Perché Zingaretti non può farsi scavalcare da Renzi nell’attacco a Conte

Nel Pd in tantissimi non sopportano più né il premier, né Rocco Casalino e i Cinque Stelle. L’attacco dell’ex rottamatore potrebbe rappresentare un canto delle sirene per Base Riformista. E allora il segretario nazionale Dem non potrà più far prevalere il senso di responsabilità a scatola chiusa.

La sopravvivenza del Governo di Giuseppe Conte e dei Cinque Stelle è nelle mani del segretario del Pd Nicola Zingaretti. Ancora una volta l’avvocato del popolo ha superato la prova parlamentare, ma il prezzo politico è stato altissimo. Perché quando Matteo Renzi lo ha attaccato frontalmente, rivendicando il primato della politica e delle istituzioni repubblicane rispetto a task force, comitati scientifici e consulenti vari, in diversi lo hanno applaudito. Anche dai banchi della Lega. Ma soprattutto del Pd. E poco prima alla Camera il capogruppo Dem Graziano Delrio avevano invitato Giuseppe Conte all’umiltà, citando l’esempio di Papa Francesco.

Parlamento sotto scacco

Se da una parte l’emergenza della pandemia sconsiglia scenari da elezioni anticipate, dall’altro però si è arrivati ad un punto di non ritorno per quanto riguarda proprio il ruolo del Parlamento. Un ruolo che i Cinque Stelle voglio superare da sempre e che stanno provando a commissariare. E’ questo argomento che a Montecitorio e Palazzo Madama potrebbero saldarsi forze molto diverse tra loro. Matteo Renzi lo ha capito, soffiando sul fuoco.

Foto © Paolo Cerroni / Imagoeconomica

Ma l’unico Partito che davvero ha i numeri e la forza politica per far saltare il banco è quello guidato da Nicola Zingaretti. Il quale finora ha fatto sempre prevalere il senso di responsabilità, ma la corda è stata tirata (dai Cinque Stelle) fino al massimo della tensione. Adesso può spezzarsi.

Fare a meno del M5S? Già successo

L’Italia non è fuori dalla pandemia, sarà uno degli ultimi Paesi dell’Occidente ad iniziare il piano vaccinale, non ha ancora definito veramente i progetti suoi quali investire i soldi del Recovery Fund.

E continua a litigare sul Mes, che invece servirebbe per provare a potenziare la sanità. E Dio solo sa quanto servirebbe per esempio formare e assumere medici e infermieri. Nicola Zingaretti è anche il presidente della Regione Lazio, ruolo che ha conquistato due volte avendo “contro” anche i Cinque Stelle. Ne ha fatto a meno. Come ne hanno fatto a meno Stefano Bonaccini (Emilia Romagna), Michele Emiliano (Puglia), Vincenzo De Luca (Campania), Eugenio Giani (Toscana).

Giuseppe Conte

Nel Pd comincia a crescere il nervosismo e in tanti non sopportano più né Giuseppe Conte, né Rocco Casalino e neppure Luigi Di Maio. (Leggi qui Mes o non Mes il Pd di Nicola Zingaretti stavolta è al bivio).

L’offensiva di Renzi potrebbe rappresentare il canto delle sirene per Base Riformista di Luca Lotti e Lorenzo Guerini. Nicola Zingaretti lo sa e non può farsi scavalcare.

Quindi o Giuseppe Conte fa marcia indietro su cabina di regia e Recovery, oppure stavolta Nicola Zingaretti potrebbe decidere di non seguire la strada del senso di responsabilità.