Pigliacelli a cena con i sindaci: “Mario paladino della Tav? Ma mi faccia il piacere”

La cena dal Bettoliere a Sant'Angelo in Theodice dove Marcello Pigliacelli ha incontrato una delegazione dei sindaci della Consulta del Cassinate. Per parlare di Tav. Le accuse a Mario Abbruzzese. E la telefonata davanti a tutti. La diretta di Buschini "Stiamo perdendo di vista il trionfo: abbiamo ottenuto le fermate a Cassino e Frosinone da luglio”. Il centrodestra raccoglie le firme.

Alberto Simone

Il quarto potere logora chi lo ha dato per morto

Bisogna salire sul treno giusto, non conta la stazione: è sicuro Marcello Pigliacelli, presidente della Camera di Commercio di Frosinone. Non capisce il braccio di ferro che l’ex consigliere regionale Mario Abbruzzese vuole innescare tra Cassino ed il capoluogo per reclamare la stazione. Teme che a furia di fare baccano possa sparire tutto: le due fermate Tav già assegnate sia a Cassino che Frosinone, la nuova stazione destinata a Ferentino. Così venerdì sera ha incontrato faccia a faccia i sindaci della Consulta del Cassinate: a cena dal Bettoliere di Sant’Angelo in Theodice. (leggi qui La Tav per andare in Europa: fermate a Frosinone e Cassino. Stazione a Ferentino).

La cena dal Bettoliere

Marcello Pigliacelli Foto: © Imagoeconomica, Giacomo Quilici

Undici presenti a tavola. Ristorante prenotato dal sindaco di Cassino Enzo Salera. A causa delle norme anti Covid è stata allestita una tavolata da 30 con tre posti tradizionali per ogni commensale.

A timbrare il biglietto sono stati i sindaci Gioacchino Ferdinandi (Piedimonte San Germano), Libero Mazzaroppi (Aquino), Sergio Messore (Sant’Ambrogio sul Garigliano), Giuseppe Villani (Esperia), Benedetto Cardillo (Ausonia), Oreste De Bellis (Castelnuovo Parano), Antonio Iannetta (Belmonte Castello), Benedetto Murro (Pignataro Interamna) e Luigi Rossi (Villa Latina). Più naturalmente Enzo Salera.

L’unico assente? Marcello Pigliacelli: «Scusatemi, ho avuto un contrattempo sto arrivando» ha avvisato al telefono. Quaranta minuti più tardi era a tavola, vantandosi di avere impiegato appena 21 minuti dal Capoluogo alla città martire.

Menù serale ed estivo: antipasto di mare, assaggino di pasta con scampi, frittura di paranza e calamari, accompagnati da una falanghina di prima vendemmia.

Tema centrale della sera: «Io non capisco questa contrapposizione tra il Sud ed il nord della Provincia sulla Tav». A che titolo Marcello Pigliacelli incontra una delegazione della Consulta e discute di Treno ad Alta velocità? «Il primo progetto della fermata Tav in provincia di Frosinone lo feci sviluppare io: carta canta. Facemmo il convegno nel palazzo della Provincia quando Antonello Iannarilli era presidente e Gianfranco Battisti era alla presidenza dell’Alta velocità».

Mario vieni qui

Mario Abbruzzese

Tra un bicchiere di vino e una grappa, il presidente della Camera di Commercio ha spiegato perché la stazione è un falso problema. «Perché quello che conta sono le fermate. E noi le abbiamo ottenute: sia a Cassino e sia a Frosinone. È quello il vero valore aggiunto, la possibilità di essere raggiunti in un attimo da tutta l’Italia. Le fermate ci sono e sarà possibile prendere il Frecciarossa a cassino già da luglio».

In effetti a Frosinone Nicola Ottaviani non ha perso un secondo a protestare perché la stazione non gliela fanno in casa bensì a Ferentino. Invece ha costituito subito un Comitato per ‘vendere‘ il territorio: case a poco prezzo, aria buona, qualità della vita ad una fermata da Roma. «È inutile fare la guerra contro Ferentino, lavorate a un progetto vostro» ha spiegato Pigliacelli.

Cosa intende? Marketing territoriale: ‘vendere‘ Cassino a Roma per fare in modo che anche terreni e case Cassinati moltiplichino illoro valore grazie alle fermate Tav.

