Perché, alla fine, l’ordine in casa ti rivela se sei una rompiballe (di R. Cacciami)

Imperdibile, graffiante, spietato stiletto di Rita Cacciami. Su donne (e uomini) malate per l'ordine in casa. Ecco come scoprire se e quanto siete insopportabili per gli altri

Rita Cacciami

In punta di stiletto. Il veleno è previsto nella ricetta.

Su cosa penso dei lanciatori di calzini, credo non ci siano dubbi. (leggi qui Anche il ministro ha il suo lanciatore di calzini). Tuttavia, a riguardo medito di brevettare un dispositivo a calamita che trasformi i calzerotti in pedalini di ritorno. Una sorta di boomerang di nuova generazione, insomma.

Una elucubrazione che mi ha indotto a ragionare su quali e quante siano le deviazioni in merito all’ordine e disordine domestico. Sul meticoloso impulso a tenere tutto sotto controllo, quella sorta di febbre che non guarda al sesso e non viola la parità di genere. Si tratta, più che altro, di geni.

La libreria è di solito il primo segnale d’allarme. Non un tomo fuori posto, copertine raccolte per argomento, colore, autore o dimensione. I più bravi riescono a mantenere tutti i fattori insieme.

Il bagno non è da meno. Tappi ermeticamente chiusi, tavolette abbassate, tappetini asciutti, specchi immacolati, lavabi senza goccia. Capelli neanche a parlarne. Se si entra con una cuffia il rischio è praticamente azzerato.

Il letto è il simbolo del rigore. Lenzuola stirate e senza pieghe, profumate di ammorbidente, perfettamente abbinate a coperte, cuscini, tendaggi. Il talamo è fatto per dormire, quando si può anche per altro. Ma non per sedercisi sopra di giorno. Giammai sdraiarsi per guardare la televisione. Anzi, la tv va bandita da quella stanza. E’ fonte di caos e porta con sé altro disordine di cavi, cuffiette, pc, tablet, cellulari e così via.

La cucina. È l’ambiente più a rischio, sappiatelo. Se l’ospite vi chiede di lavare i piatti, rifiutate con garbo ma decisamente. Solo voi sapete gestire così bene le stoviglie partendo dai bicchieri e le posate. A seguire, i piatti, i coperchi, le pentole e infine le leccarde. Chi non ne conosce il significato non merita neanche di utilizzare i guanti felpati. Per la lavastoviglie, stesso procedimento. Anche se insapona e sciacqua lei.

La cabina armadio. Uno scrigno prezioso. Che in mani infelici può diventare un girone infernale di pullover rovesciati che contengono anche, orrore, un’altra maglia all’interno. Spogliarsi a strati è quanto di più raccapricciante ci possa essere. Sarà per questo che c’è chi arriva a far passare i propri congiunti tornati a casa in una sorta di area di decontaminazione, ad evitare che nei cassetti finisca ciò che è destinato ad entrare nella lavatrice. 

Allarme rosso al momento degli arrivi e delle partenze. Se si va via per le vacanze, i congiunti già pronti è bene che attendano in macchina con il bagaglio. Il pavimento va disinfettato senza che qualcuno torni indietro per creare geroglifici con le impronte delle scarpe. Attendere che si asciughi, prima di passare, è roba per gente esperta.

Quando poi si arriva a destinazione, inutile che il parentame tiri un sospiro di sollievo entrando nella stanza d’albergo. Nel bagno, pronte come un pizzardone, ci siete voi. Che vigilerete sulla disposizione del beauty. E di tutti gli ammennicoli che dovranno essere debitamente nascosti alla vista. Che diamine, un po’ di ordine…mica siamo a casa nostra!