Pfizer, mettetevi un po’ d’accordo però…

Senza Ricevuta di Ritorno. La ‘Raccomandata’ del direttore su un fatto del giorno. Noi ci impegniamo a fare informazione buona: ma quelli che creano i fatti però...

Alessio Porcu

Ad majorem Dei gloriam

Noi, la buona volontà ce la mettiamo. E spieghiamo cos’è il giornalismo di qualità. Che la moderna censura è fatta dalla moltiplicazione a dismisura delle notizie, cosicché non si riesca più a distinguere il vero dal falso. (Leggi qui Se credi che basti un cellulare per fare il giornalista).

Poi però ci sono quelli che dovrebbero dare le indicazioni giuste, le cosidette fonti.

Foto: Saverio De Giglio / Imagoeconomica

Vabbè che in Italia di ufficiale esistono solo due fonti: l’orario dei treni e la Gazzetta della Repubblica. E che entrambi pubblicano un foglio periodico chiamato “di annunzi e rettifiche”. Ma qui è davvero difficile raccapezzarsi.

Scorriamo al volo i titoli battuti nelle ultime quarantott’ore dalle agenzie di stampa.

  • Pfizer, Comitato tecnico Scientifico – La seconda dose si può fare fino a 35 giorni dopo la prima dose;
  • Pfizer Italia, Ufficio Stampa – In base ai nostri studi il richiamo va fatto al massimo dopo 21 giorni;
  • Pfizer, Autorità Europea dei farmaci – Ema oggi dà l’autorizzazione alla seconda dose dopo 40 giorni.

In mezzo a tutto questo caos, capirete che è sempre più difficile informare la gente. E se a casa pensano che questo è un Paese nel quale è possibile fare tutto, dove è vero tutto ed anche il suo contrario, di fronte a queste cose, come si fa a dire che a casa sbagliano?

Senza Ricevuta di Ritorno.