Picano: “Cara Stellantis, non bastano le chiacchiere”

Gli impegni presi da Stellantis al Mise non soddisfano il coordinatore del Dipartimento per le Crisi Aziendali nel Lazio di Fratelli d'Italia. "Le uniche cifre e gli unici progetti finora sono arrivati dagli industriali di Unindustria. Compresi i soldi. Da Stellantis solo parole”

Fabio Cortina

Alto, biondo, robusto, sOgni particolari: molti

Siamo stufi di stare qui ad ascoltare concetti generalizzati, quasi metafisici. È arrivato il momento di avere concretezza”. A poche ore dal tavolo al Ministero dello Sviluppo Economico, che ha partorito il solito ormai nulla di fatto sul destino di Cassino Plant, la politica manda qualche segnale di risveglio. Lo lancia Fratelli d’Italia con il suo coordinatore del Dipartimento per le Crisi Aziendali nel Lazio, Gabriele Picano. (Leggi qui Stellantis, le novità su Cassino sono solo fuffa).

Attacca a testa bassa. Chiede che si faccia una volta per tutte chiarezza. Sottolinea come il continuo mandare la palla in calcio d’angolo non giovi a nessuno. Soprattutto non fa bene al territorio. “Quando sento dire che Cassino è la casa dell’Alfa Romeo, certo mi fa un bell’effetto, ma le parole senza programmazione non ci porteranno fuori da questa crisi.

Qui mancano le certezze

Il tavolo Stellantis al Mise

La preoccupazione nasce dai numeri. Al tavolo dell’altro giorno non è stata portata una sola novità che riguardasse lo stabilimento di Cassino Plant. Ce ne sono state invece per Pomigliano d’Arco che è ad appena cento chilometri: nella pratica è un doppione.

Abbiamo bisogno di certezze. Certezze sulle risorse che verranno allocate a Cassino, ma soprattutto certezze per chi in quella fabbrica lavora da anni. Non possiamo stare qui ad aspettare ogni sei mesi l’oracolo che parla e alla fine dice nulla”.

Soprattutto perché i segnali di concretezza ci sono. Ma non vengono dall’azienda: arrivano dagli industriali di Unindustria. Finora sono stati loro a parlare di numeri, progetti, soldi: 144 milioni di euro, messi sul piatto da loro, per trasformare l’intero indotto ed elevarlo a Tier One cioè interlocutore diretto dei grandi player dell’Automotive (Leggi qui Gran Casin(ò) Stellantis: una partita a poker su più tavoli).

Serve tranquillità

Davide Mele, deputy coo Stellantis della regione Emea

Per questo il coordinatore del Dipartimento Regionale Fratelli d’Italia per le Crisi Aziendali nel Lazio chiede un doppio segnale. Per tranquillizzare gli investitori e creare il clima adatto ad attrarre altre adesioni al progetto; tranquillizzare i lavoratori e le loro famiglie.

Il colosso automobilistico, attraverso il suo dirigente Davide Mele l’altro giorno ha usato parole rassicuranti sugli impegni nel nostro Paese. Ma per Gabriele Picano si resta sempre nel campo delle ipotesi, senza riuscire a dire una sola cosa che abbia un riscontro reale.

Quello che noi chiediamo a Stellantis è di rassicurare il territorio, perché nell’intero Lazio meridionale c’è un mondo legato all’Automotive. Ci sono scelte strategiche degli enti locali che dipendono da cosa accade nei tavoli dirigenziali”. Rassicurare sull’Italia in generale quindi, per l’esponente di Fratelli d’Italia non basta, anche perché appare una scelta alquanto scontata: “Stellantis non lascia il nostro Paese? E ci mancherebbe, l’azienda ha avuto e continua ad avere un vantaggio nel restare in Italia. Ma ora deve dimostrare con i fatti di essere presente”.

Una macchina in più? Un contentino

Maserati Grecale

Altro tema è quello relativo al momento, del settore e dell’intero sistema paese all’interno dello scacchiere europeo e globale. “Il piano presentato da Tavares sull’elettrificazione segue linee generali che rappresentano quello che un’azienda moderna deve portare avanti, ma le strategie sull’elettrificazione non possono limitarsi ad un annuncio”.

Un fatto che riguarda tutti per il vice segretario di FDI e che ha in Cassino il suo esempio più lampante. “Non basta annunciare l’arrivo di una macchina e non basta dire che sarà anche elettrica per dimostrare che questo stabilimento ha un futuro. La fabbrica di Cassino ha tutte le carte in regola per essere uno dei migliori stabilimenti europei del gruppo ed allora diventi una fabbrica al servizio dell’Europa”. Per Picano sono quindi necessarie nuove produzioni, che sfruttino per intero l’arco dei marchi rappresentati da Stellantis, solo così si può lanciare quel famoso messaggio di fiducia. 

Anche perché di questi tempi, con gli eventi bellici in atto, la crisi dei semiconduttori e quella dei costi energetici, se non si prova a fare un passo in avanti si rischia di essere travolti. E’ per questo che Picano chiama in causa il Governo: “Ora si deve fare realmente un passo in avanti per fronteggiare il problema. Si è andati avanti con annunci e soluzioni tampone, ma qui rischiamo grosso tutti quanti. Il problema dei costi dell’energia riguarda Stellantis, ma riguarda tutte le imprese del settore. Si faccia qualcosa e si faccia subito, perché non c’è più tempo e fermare una fabbrica qualsiasi vuol dire mettere a rischio decine e decine di famiglie”.

Il governo delle belle parole. Vigileremo

Giancarlo Giorgetti (Foto Andrea Giannetti © Imagoeconomica)

A proposito di Governo, Picano prende proprio ad esempio il comunicato del Ministro Giancarlo Giorgetti al termine dell’incontro, definendo giusti i concetti, ma la realtà dei fatti diversa. “Quelle di Giorgetti sono belle parole, ma la realtà è che il Governo continua a non mettere un euro per fronteggiare la situazione dell’energia. Ora si dà la colpa alla crisi Ucraina, ma il problema sussisteva già da tempo e mentre qualcuno chiedeva soluzioni, l’esecutivo se ne infischiava”.

Su una cosa Picano però è d’accordo con Giorgetti, ovvero sul fatto che ognuno debba fare la propria parte. “E’ vero, tutti devono fare la propria parte, soprattutto Stellantis che deve smetterla di pensare che il concetto di ‘un’auto in più’ possa essere quello giusto”.

Il Partito della Meloni, attraverso proprio il dipartimento regionale crisi aziendali continua a monitorare la situazione. “Chi è al governo, nazionale e regionale – conclude Picano – non pensi che noi restiamo a guardare, perché è nel DNA del nostro Partito la difesa di tutto ciò che è un patrimonio nazionale. Soprattutto l’industria ed il territorio nel quale prospera”.