Perchè gli studenti hanno spostato l’asse per il nuovo rettore

La decisione presa da Primavera Studentesca di appoggiare il professor Dell'Isola ha cambiato l'asse delle elezioni per il nuovo rettore. Perché lo hanno fatto. Cosa li ha convinti. In che modo sono stati determinanti

Carlo Alberto Guderian

già corrispondente a Mosca e Berlino Est

Dicono che si sia mosso addirittura Enrico Letta. E che avrebbe coinvolto il governatore Nicola Zingaretti. Il quale avrebbe interessato il suo fedelissimo Luca Fantini: che a quel punto ha sollevato il telefono e chiamato i suoi uomini piazzati nei posti chiave all’interno dell’Università di Cassino. Balle. Dietro alle manovre che in una notte hanno cambiato gli equilibri per l’elezione del nuovo rettore dell’Unicas c’è altro.

Il riassunto

Carmelo Intrisano, Marco Dell’Isola e Giovanni Capelli

Partiamo dalla fine. Nelle ore scorse il professor Carmelo Intrisano non ha formalizzato la sua candidatura. L’aveva annunciata nei giorni scorsi con una mail ai colleghi di Economia ed aveva iniziato a raccogliere il consenso intorno al suo nome.

La sua era la candidatura in grado di creare più difficoltà a quella del professor Marco Dell’Isola che partiva con l’appoggio dei due dipartimenti di Ingegneria su 5 dipartimenti che compongono l’Ateneo.

A rendere competitivo Intrisano erano due fattori indispensabili accanto al suo consenso personale: la contemporanea candidatura del professor Giovanni Capelli di Lettere che avrebbe abbassato il quorum, la posizione degli studenti che sommata agli altri due elementi doventa strategica.

Il pallottoliere del professor Carmelo Intrisano fino allo scorso fine settimana registrava un dato che si traduceva in un solo modo: ballottaggio sicuro. (Leggi qui Tre nomi per un rettore: le chiavi della sfida per Unicas).

Perche?

Come si elegge il rettore

Sono chiamati al voto tutti i docenti, il cui voto vale “uno”. Ponderato è invece il voto del personale tecnico-amministrativo e degli studenti.

Mentre il voto dei docenti vale uno, quello dei 70 rappresentanti degli studenti è ponderato allo 0,8% ed incide per il 20%.

È al 15% il “peso” elettorale del personale tecnico-amministrativo: significa cioè che i circa 300 dipendenti contano circa 38 voti.

Alla prima “chiama”, il 16 giugno, servirà la maggioranza assoluta degli aventi diritto che è calcolata in circa 170 voti. Nel caso in cui il 16 giugno non si raggiungesse il quorum, si tornerebbe alle urne il 22 e 24 giugno: alla seconda e terza “chiama” sarà sufficiente raggiungere il 50% più uno dei voti validi di coloro che si recheranno alle urne. 

Qualora anche dopo questi due giorni non si raggiungesse il quorum necessario, il Senato Accademico ha fissato il 30 giugno quale data ultima: si andrà al ballottaggio tra i primi due che avranno ricevuto il maggior numero di voti. Nell’ultima votazione e per vincere basterà un solo voto in più rispetto all’avversario.

La manovra

Marco Dell’Isola

A cambiare la disposizione sul pallottoliere sono stati gli studenti. Il blocco di Primavera Studentesca due giorni fa ha annunciato il sostegno ufficiale al professor Marco Dell’Isola. Che ha già al suo attivo l’appoggio di 3 dei 5 direttori di Dipartimento: con lui stanno i due di Ingegneria ed il direttore di Lettere. Diviso il personale tecnico-amministrativo sembra riscuotere consensi.

La scelta di Primavera Studentesca ha spostato l’ago della bilancia. Che fino al giorno prima era stabile sul ballottaggio. Perché i loro voti e quelli del blocco di Guardiani Universitari venivano accreditati ai professori Carmelo Intrisano e Giovanni Capelli. Infatti le due associazioni avevano annunciato che avrebbero sostenuto “un cambio di passo”. Tradotto dal linguaggio della politica: non avrebbero appoggiato Dell’Isola che rappresentava la continuità con vent’anni di gestioni guidate dal professori di Ingegneria.

Il perché della scelta

Non è vero che ci siano state telefonate: nè dal Nazareno né dalla Pisana. La realtà è che gli studenti hanno intercettato una serie di manovre. Normali patti di alleanza che sono consueti in qualunque elezione: da quelle per l’amministratore di condominio a quelle per scegliere l’inquilino del Quirinale.

Allora cosa c’è di strano? Che nell’ambito di queste manovre c’è stato chi aveva assicurato ai tre potenziali candidati proprio ampie porzioni del voto degli studenti. Che invece erano del tutto estranei a quelle operazioni. A quel punto hanno deciso di giocare in proprio la partita per l’elezione del rettore dell’Unicas.

È stato il tentativo di considerarli come pedine e merce di scambio a far scattare l’orgoglio. Prendendo una posizione netta e compatta: non contro l’uno o l’altro candidato. Ma contro chi ha sottovalutato il loro ruolo. Ed il loro peso.

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