Pi greco LM: la quadratura del cerchio nel Lazio Meridionale (di Paolo Vigo)

L'analisi del professor Paolo Vigo sulle possibilità di sviluppo del territorio. Su cosa puntare. Quale bivio imboccare. Puntando su ciò che già abbiamo a portata di mano. L'opinione del cattedratico che ha guidato l'Università di Cassino. Portandola su scenari internazionali.

Tutti noi, quando da adolescenti ci parlavano del “magico” Pi greco , quel numero con infinite cifre decimali che risolveva il problema della “quadratura del cerchio”, avevamo una reazione tra lo stupefatto o l’inorridito. Con la conseguenza pratica che i primi, affascinati, decidevano di seguire le scienze esatte e le professioni collegate, mentre i secondi, guidati dal disgusto, si lanciavano negli studi umanistici.

Il Pi Greco

Ma la “quadratura del cerchio” resta nel linguaggio corrente “quel guizzo intellettivo” che consente la sintesi quando dopo tante lungaggini su una questione discussa e sviscerata  si riesce a trovare una soluzione condivisa. Mettendo fine ai litigi e costringendo tutti a “giocare di squadra” con un unico scopo, quello di raggiungere l’obiettivo comune per il bene dell’intero sistema o territorio.

Pi greco LM

Ebbene, guardando ai giorni d’oggi, il Pi greco LM, e cioè la quadratura del cerchio per il Lazio Meridionale, potrebbe cominciare ad intravvedersi proprio con l’avvio delle procedure per l’unificazione delle Camere di Commercio di Frosinone e Latina. Pietra fondante sulla quale si può cominciare a costruire per detto territorio un futuro, non più da cuscinetto tra due megalopoli, ma da area vasta dotata di peculiarità e finalità proprie. Che poi, condivise, diano a tutti una facile lettura per le opportunità e le specificità di una regione che, come molti di noi con i capelli bianchi sanno, ha tanto, ma non riesce a valorizzarlo per i veti incrociati, i campanilismi, le gelosie innate!

Il che, in un terzo millennio di globalizzazione imperante, rischia di travolgerci o peggio di farci percepire come delle periferie insignificanti.

Per questo vorrei provare a descrivere un sogno, una “quadratura del cerchio”, da cittadino di una terra che mi ha accolto con grande affetto e stima. E dalla quale non riesco, neanche in quiescenza, ad allontanarmi, pur se le radici partenopee e le sirene sorrentine vi assicuro ci provino.

La quadratura logistica

La fermata Tav a Roccasecca © Elaborazione IchnusaPapers

La prima possibile “quadratura” io la vedo nella rinnovata attenzione per la “logistica territoriale” che, gli ormai “non più mitici” progetti della fermata della TAV (ovunque tra San Vittore e Ceprano) coniugati con la rivitalizzazione della ancora valida “direttissima” (Napoli-Formia-Latina-Roma) di mussoliniana memoria, potrebbero per il trasporto su ferro realizzare. Così come già realizzato nella Emilia Romagna con una stima di crescita del PIL territoriale collegato del 7-8% ed un miglioramento della qualità della vita dei cittadini in termini di diritto alla mobilità.

Una quadratura su ferro che per il lato stradale potrebbe trovare un rafforzamento con opere pubbliche del tutto sostenibili quali: l’Autostrada del Mare (RM-LT-Formia) ed il completamento della trasversale Adriatico-Tirreno (Termoli-San Vittore-Formia). Con una viabilità che si andrebbe anche ad integrare esaltandola con la portualità Formiana, oggi compressa dalle limitate logistiche locali.

Bio e… trasportabile

Una logistica da III millennio che  inoltre valorizzerebbe ancor più le consolidate professionalità ed esperienze dell’autotrasporto frusinate già primatista nel Lazio.

