La partita si gioca sui tavoli romani. La posta in gioco è la testa di Guido Bertolaso, ex osannato direttore della Protezione Civile, gettato da Silvio Berlusconi nella bolgia delle elezioni di Roma Capitale. Una parte del Partito lo appoggerà ad occhi chiusi, una parte chiede di rivedere la scelta perché i sondaggi ‘non tirano’.
Al tavolo romano dove si decide il futuro della candidatura ci sono due nomi della provincia di Frosinone, schierati su fronti opposti. Tra i sostenitori di Bertolaso c’è l’ex presidente del consiglio regionale del Lazio ed oggi presidente della Commissione Riforme Istituzionali Mario Abbruzzese, seduto insieme al braccio destro di Bertolaso Marcello Fiori, alla ‘badante’ di Berlusconi Maria Rosaria Rossi, al senatore ex An Francesco Aracri, al consigliere regionale ed ex presidente Cotral Adriano Palozzi.
Sul fronte opposto, convinti che con la candidatura di Bertolaso Forza Italia rischi un flop di dimensioni storiche a Roma, c’è mezzo partito: il coordinatore regionale Claudio Fazzone di Fondi (che – secondo quanto riferisce l’edizione romana del Corriere della Sera – voleva addirittura organizzare una ‘marcia’ su Arcore per convincere Berlusconi a rivedere la scelta), il capogruppo azzurro al Consiglio Regionale del Lazio Antonello Aurigemma.
Tra i due fronti, a tentare una mediazione ci sono il coordinatore di Forza Italia Roma Davide Bordoni ed il parlamentare europeo di Ferentino Antonio Tajani: sempre il Corriere della Sera riferisce che abbia detto a Berlusconi «Silvio, faccio quello che dici tu. Se è Bertolaso il candidato, ok. Ma occorre cambiare registro».
E aggiunge che
I forzisti romani lamentano il fatto che Bertolaso faccia tutto da solo, che «al comitato elettorale non ci siano neppure le utenze telefoniche», che l’agenda la gestisca Palozzi commettendo anche delle gaffe. Come la visita al Policlinico, quando la sanità è di competenza regionale. Ultima goccia, il vertice convocato dallo stesso Bertolaso con tutti i parlamentari di Forza Italia eletti a Roma e Lazio per questa mattina, vertice che però sarà disertato da più di un esponente: Fazzone, Giro, Alessandra Mussolini. |
Perché Mario Abbruzzese appoggia il fronte Bertolaso? Buttate nel cestino tutte le analisi politiche, restano quelle più concrete. Abbruzzese sta lì perché: Claudio Fazzone sta sull’altro tavolo, perché dalla parte dell’ex uomo delle calamità sta Maria Rosaria Rossi che parla direttamente con Berlusconi senza filtri né intermediari. E perché è su Roma che verranno prese decisioni strategiche per il suo futuro politico: la più delicata e segreta è quella che lo vede in corsa per una candidatura come capolista alla Camera dei Deputati, posizione blindata e inattaccabile. Ma per difenderla è necessario stare nei tavoli che contano. E soprattutto stare nel tavolo opposto a quello di Fazzone.