Abbruzzese, Ciacciarelli e Piacentini: tutti insieme appassionatamente

Incontro riservato tra Abbruzzese, Ciacciarelli e Piacentini. Per rimettere insieme i cocci politici. La strategia di Tajani. Che ha raffreddato i rapporti con Abbruzzese e Fazzone fino a portarli ad una tregua separata. Alle porte c'è il pericolo Lega

Si sono visti martedì per sotterrare l’ascia di guerra, poche ore dopo l’arrivo della lettera con cui Mario Abbruzzese è stato nominato vice responsabile nazionale del dipartimento Enti Locali di Forza Italia (leggi qui Mario Abbruzzese vice responsabile nazionale Enti Locali). Il neo dirigente ha avuto un lungo confronto con il coordinatore provinciale Adriano Piacentini e con il predecessore (e ora consigliere regionale) Pasquale Ciacciarelli.

Non si vedevano da settimane. Anzi, si evitavano. Per dirla tutta: Abbruzzese e Ciacciarelli stavano costruendo una loro linea politica senza tenere conto del Coordinatore. Perché a mettere Piacentini al timone del Partito, dalla sera alla mattina, era stato il potentissimo boss Regionale di Forza Italia Claudio Fazzone proprio con lo scopo di ridimensionarli.

Piacentini aveva scoperto la strategia con cui isolarlo (leggi qui I pranzi segreti di Ciacciarelli alle spalle di Piacentini) . Aveva protestato. Ma il risultato era stato una telefonata in viva voce con cui Abbruzzese gli prometteva esplorazioni intime non richieste (leggi qui Abbruzzese in viva voce a Piacentini: «Ti romperò il cu..»). Fino alla plateale esclusione dai relatori nel convegno provinciale di Ceccano contro la violenza sulle donne (leggi qui Far west nel centrodestra, lite furibonda tra Fabio Tagliaferri e Piacentini. E…). Che aveva generato nuove scintille (leggi qui Del Brocco finisce nel mirino di Piacentini. E il ‘pianista’ Ciacciarelli rischia).

 

La lettera di nomina a Mario Abbruzzese ha cambiato le cose. È un segnale. Che nel Partito qualcosa si sta muovendo. È arrivata nel momento in cui i rapporti tra il mancato parlamentare ed il suo padrino politico Antonio Tajani erano al minimo storico (leggi qui Le strane assenze intorno a Tajani ed i mal di pancia in giunta). Così come quelli tra il presidente del Parlamento Ue e Claudio Fazzone (leggi qui Terremoto in Forza Italia: Simeone e Cangemi lasciano dopo il caso Ciacciarelli). In Forza Italia sono state settimane di scontri, imboscate politiche, coltellate alla schiena. Terminate con la tregua costruita dal capogruppo regionale Antonello Aurigemma (leggi qui Forza Italia, crisi rientrata: Simeone alla Sanità, Ciacciarelli alla Cultura). Ma anche con la insolita lettera di complimenti inviata da Claudio Fazzone ad Antono Tajani in Spagna mentre ritirava uno dei tanti premi per la sua attività politica (leggi qui Fazzone, auguri spagnoli per recuperare il dialogo con Tajani).

 

È il segnale che Antonio Tajani sta rimettendo in ordine le caselle. Imponendo la strategia della pacificazione. Sia ad Abbruzzese che a Fazzone. Che si detestano, reciprocamente ricambiati.

 

L’incontro tra Adriano Piacentini, Pasquale Ciacciarelli e Mario Abbruzzese, le manovre spagnole di Fazzone, segnano un punto. Con molta probabilità è legato alle trame che stanno portando alla nascita di un governo nazionale tra Lega e Movimento 5 Stelle. Nel quale forza Italia è stata cordialmente invitata a restare fuori a guardare. Cosa c’entra con il territorio? Marca in maniera ancora più evidente la strategia cannibale della Lega. Come previde, inascoltato, Gianni Letta: il Partito di Salvini ha iniziato a cannibalizzare le file azzurre. A Cassino non è un caso che la Lega sia fuori dal governo cittadino di Carlo Maria D’Alessandro (che ringrazia ogni giorno Mario Abbruzzese per averlo fatto divcentare sindaco). Non è un caso che lo stia logorando dall’esterno. E non è un mistero che se Carlone casca, l’ex vice sindaco leghista Carmelo Palombo si proporrà per la carica di sindaco.

Nemmeno è un caso il riordino degli equilibri e dei pesi all’interno della Lega, ri equilibrati dal coordinatore regionale Francesco Zicchieri. È una strada pronta ad essere spianata al sindaco di Frosinone Nicola Ottaviani, se e quando dovesse avere voglia di fare un giro sul Carroccio.

 

Meglio allora sotterrare l’ascia di guerra. E recuperare un dialogo. Almeno per il momento. Fino a quando non si capirà quanto il nemico sia già alle porte di Forza Italia.

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