Il coraggio di tornare indietro e prendere la strada giusta (di M. Pigliacelli)

Foto: © Imagoeconomica, Giacomo Quilici

Il presidente della Camera di Commercio Marcello Pigliacelli risponde al nostro articolo sui posti di lavoro che ci sono ma mancano i ragazzi in grado di occuparli. E spiega: Non bisogna avere paura di tornare indietro se si capisce di avere preso la strada sbagliata

Caro Direttore, 

l’articolo da te pubblicato (“I posti di lavoro ci sono: mancano i lavoratori”), mi stimola a condividere un mio pensiero sulle pagine del suo blog.

Foto: © Imagoeconomica, Giacomo Quilici

Anzi, non già il punto di vista dell’imprenditore che tutti, o quasi, ben conoscete. Non il pensiero di un Presidente di Camera di Commercio, a volte fine osservatore dietro le quinte, altre volte incontenibile interprete della propria terra.

Con gli occhi dei ragazzi

Metto da parte per un po’ le mie convinzioni, le certezze e le conclusioni cui si arriva dopo anni di esperienza e lavoro, e provo a calarmi nei panni di un giovane dei nostri tempi, e a guardare il mondo e il territorio che viviamo con gli occhi di un ragazzo, magari appena diplomato o laureato o in procinto di farlo, e con in testa l’idea e la necessità di costruire il proprio futuro.

Se oggi avessi tra i 18 e i 22 anni e vivessi in provincia di Frosinone, magari senza alcuna prospettiva di cercare fortuna al di fuori di questi confini, quello che avvertirei, davanti al tam tam spesso discordante di notizie, sarebbe una gran confusione. 

Una generazione in confusione

A quale versione dare credito? Ciociaria al rallentatore o terra dalle mille opportunità? Una provincia abbandonata a se stessa, o una variegata landa da scoprire e valorizzare? E, soprattutto, Terra delle opportunità o Terra Senza Lavoro? Sono domande importanti, perché le risposte spesso determinano scelte di vita dalle quali si possono realizzare grandi imprese o intraprendere vie di fuga.

Il lavoro che c’è ma non si vede

D’altronde le possibilità non sono molte. E la verità è che la realtà è duplice: siamo una provincia che viaggia a due velocità, e a ricordarcelo, quando non sia la profonda conoscenza del territorio, sono i numeri (non ultimi quelli diffusi da Unioncamere a cui lei, direttore, faceva riferimento). 

Il lavoro c’è, ma non ci sono le persone formate per svolgerlo ed occupare posizioni che continuano invece a restare vacanti, anche in maniera preoccupante. 

I giovani meccatronici

Pensiamo solamente ai settori della meccatronica, della logistica, della meccanica, della moda. Pensiamo al terziario, un comparto in continua evoluzione che potrebbe sviluppare al suo interno figure importanti per il turismo, la ricerca, l’innovazione.

Oppure vogliamo parlare del settore agricolo? Saturo di opportunità (basti pensare ai fondi del PSR messi a disposizione dalla Regione che spesso restano inutilizzati), e sul quali pochi coraggiosi decidono di puntare, impegnando le proprie conoscenze, acquisite con anni di studio, a vantaggio di questo comparto, mettendosi anche in gioco per rendere questo settore innovativo e all’avanguardia. Pochi coraggiosi che magari avevano anche studiato per fare altro ma di fronte alle difficoltà hanno saputo, letteralmente, rimboccarsi le maniche senza sentirsi sviliti. 

Qualcosa di sbagliato

Ci deve essere qualcosa di sbagliato se, anche di fronte alle conseguenze di una pesante crisi economica, una buona fetta delle 7850 assunzioni previste dai dati Excelsior da ora a novembre, resteranno solamente sulla carta per mancanza di figure competenti pronte ad occupare quei posti. 

E allora, provo ancora ad immaginare, se oggi avessi tra i 18 e i 22 anni, un diploma o una laurea in tasca e nessuna prospettiva per il mio futuro, porrei a me stesso una sola domanda: ho fatto la scelta giusta? Ho scelto davvero il percorso di studi più adatto alle opportunità offerte da questo territorio?

Generazione Erasmus © Sara Minelli / Imagoeconomica

E la risposta sarebbe molto probabilmente negativa. Abbiamo spesso parlato di tracciare un percorso da seguire per restituire valore alla nostra economia, al turismo, alle bellezze e alle mille risorse di questa terra. Ma il percorso va tracciato a partire dall’indirizzo di studi che si sceglie di intraprendere, e in questo non sono e non saranno gli imprenditori ad essere decisivi, ma i giovani stessi, la Scuola, l’Università. 

Formazione, dunque. E quindi ricerca, occupazione, innovazione. E quindi sviluppo. Tutto è consequenziale. 

E’ nelle nostre scelte la possibilità di cambiare il futuro: ai più giovani il dovere di costruirne uno. Solido, ma flessibile. Un futuro di opportunità, fondato sulle reali possibilità che offre la nostra terra, per chi crede, o vuole credere, che il domani possa essere qui, in Ciociaria. 

Con stima,

Marcello Pigliacelli

error: Attenzione: Contenuto protetto da copyright