Quindi ha messo in guardia i primi cittadini: «Non fatevi dettare la linea da Mario Abbruzzese». L’ex presidente del Consiglio regionale è il convitato di pietra al tavolo. Marcello Pigliacelli ha detto che il leader del centrodestra cassinate è contro la Tav perché non è riuscito ad ottenerla lui, nemmeno quando era presidente del Consiglio Regionale. «Non ha ottenuto nulla di concreto per il territorio. Quindi oggi non è credibile come paladino della Tav».

Ci va giù come un maglio. L’imbarazzo diventa palpabile, soprattutto quando prende il telefono e chiama in diretta Abbruzzese per dirgli che è a cena con il suo amico Gioacchino, con riferimento al sindaco di Piedimonte. Finisce comunque con una risata.

Si fa a Ferentino per tanti motivi

Gianfranco Battisti

Al netto del folklore, sono due i messaggi importanti che vengono fuori al termine della cena. Il primo: per avere la Tav il Cassinate non deve fare la guerra con il Nord, non ha senso. Perché la Tav già ce l’ha: ha due fermate da luglio esattamente come Frosinone. Il secondo, più importante: continuare a lavorare per avere l’Alta Velocità: «Se trovate i finanziamenti la stazione si può fare anche a Pignataro».

Cosa significa? Che la fermata ha un senso se sviluppa economia. Gli indicatori dicono che il prossimo fattore di sviluppo sarà il Turismo: a Fiuggi ci sono stati investimenti milionari che in pochi anni porteranno business. Ma se c’è interesse economico per farla anche a Cassino e ci sono i soldi con cui sostenere il progetto, nulla vieta che ci sia anche una fermata cassinate.

Insomma, il segnale è: prima di imbarcarvi in una discussione su dove si farà la stazione, pensate ad approfittare dei benefici che porterà da subito la fermata.

E fornisce un’anticipazione: ai commensali Marcello Pigliacelli dice che l’università di Cassino assegnerà una laurea honoris causa a Maurizio Gentile, amministratore delegato di rete Ferroviaria Italiana.

L’altra verità è on line

Marino Fardelli e Mauro Buschini durante l’intervista

Il paradosso vuole che quasi nello stesso momento in cui Marcello Pigliacelli tiene banco al Bettoliere, la stazione dell’Alta Velocità, sia al centro della discussione nella piazza virtuale.

Lo ha fatto il presidente del Consiglio regionale Mauro Buschini intervistato dall’ex consigliere regionale Marino Fardelli. Ha abbandonato la politica attiva e non potendo più fare eventi culturali causa Covid, si è trasformato in intervistatore.

Ai suoi microfoni Mauro Buschini ha spiegato: «La Regione non ha detto che la stazione Tav si deve fare a Ferentino e non si deve fare a Cassino. Quello per cui noi ci siamo battuti è avere la fermata Tav nella provincia di Frosinone». E le fermate sono diventate addirittura due: Cassino e Frosinone.

E la stazione a Ferentino? Quella è un’altra cosa. Un in più. Che non era previsto da nessuna parte. «La scelta tecnica non la fa la Regione ma l’investitore sulla base di criteri che valuta: a Ferentino c’è l’interconnessione con la provincia di Latina, la superstrada Sora-Frosinone che di fatto collega con Avezzano, il fatto che si trova vicino il casello autostradale e può essere un luogo di investimento per lo scalo dei pullman: trovandosi fuori dal raccordo si può costruire una nuova Anagnina. Sono criteri che non spetta a noi giudicare».

Buschini fa notare che il rischio è perdere di vista la vera dimensione della battaglia che è stata vinta: sono state ottenute le fermate a Cassino e Frosinone. «Noi la battaglia l’abbiamo fatta e su questo abbiamo avuto Zingaretti e il Governo alleati. La stazione? Il fatto che siamo qui a discutere di quante fermate debbano esserci a Cassino è già un grande risultato, una discussione inimmaginabile fino a sei mesi fa visto che la Tav in Ciociaria era ancora un sogno e non una realtà».

Ciacciarelli contro la Lega

Mario Abbruzzese durante la raccolta delle firme

Il centrodestra, invece, con il consigliere regionale Pasquale Ciacciarelli e il consigliere comunale Mario Abbruzzese nella giornata di sabato ha organizzato una raccolta firme per chiedere la stazione a Cassino.

