Picano sotto un(a) Ruspa: scontro con il senatore per la candidatura a Cassino

Scontro acceso durante la direzione di Fratelli d'Italia tra Gabriele Picano ed il senatore Ruspandini. Al centro, la candidatura a sindaco di Cassino. Le voci da Roma. Il sospetto che vogliano segarlo. Per fare un piacere alla Lega

«Te ne vuoi andare dal Partito? Vattene come hai fatto da tutte le altri parti in cui sei stato».

«Io non me ne voglio andare e se ti sei messo in testa di cacciarmi hai sbagliato tutto»

«Vai a farti curare! Devi farti curare».

Frammenti dalla riunione dei dirigenti provinciali di Fratelli d’Italia avvenuta l’altra sera. A confrontarsi sono stati il senatore Massimo Ruspandini ed il vice coordinatore provinciale Gabriele Picano.

La candidatura a Cassino

Tutto si è scatenato per le candidature a sindaco di Cassino. Sergio Iannetta, consigliere comunale di Belmonte Castello, nel corso dei lavori solleva un problema. In sostanza dice “c’è un problema di visibilità del Partito nel cassinate” A cosa si riferisce? “Voi del Frusinate volete continuare a dare le carte e a Sud non fate crescere nemmeno l’erba: così avete il controllo del Partito“.

Massimo Ruspandini viene da lontano: le riunioni politiche le faceva nel Movimento Sociale Italiano ed in Alleanza Nazionale dove finiva in zuffa una volta si e l’altra no. Fiuta subito l’aria di scontro. Capisce che qualcuno vuole incendiare i pozzi. “Già so dove vuoi andare a parare!” tuona il senatore della Repubblica, alza la voce e ripete la frase per sovrastare quella dell’avversario.

Iannetta la butta lì, a brutto muso: nella sostanza il concetto che esprime è “Non cresceremo fino a quando non vi renderete conto che Picano è una risorsa del Partito anche se non viene dal cameratismo e proviene da una storia diversa. Ma se il Partito non lo utilizza per crescere non andremo da nessuna parte a Cassino“.

Le voci romane

C’è un retroscena ad innescare lo scontro. Fino a quel momento nessuno lo ha detto durante la riunione. Ma a Gabriele Picano è stato riferito un dialogo, attribuito al capogruppo di Fratelli d’Italia a Montecitorio Francesco Lollobrigida con il senatore Francesco Aracri. La versione che gli viene riferita sostiene che i due avrebbero detto “Con Picano candidato sindaco a Cassino saremmo in grado di eleggere diversi consiglieri: se la sente di fare la partita anche senza la Lega? O è disponibile a candidarsi solo se c’è il patto con la Lega?”

Vero? O falso? Perché né Lollobrigida né Aracri hanno sollevato il telefono ed hanno posto la questione a Picano? Temevano di disturbarlo? Forse anche a Gabriele Picano viene il dubbio che sia tutta una fregnaccia. E risponde attraverso l’interlocutore che gli ha riferito il dialogo. Manda a a dire: “Riferite a Lollobrigida e Aracri che se a me nessuno lo dice che c’è un gradimento sulla mia persona, non posso pormi il problema“.

Nel corso della riunione dei dirigenti provinciali FdI Gabriele Picano non riferisce niente. Ma il tarlo ha iniziato a rodere da dentro. Gli è venuto il dubbio che forse era tutto vero. E che Massimo Ruspandini gli aveva tenuto nascosto tutto per impedirgli di candidarsi.

Scontro aperto

Quando Iannetta introduce l’argomento, Picano alla fine rompe gli argini e domanda a Ruspandini: «Massimo, fammi capire: che vogliamo afre alle Comunali di Cassino?»

È l’inizio di un confronto aspro. Il senatore dice che la candidatura a sindaco di Cassino per il centrodestra spetta alla Lega.

«Però se tu non poni sul tavolo una nostra candidatura noi andiamo di rimessa: allora facciamo le primarie».

I toni hanno cominciato a farsi più concitati. Ruspandini capisce che Picano vuole candidarsi a sindaco. Ma ha la ferma convinzione che in città non ci sia una forza elettorale sufficiente per innescare un braccio di ferro con la Lega. Inutile – dal suo punto di vista globale – andare in guerra per una battaglia che si rischia poi di non vincere.

Per Gabriele Picano sono tutti pretesti. È convinto che non vogliano farlo crescere nel Partito perché lui non è un camerata. E lo urla davanti a tutti.

Massimo Ruspandini con altrettanta chiarezza gli risponde «Gabriele, tu stai male: se non ti volevamo far crescere spiegami perché ti abbiamo nominato vice coordinatore provinciale?».

«Allora se sono il vice coordinatore io chiedo che ci sia un riconoscimento della mia leadership su Cassino. Alle scorse regionali ho preso 2500 voti, se non si prende atto di questo peso è inutile che io faccia il vice segretario». In realtà, Gabriele Picano non sopporta che sia Angela Abbatecola a partecipare alle trattative politiche in corso a Cassino per comporre le alleanze nel centrodestra.

«Curati Gabrié, le trattative a Cassino le porta avanti il coordinatore Paolo Pulciani» sbotta Massimo Ruspandini.

L’asse con Antoniozzi e Iannarilli

Ormai Gabriele Picano è convinto. Che il problema sia il suo nome. E che lui venga da una storia diversa. Che fa riferimento allìaltra anima di Fratelli d’Italia: quella che alle prossime Europee voterà l’ex corsista Alfredo Antoniozzi e che potrebbe costruire un asse con l’ex presidente della Provincia Antonello Iannarilli. Che ormai tutti danno per organico a FdI. Anche se mai ha partecipato ad una riunione.

Ne è talmente convinto che arriva a pensare di farsi autorizzare dal Partito a presentare una sua lista civica: alle Comunali di cassino Picano vuole esserci. «Io posso anche non candidarmi ma non posso lasciare a piedi una intera classe classe dirigente che mi sta vicino da sempre»

Ruspandini perde la pazienza. «Vuoi andartene? vattene, come hai fatto con tutti i Partiti dove sei stato prima. Vatti a curare!»

Presenti a quel confronto così acceso ci sono il coordinatore Paolo Pulciani, il dirigente Samuel Battaglini, il consigliere comunale di Frosinone Marco Ferrara. Nonostante i toni accesi ed a tratti qualche urlo, non si preoccupano più di tanto: è sana dialettica politica. A Destra un po’ più appassionata.

Il dubbio però, a Gabriele ormai si è insediato.