DepositPhotos.com).