Pasquale Ciacciarelli ha appoggiato l’iniziativa nonostante la Lega gli abbia chiarito che la posizione ufficiale del Carroccio è a favore della stazione a Ferentino. Ed è contro la contrapposizione Nord – Sud della provincia. L’input del coordinatore regionale Francesco Zicchieri era stato quello di volare alto e non impelagarsi in quella che viene considerata una battaglia di retrovia.

Battaglia sul Bilancio

Carlo Maria D’Alessandro Foto © Stefano Carofei / Imagoeconomica

A sottoscrivere la petizione sono stati anche vari esponenti di Italia Viva. A Cassino, del resto, i partiti di opposizione dei due Matteo (Renzi e Salvini) fanno ormai squadra da tempo: la prossima battaglia in Consiglio comunale contro la maggioranza sarà sul Bilancio.

La conferenza dei capigruppo per stilare l’ordine del giorno è fissata per mercoledì prossimo, ma data, luogo e argomento sono già abbastanza noti: l’assise si riunirà il 10 giugno, sempre in sala Restagno, per approvare il bilancio previsionale 2020. Con l’ok al documento contabile il Comune potrà avviare l’iter per le assunzioni.

La giunta ha già deliberato il piano di fabbisogno del personale che prevede 16 nuovi ingressi e 7 avanzamenti di carriera. Per il resto il documento contabile non prevede alcuna particolare novità: al netto delle agevolazioni che il Governo permetterà di fare ai commercianti colpiti dall’emergenza Covid. Ci sarà ad esempio lo sfruttamento gratuito degli spazi esterni senza pagare la Tosap.

Per i cittadini invece le imposte restano al massimo perchè c’è il dissesto. Il crack dei conti proprio in questi giorni compie due anni: è stato infatti dichiarato dall’amministrazione di centrodestra guidata dal sindaco Carlo Maria D’Alessandro il 25 giugno del 2018 con 14 voti favorevoli. Una scelta che tanti di quei consiglieri oggi non rifarebbero: restano agli atti le relazioni della Lega e lo scetticismo di alcuni esponenti di Forza Italia che infatti dopo qualche mese mese (febbraio 2019) sfiduciarono il sindaco.

L’inchiesta sul dissesto

Il procuratore generale della Corte dei Conti del Lazio Andrea Lupi © Imagoeconomica / Stefano Carofei

Oggi molti di quei consiglieri sono in subbuglio. A destare preoccupazione è una lettera della Corte dei Conti che chiede al segretario comunale dell’Ente e al presidente del Collegio dei revisori dei conti una relazione dettagliata in merito al dissesto. Si tratta a tutti gli effetti di una indagine che i magistrati contabili stanno portando avanti.

Lo ha rivelato Ciociaria Oggi che riporta un passaggio della lettera giunta sulla scrivania del segretario comunale Rosanna Sanzone dove il vice procuratore generale della Corte dei Conti, Tammaro Maiello, scrive: “Visti gli atti del procedimento aperto a seguito di una vostra segnalazione relativamente al dissesto finanziario, si ritiene necessario acquisire ulteriori dati, informazioni, notizie ed elementi utili alla ricostruzione dei fatti ed alla individuazione delle personali responsabilità. Il Pubblico Ministero dispone si trasmetta, una relazione, sottoscritta congiuntamente, in cui dovranno essere forniti i necessari chiarimenti e riscontri oggettivi in ordine a tale denuncia“.

Dopo aver appreso la notizia, alcuni degli ex amministratori hanno subito chiesto informazioni. Al momento non ci sono indagati. Il sindaco Enzo Salera non sembra non intenzionato a gettare benzina sul fuoco. In una video intervista al quotidiano L’Inchiesta dice: «Quello della Corte dei Conti è un atto dovuto. Hanno chiesto dei chiarimenti e noi come Comune li daremo. Non interveniamo nel merito dell’indagine che è una cosa che spetta alla magistratura e non a noi».

Ma Salera, in veste di consigliere comunale, aveva presentato un esposto alla Corte dei Conti dopo la dichiarazione di dissesto. Lo aveva fatto insieme al collega-consigliere Giuseppe Golini Petrarcone: adesso i due potrebbero essere chiamati dai giudici per essere ascoltati. Un ulteriore elemento di avvicinamento tra l’ex sindaco e l’attuale. Non è il primo, non sarà l’ultimo.