Stessa mano, stessa matita: i segni sulle elezioni di Piedimonte finiscono in Procura

Il sindaco di Piedimonte San Germano Gioacchino Ferdinandi ha consegnato questa mattina un esposto alla Procura di Cassino. Ieri in Prefettura erano stati scoperti segni su 59 schede elettorali a suo favore. Oggi la denuncia: tracciate dalla stessa mano e con la stessa matita

Troppi misteri. I segni di riconoscimento sulle 59 schede elettorali votate lo scorso anno a Piedimonte San Germano ci sono. Ma hanno tutti una stranezza. Così evidente che il sindaco Gioacchino Ferdinandi ha salito le scale del Palazzo di Giustizia di Cassino ed è andato a consegnare un esposto alla Procura della Repubblica.

Lo hanno messo a punto gli avvocati Giuseppe Di Mascio e Massimo Di Sotto. Ci hanno lavorato tutta la notte partendo da ciò che è stato scoperto ieri pomeriggio in Prefettura a Frosinone nel corso della ‘verificazione‘ disposta dai giudici del Consiglio di Stato. (leggi qui Le schede segnate c’erano: torna in discussione il risultato a Piedimonte San Germano)

Un controllo che era stato chiesto dall’avvocato Francesco Scalia nell’interesse del dottor Ettore Urbano, il primario di Pronto Soccorso dell’ospedale di Cassino che nelle scorse Comunali era stato battuto dall’avvocato Gioacchino Ferdinandi per appena 32 voti.

La ‘verificazione’ ha effettivamente portato a scoprire 59 schede elettorali votate nella Sezione numero 5, sulle quali erano stati disegnati piccoli cerchi, quadrati o triangoli. Sempre in un punto preciso della scheda elettorale: la parola ‘ora’ stampigliata nel simbolo del candidato Ferdinandi. Al quale quei 59 voti sono stati assegnati.

Se il Consiglio di Stato li dovesse considerare nulli, il risultato delle elezioni verrebbe ribaltato.

 

LA DENUNCIA DI FERDINANDI

I simboli ci sono. Ma il sindaco Gioacchino Ferdinandi ed i suoi legali hanno notato alcune stranezze.

La prima. I simboli sono tutti uguali. Come se fossero stati tracciati dalla stessa mano. In ogni scheda c’è una calligrafia diversa con la quale è stato scritto il nome del candidato consigliere comunale al quale l’elettore ha assegnato la preferenza. Ma i disegni sono tutti uguali e nessuno presenta le indecisioni riscontrate invece nella scrittura del nome sulla scheda. Cerchi precisi, quadratini simmetrici, asterischi sempre della stessa forma.

La seconda. La matita è la stessa. Come se quei simboli fossero stati disegnati con la stessa matita. Possibile che tutti i 59 elettori si siano ritrovati in mano sempre lo stesso lapis? Eppure nel seggio ce ne sono almeno uno per ogni cabina, almeno tre o quattro. Ai quali ogni tanto viene temperata la punta e quindi il tratto è diverso. Ma non in questo caso, sostiene l’esposto.

La terza. Nessuno ha visto. Il terzo elemento di sospetto. Nessuno ha notato, su nessuna delle 59 schede, che erano stati tracciati dei simboli: né il presidente di seggio, né il segretario, né gli scrutatori, né i rappresentanti di lista.

La quarta. I tempi di consegna. Nell’esposto si chiede di verificare se le schede della Sezione 5 di Piedimonte San Germano siano state inviate all’Ufficio Elettorale ed alla Prefettura nei tempi standard di tutti gli altri Comuni. Perché? Per capire se siano rimaste ventiquattr’ore in più in paese. E qualcuno abbia avuto la possibilità di manometterle.

 

 

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