Perché a Fazzone interessa la Ciociaria a costo di smentire sé stesso

FOTO © STEFANO CAROFEI / IMAGOECONOMICA

Il coordinatore regionale ha revocato da “vice” quello che lui stesso aveva voluto (Quadrini). Tre sub commissari disperdono il potere di gestione sul territorio. Ma è l’esponente cassinate (Cardinale Richelieu dietro le quinte) a dover portare adesso risultati, iscrizioni, adesioni e voti. Intanto Antonio Tajani studia il dossier Ciociaria.

È dai tempi di Alfredo Pallone e Antonello Iannarilli che Forza Italia non ha una leadership forte in provincia di Frosinone. Quella di Mario Abbruzzese non fu leaderhisp ma monarchia feudale. Oggi la contrapposizione tra Claudio Fazzone e Gianluca Quadrini è l’ennesima pagina di un libro che viene scritto alla stessa maniera da troppi anni.

L’obiettivo di Fazzone

Claudio Fazzone è il potentissimo coordinatore regionale, un senatore di lungo corso. Abile, scaltro, politicamente ed elettoralmente strutturato. Ma è della provincia di Latina.

Proprio questo è l’elemento strategico dal quale partire per comprendere la sua tattica ed il vero motivo per cui, al culmine di una raffinata strategia, ha deciso di consegnare il benservito a Gianluca Quadrini. (leggi qui La manovra di accerchiamento per isolare Quadrini in Forza Italia).

Gianluca Quadrini e Claudio Fazzone

Non è stato né per la scarsa collegialità né per nessuna delle altre motivazioni indicate nella lettera inviata l’altro giorno che gli ha imposto la sospensione dalla carica di vice coordinatore del Lazio. (leggi qui  Fazzone sospende Quadrini).

Lo ha fatto perché con il possibile taglio di 345 seggi parlamentari, la Ciociaria dovrà fare coppia con il collegio di Latina per eleggere un senatore. Per essere ancora più chiari: oggi la provincia di Frosinone elegge un suo senatore (l’ultimo in ordine di tempo è stato Massimo Ruspandini di FdI); uno lo elegge la provincia di Latina (proprio Claudio Fazzone di Forza Italia).

Cosa accadrà con la fusione del collegio Frosinone – Latina? Storicamente il Pontino è più forte. Non è un caso se la sede della nuova super Camera di Commercio è stata fissata lì, la sede unificata della centrale 118 è lì, la Cgil ha un segretario provinciale unico tra le due province e non è di Frosinone…

Controllare politicamente Frosinone significa assicurarsi l’elezione del nuovo senatore unico del Sud Lazio che nascerebbe con il referendum di settembre se si votasse Si.

Un’operazione che diventa ancora più fondamentale nel momento in cui Fratelli d’Italia e Lega stanno cannibalizzando il bacino storico. Solo per restare agli ultimi giorni, a Latina Forza Italia ha già perso un personaggio come il suo capogruppo uscente Giorgio Ialongo trasferitosi in Fratelli d’Italia; il consigliere Giovanna Miele ha diffuso un comunicato che assomiglia più ad una lettera di commiato da Forza Italia .

Una manovra che nasce da lontano

FAZZONE, ABBRUZZESE E TAJANI

Claudio Fazzone ha fatto la “guerra” a Mario Abbruzzese e Pasquale Ciacciarelli, quest’ultimo legittimo coordinatore provinciale del Partito. L’ha fatta anche grazie al sostegno di Nicola Ottaviani e Adriano Piacentini prima e di Gianluca Quadrini dopo.

Risultato: Latina ha eletto i suoi parlamentari “azzurri”, la provincia di Frosinone no. A Latina non è mai accaduto che una fazione interna facesse cadere la seconda amministrazione comunale di tutta la provincia: come invece è stato fatto a Cassino per privare Mario Abbruzzese del suo feudo elettorale. Con uno smacco forte ad Antonio Tajani.

Quella stagione è finita, Abbruzzese, Ciacciarelli, Ottaviani e tanti altri sono andati via.

Smentire sé stesso

CLAUDIO FAZZONE E ROSSELLA CHIUSAROLI

La provincia di Frosinone ha tre sub commissari: Rossella Chiusaroli, Adriano Piacentini e Daniele Natalia. Fare tre sub commissari significa procedere lungo la strada del “divide et impera”. Vuole dire ridurre la provincia di Frosinone ad una satrapia, come una provincia dell’impero persiano da Dario nel VI secolo a.C.

Ma perché la Ciociaria non può avere un solo commissario? Perché si correrebbe il rischio di avere ancora una volta un uomo che non accetta il vassallaggio politico della Ciociaria al Pontino.

Gianluca Quadrini, ce n’è voluto, ma alla fine ha capito e si è opposto a tutto questo. Ed ha ha rotto con Claudio Fazzone, che lo ha revocato nel ruolo di  vice coordinatore regionale, ruolo che lui stesso gli aveva dato dopo avere spinto ad accomodarsi alla porta Abbruzzese e Ciacciarelli. (leggi qui Accusa & difesa: ecco le lettere tra Fazzone e Quadrini).

Dunque, è un po’come se Fazzone avesse smentito sé stesso.

Il nuovo scenario

QUADRINI CON TAJANI E FAZZONE

In questi mesi però Quadrini ha aggregato, ha fatto rientrare molti ex “azzurri”, ha lavorato per il Partito. Ma Claudio Fazzone non vuole sentire ragioni. A questo punto però Natalia e Piacentini devono portare tessere e iscrizioni, adesioni e ingressi nel Partito. Mentre Chiusaroli dovrà farlo moltiplicando il tutto per cento considerando il ruolo da Cardinale Richelieu che ha in Forza Italia provinciale in questo momento.

Intanto però gli “azzurri” si avviano all’elezione di un sindaco, anzi a una conferma: Anselmo Rotondo, un fedelissimo di Gianluca Quadrini. Che ha capito l’aria prima di Quadrini e, Statuto alla mano, si è eletto il coordinatore comunale di Forza Italia prima che gli mandassero un commissario con il compito di mettere il naso nelle sue alleanze elettorali. (leggi qui I protagonisti del giorno. Top e Flop del 12 agosto 2020).

È l’eterno dilemma di ogni Partito in qualunque periodo storico: contano più i risultati o l’obbedienza da caserma? Nel frattempo però qualcuno dovrebbe preoccuparsi di come far scattare il quorum affinché in provincia di Frosinone si torni ad eleggere deputati, senatori e consiglieri regionali di Forza Italia. I numeri ci sono pure.

Magari Antonio Tajani potrebbe approfondire l’argomento.

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