Fazzone chiude la porta in faccia a Pirozzi. E lui scavalca il cancello

Forza Italia dice ancora una volta no alla candidatura di Sergio Pirozzi. A chiudere la porta in faccia è Claudio Fazzone. La macchina mediata Mediaset - Mondadori resta spenta. Lui intanto...

Un’altra porta chiusa in faccia a Sergio Pirozzi. Ancora una volta a dirgli no è stato il Coordinatore Regionale di Forza Italia Claudio Fazzone. Il suo Partito non intende cedere in alcun modo la casella della candidatura a governatore del Lazio. Soprattutto ad un sindaco di Amatrice popolare al punto di spostare, secondo i sondaggi, almeno il 10% dei voti, ma con il peccato originale di essere ingestibile e di non rispondere agli input dei Partiti.

 

Claudio Fazzone in queste pre lo ha detto ancora una volta con chiarezza: «Il nome di Sergio Pirozzi è un’autocandidatura Con tutto il rispetto per la persona, per governare una realtà complessa come il Lazio servono esperienza e capacità che arrivano da lontano. È come dover governare due Regioni in una: perché Roma Capitale vale quanto una Regione. Pirozzi non mi sembra che abbia questa esperienza».

 

Non è un gioco al rialzo. Non è un modo per alzare il prezzo della poltrona oggi occupata da Nicola Zingaretti. Non si tratta di un modo per sopravvalutarla e poi scambiarla al tavolo del centrodestra con due o tre seggi al parlamento. Forza Italia in questa fase fa sul serio. Sergio Pirozzi viene considerato un corpo estraneo alla Politica, capace di far saltare gli equilibri e gli accordi pazientemente costruiti con la Lega di Matteo Salvini e Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni. Anche perché nessuno dei due intende intestarsi la candidatura del sindaco. E dover cedere in cambio un paio di seggi alla Camera ed uno al Senato.

 

Che non sia un gioco al rialzo e che gli azzurri facciano sul serio lo si deduce dal rumoroso silenzio della macchina mediatica Mediaset – Mondadori. In occasione della presentazione del libro di Sergio Pirozzi (leggi qui ‘Pirozzi il (non) candidato fa il pienone: ma Forza Italia non c’è’) c’era tutto l’orizzonte politico ad ascoltarlo. Nessuno di Forza Italia era presente in sala, eccezione fatta per Gianluca Quadrini, capogruppo alla Provincia di Frosinone e presidente della Comunità Montana di Arce. Fin qui può essere un segnale politico. Ma nei giorni successivi al pienone registrato da Pirozzi nessun Tg Mediaset ne ha parlato, nemmeno una riga su Panorama, non una fotografia su Chi. La costruzione del consenso intorno ad un personaggio passa anche lì, in un paese che ha l’80% del corpo elettorale del tutto digiuno di Politica. Se quella macchia resta ferma è chiaro che il padrone non intende accompagnare da nessuna parte il sindaco di Amatrice.

 

Ma allora quando verrà indicato il candidato? Claudio Fazzone annuncia «Al Lazio occorre un nome di alto profilo, anche esterno ai Partiti, al di fuori della Politica. Ma che sia espressione di Forza Italia. Ormai sono maturi i tempi per scegliere il candidato a presidente».

 

Sue la porta è chiusa, Sergio Pirozzi continua però a scavalcare cancelli. Nelle prossime ore sarà a Pontecorvo al premio Paola Sarro. Per trovare una data libera e farlo andare ad Arce alla Comunità Montana occorre attendere almeno una decina di giorni se non molto di più. Continua a girare, incrementare la sua popolarità, non dicendo che punta alla guida della Regione Lazio. È lui la vera spina nel fianco del centrodestra. Che rischia di rivelarsi il migliore alleato di Nicola Zingaretti. Perché, piuttosto, che consegnare il Lazio ad uno che sta simpatico a Francesco Storace e flirta con Matteo Salvini, preferirà candidare chiunque e rinunciare a quel patrimonio di consenso che Pirozzi ha già accumulato.

 

A meno di non voler applicare il Piano B. Quello che Alessioporcu.it ha anticipato nei giorni scorsi (leggi qui’ Il Patto Storace – Salvini dietro alla candidatura di Pirozzi’): dirottare il sindaco al Parlamento. Come capo della Lega nel Centro Italia. Con il suo consenso, Pirozzi è in grado di trascinare almeno 3 parlamentari, non avrebbe l’incombenza di dover governare una doppia Regione come il Lazio (per dirla come Fazzone), potrebbe rimanere sindaco di Amatrice (non c’è incompatibilità), guiderebbe da lì la ricostruzione e costruirebbe il suo personaggio per una dimensione nazionale entro un paio di anni.

 

Soprattutto, metterebbe il cerino accesso nelle mani di Fazzone e Fratelli d’Italia: trovatevelo voi allora un candidato che a chances di vincere nel Lazio…