Pirozzi al ministero? «Alle 11 sto a Primavalle, io non perdo la faccia»

Il sindaco di Amatrice su Radio Anch'io risponde all'invito di Berlusconi a rinunciare alla candidatura. «Alle 11 sto a Primavalle, mi aprono le porte e mi fanno entrare. Non ci rimetto la faccia per un posto in Parlamento»

L’indiscrezione arriva da Latina nel tardo pomeriggio di mercoledì. Parte da ambienti del Centrodestra e viene raccolta da Latina Oggi e Ciociaria Oggi. Dice che Sergio Pirozzi sarebbe pronto a fare un passo indietro: rinunciare alla candidatura a governatore del Lazio in cambio di un posto al Ministero. Sottosegretario, ministro, commissario per la Ricostruzione: non viene specificato.

 

Il sindaco di Amatrice alle 6.45 del mattina è in diretta con gli studi di Radio Anch’io su Radio Rai Uno. E glielo domandano.  Gli ricordano che nella mattinata di ieri in quelle stesse frequenze ha parlato Silvio Berlusconi e gli ha lanciato un messaggio (leggi qui Berlusconi: Si a Gasparri». Ma Pirozzi gli guasta la festa). Dicendogli: «Dobbiamo avere la garanzia che non ci siano altre presenze nel centrodestra che possano sottrarre voti e determinare una sconfitta».

Pirozzi che fa?

Ci sono alcuni secondi di silenzio… Poi risponde: «Oggi alle undici vado a Primavalle… Ho circa 500 comitati, ci sono tante persone che mi seguono, mi vogliono bene: è chiaro che vado avanti, forte del consenso della gente. Non credo sia un reato candidarsi. Certo ritengo abbastanza paradossale che in prossimità di un’elezione importante com’è quella per la Regione Lazio, che è la seconda regione italiana per Pil, ancora si sfoglia la margherita. Questo è un po’ strano. Io vado avanti».

 

Gli domandano se ritenga che a chiedergli di farsi da parte debba essere Maurizio Gasparri, il vice presidente del Senato indicato come potenziale candidato del centrodestra da Berlusconi.

Sergio Pirozzi risponde evitando di urtare qualsiasi sensibilità. Ma con chiarezza: «Maurizio è una brava persona, un bravo senatore. Credo che debba continuare a fare il senatore. La scelta non spetta a me».

 

Semmai a qualcuno la prima risposta fosse sembrata poco decisa, lo scarpone torna sul punto del possibile ritiro. E ribadisce: «Alle 11 sto a Primavalle. Mi aprono le case, mi fanno entrare, mi vogliono bene, mi incitano ad andare avanti. Io lo faccio perchè sono una persona seria. Sarebbe paradossale se rinunciassi in cambio di qualche cosa».

 

Nessun ritiro, nessun parcheggio in un ministero. «Avrei fatto tutto questo per che cosa?Se avessi voluto andare in Parlamento lo avrei fatto sette mesi fa. Tante persone sono venute per offrirmi un posto. Nella mia vita sono sempre andato controcorrente e ci ho sempre messo la faccia. Credo che la Regione Lazio abbia bisogno della ‘scossa dello scarpone’. Perché, come dicevo prima, è la seconda regione italiana per Pil, ha un’importanza strategica e negli ultimi anni è stata relegata ad un ruolo  quasi da Cenerentola».

 

 

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