Il delitto perfetto di Pignataro Interamna

Un delitto perfetto. C’è questo dietro alla caduta del Consiglio comunale di Pignataro Interamna.

In apparenza l’ha determinata un Bilancio di lacrime e sangue. Bocciato dall’aula, ha innescato così la procedura di scioglimento ed il ritorno alle elezioni.

Le impronte digitali intorno al cadavere dell’amministrazione cittadina sono tante. Ma nessuna appartiene al sicario. Ci sono innanzitutto le tracce del commissario prefettizio Ernesto Raio: è lui ad avere predisposto i conti ed avere convocato i Consiglieri per valutarli. Tante orme sono riconducibili ai cinque amministratori che hanno votato no e bocciato il rendiconto. C’è poi una traccia evidente che conduce a chi tempo fa decise di rimettere l’autovelox lungo la Superstrada Cassino – Mare: i vari capitoli si reggevano in piedi grazie ai soldi delle migliaia di multe garantite con quell’infernale strumento.

In apparenza, la scena del crimine è questa: l’amministrazione il 9 settembre 2009 si dota dell’autovelox e grazie ai suoi scatti (ed ai soldi degli automobilisti) il bilancio è in equilibrio. Il tribunale di Cassino però a luglio 2016 condanna il sindaco Benedetto Evangelista (più il vice e due assessori) ad un anno per irregolarità nella gestione dell’autovelox. Il prefetto Emilia Zarrilli a settembre applica la legge Severino che dispone l’allontanamento dalle cariche per coloro che siano stati condannati, seppure nel primo grado di giudizio. Dal Palazzo di Governo mandano il commissario Ernesto Raio che si occupa dell’ordinaria amministrazione ed a marzo 2017 allestisce il bilancio in maniera scientifica, senza i proventi dell’autovelox. L’aula dice no e tutti a casa.

In politica nulla è come appare. Spesso è vero il contrario. La caduta dell’amministrazione non è una sconfitta per il sindaco Bendetto Evangelista. E’ la sua vittoria. Infatti, tra pochi mesi sarebbe terminata la sospensione in base alla Severino e lui sarebbe tornato in sella. Si sarebbe ritrovato a governare un paese senza più i soldi garantiti dalle contravvenzioni mentre tutto era stato pianificato in funzione anche di quelle entrate previste.

Volendo, il Consiglio Comunale poteva ribattere ai conti del commissario Ernesto Raio. Avrebbe potuto formulare proposte, avanzare emendamenti, ipotizzare correttivi. Invece no: tutti a casa.

In questo modo, toccherà al Commissario fare i tagli e aumentare al massimo possibile le tasse cittadine. Disponendo così la procedura di risanamento. In base alla quale, tra le altre cose, i fornitori verranno convocati e gli verrà proposto un pagamento tagliato del 50% circa, come accade quando c’è un fallimento. Ecco, il dissesto di un Comune è più o meno come il fallimento di un privato. Con la differenza che il Comune non può fallire.

A febbraio si tornerà alle urne, il sindaco Bendetto Evangelista potrà tornare a candidarsi non avendo più pendenze che gli impediscano né di presentarsi alle urne né di essere eletto. Soprattutto, si ritroverà il bilancio risanato. E nessuna sua impronta digitale.

Il grilletto lo hanno premuto altri. Per questo è un delitto perfetto.

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