Perché il Papa ha mandato dom Ogliari a S. Paolo Fuori le Mura

Cosa c'è dietro alla nomina dell'abate di Montecassino alla guida di San Paolo fuori le Mura. Cosa c'entra l'arcivescovo emerito di Cagliari. E le consultazioni avvenute a gennaio quando bisognava indicare il vescovo di Torino. Cosa accade ora a Montecassino

Il fascicolo è stato sulla scrivania di Papa Francesco per diverse settimane. Il pontefice lo ha studiato a fondo. E secondo alcuni a gennaio ha anche convocato in Vaticano dom Donato Ogliari padre abate di Montecassino fino a mezzogiorno di oggi. Nei giorni in cui bisognava decidere il nuovo titolare della Diocesi di Torino, si dice che Jorge Maria Bergoglio abbia interpellato il monaco benedettino ed anche don Derio Olivero, vescovo di Pinerolo. 

È più probabile che a portare avanti le consultazioni sia stato invece il nunzio apostolico in Italia Emil Paul Tscherrig. Con certezza, in quella sede sono stati definiti i profili: decidendo di assegnare l’uomo giusto al problema adatto a lui. Così don Roberto Repole è stato mandato alla diocesi di Torino ed anche a quella di Susa che il pontefice ha unito in persona episcopi cioè nel nome dello stesso pastore. E dom Donato Ogliari è stato mandato a guidare l’abazia di San Paolo fuori le Mura a Roma. (Leggi qui: E un giorno il Papa ordinò: “Prendi la tua croce e vai a Montecassino”).

Il monaco giusto per ripartire

dom Donato Ogliari (Foto Benvegnu’ Guaitoli © Imagoeconomica)

L’annuncio è arrivato dalla Sala Stampa Vaticana a mezzogiorno. E come sempre nelle cose Vaticane, la verità è sotto gli occhi ma bisogna andare a cercarla. Annuncia il bollettino del giorno 8 giugno: A seguito della nomina pontificia del Reverendissimo Dom Donato Ogliari (Ordo Sancti Benedicti) ad Abate dell’Abbazia di San Paolo fuori le Mura in Roma il Santo Padre ha nominato Amministratore Apostolico dell’Abbazia Territoriale di Montecassino (Italia) il medesimo Dom Donato Ogliari finora Abate Ordinario di quella Sede.

La prima notizia: il Papa ha nominato dom Donato Ogliari; non lo ha eletto la comunità monastica come invece vuole la tradizione. Accade in situazioni eccezionali. Infatti San Paolo Fuori le Mura ha subito il trauma delle dimissioni rassegnate nel 2020 da dom Roberto Dotta, trasferitosi a Subiaco.

Nella ‘pesatura‘ fatta a gennaio, il nunzio apostolico ed il pontefice hanno notato il profilo di dom Ogliari. Ed apprezzato il suo lavoro compiuto a Montecassino dove era stato nominato anche in quel caso: inviato per sostituire dom Pietro Vittorelli, convalescente a seguito di un grave ictus; ma anche accusato di comportamenti poco consoni per un religioso: al processo aperto a Roma però né abazia né diocesi hanno confermato l’accusa che manchino soldi dai loro bilanci.

A dom Ogliari viene chiesto di replicare i risultati ottenuti a Montecassino anche nell’abazia romana dove vengono custodite le lampade votive e viene officiata la liturgia sul luogo di sepoltura dell’apostolo Paolo.

Un Ogliari in due abazie

Mons. Arrigo Miglio

La nomina a San Paolo Fuori le Mura è collegata al recente concistoro. In quella sede Papa Francesco ha elevato al cardinalato monsignor Arrigo Miglio, arcivescovo emerito di Cagliari.

Cosa c’entra sua eccellenza Miglio con San Paolo? È stato il Visitatore Aposolico nel periodo dopo le dimissioni rassegnate dall’abate Roberto Dotta. In pratica: è stato l’inviato del Papa con l’incarico di indagare sulle circostanze che hanno indotto mosnignor Dotta alle dimissioni e di presentare una relazione alla Santa Sede a conclusione delle indagini.

Una relazione che pare sia stata molto apprezzata dal Pontefice. Perché non ha suscitato clamori ed ha evitato di innescare altri veleni, nonostante le circostanze che riguardavano l’abate Dotta ed altri monaci fossero particolarmente spinose.

Non solo il Visitatore ha fatto chiarezza. Ha anche messo mano alla situazione economica della basilica e del suo complesso; nei fatti ha sostituito il cardinale americano James Michael Harvey. Ora che è stato elevato alla berretta cardinalizia, monsignor Miglio ha lasciato la sua missione di Visitatore.

Con dom Ogliari si torna alla gestione ordinaria.

Cosa accade a Montecassino

Papa Francesco (Foto: Andrea Giannetti / Imagoeconomica)

Cosa accade ora a Montecassino è un interrogativo che si pongono in molti. Perché dom Donato Ogliari ed il vescovo di Sora – Cassino Gerardo Antonazzo hanno avuto più volte motivo di confronto. Senza strepiti. ma non per questo sono stati confronti meno intensi. Il caso più clamoroso fu il tentativo di consacrare Cassino come Civitas Mariae, riportando in auge nella città il culto Mariano; che avrebbe messo in ombra il culto Benedettino e ridotto l’importanza dell’abazia in cui morì il patrono d’Europa San Benedetto da Norcia.

Affinché non ci siano dubbi, Papa Francesco oggi ha nominato Amministratore Apostolico dell’Abbazia Territoriale di Montecassino. Dando l’annuncio come se si trattasse della notizia principale. Significa che dom Ogliari mantiene la guida ‘politica’ dell’abazia e della Comunità monastica.

Nei fatti, da mezzogiorno di oggi si è aperto il ‘tempo della successione‘. In pratica la Comunità monastica di Montecassino si riunirà ed individuerà il suo successore. Manderà un monaco in Vaticano con l’esito della discussione interna e della successiva votazione. Se al Romano Pontefice garberà darà il suo Placet ed invierà un cardinale con la sua risposta da leggere nel corso di una messa pontificale.

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