Funzionerebbe da catalizzatore dello sviluppo sia del turismo che di quella ricchezza poco nota dei prodotti agroalimentari tipici, vero gioiello di gusto e qualità tipicamente bio (altra corda risonante del III Millennio), prodotti ostacolati nella loro esportabilità proprio dalle difficoltà logistiche attuali.

L’economia dell’aria da respirare

Foto © Ciociaria Turismo / Luciano Rea

Una terza “quadratura” Lazio Meridionale io la vedo nella ricchezza della sua natura in molti luoghi ancora incontaminati.

Se in questi giorni il sindaco di Milano Beppe Sala invita i suoi concittadini ad aiutarlo nell’obiettivo di piantare un milione di alberi, noi possiamo rispondergli che nei nostri territori ed in alcuni viciniori di alberi ce ne sono il triplo se non il quadruplo, con una qualità dell’aria che andrebbe sia certificata che monitorata.

E sulla scorta di quanto oggi fanno gli hotel a 5 stelle di Singapore (nei quali oltre alla ormai uniforme qualità degli arredi ai clienti VIP viene garantita una elevata qualità dell’aria in termini di microparticelle aerodisperse per il loro benessere respiratorio) dovremmo candidare ( specie i territori collinari confinanti con i Parchi naturali dei Simbruini e del Lazio Abbruzzo e Molise) a diventare luoghi del “benessere riabilitativo visti i loro  pregi ambientali (aria naturalmente pulita e non filtrata)  coniugabili, proprio in chiave riabilitativa a quelli storico-sociali-gastronomici certamente non realizzabili artificialmente.

L’economia circolare

A quest’ultima quadratura ambientale si potrebbe infine collegare, come quarta quadratura, una “quadraturaenergetica e circolare (la corda dell’economia circolare è oggi sulla bocca di tutti).

In questi ultimi anni, infatti, dal punto di vista energetico ed ambientale è stato da tutti riconosciuto che l’unica soluzione sostenibile in termini di “combustibili fossili” è quella del metano  [combustibile aeriforme che in termini di microparticelle aero disperse ed in termini di SO2 ed NOx risulta certamente meno inquinante dei combustibili solidi e liquidi, con l’unico difetto poco controllabile della scarsa manutenzione tipica delle caldaiette domestiche che le trasforma nel tempo da non inquinanti in inquinanti].

Per cui il metano è diventato il solo combustibile fossile non clima alterante su cui puntare, ben sapendo che la soluzione del tutto elettrico specie per il trasporto pesante – TIR- non è perseguibile.

Metano dalla natura

Biomasse

Ma la quadratura, attenti, non è quella del metano in rete già disponibile e certamente da rafforzare (è di questi giorni la notizia della sperimentazione proprio in un ramo del frusinate della additivazione con idrogeno al 10% che esalterebbe le qualità “green” del metano vettoriato grazie al aumentato potere calorifico ed alla diminzione della CO2 prodotta) ma quella della possibilità di liquefare il combustibile metano a pressione ambiente con una conseguente facile trasportabilità del LNG -Liquified Natural Gas – ed una volumetria estremamente favorevole di 1 litro di LNG che contiene ben 628 litri di Gas.

I TIR alimentati a LNG sono ormai una realtà già circolante e le navi specie da crociera tra un decennio al massimo saranno tutte alimentate da NLG. La liquefazione ha l’ulteriore pregio di rendere tutto il metano proveniente dai processi di fermentazione (deiezioni animali- rifiuti- vegetazione no food) e spesso definito biogas, una fonte energetica  locale decisamente circolare e quindi green!

Insomma il Lazio Meridionale messo all’indice daisavonarola ambientali” sia per i suoi allevamenti intensivi che per i territori improduttivi perché fortemente inquinati , con una “quadratura Circolare e Bio”  ottenuta tramite liquefattori alimentati da biogas di origine animale o vegatale no food, diventa territorio green e bio

Buon terzo millennio caro Lazio Meridionale

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