La confessione di Pirozzi: «Sulle Regionali sbagliai pure io a non fidarmi»

Sergio Pirozzi attacca il governo. "Sulla ricostruzione ha scelto l'allenatore sbagliato". Le elezioni regionali: "Sbagliai pure io a non fidarmi di Giorgia Meloni"

Un attacco frontale. Compiuto poche ore dopo avere reindossato la maglietta di Fratelli d’Italia. L’ex sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi si è lanciato contro il governo Lega – M5S ma soprattutto la parte pentastellata del contratto. Nel quale FdI non risulta tra i sottoscrittori.

Consigliere della Regione Lazio, da poco presidente  Commissione Nazionale Grandi Rischi all’interno di Fratelli d’Italia (leggi qui Lo Scarpone di Pirozzi entra nella calzoleria dei Fratelli d’Italia), Sergio Pirozzi è intervenuto ai microfoni de ‘L’Italia s’e’ desta‘ la trasmissione radiofonica di Radio Cusano Campus.

L’allenatore sbagliato

Sulla ricostruzione di Amatrice, il consigliere regionale è stato netto. «Quando una squadra sta per retrocedere, un presidente sceglie l’allenatore migliore per quel campionato. Invece in questo caso è stato scelto un allenatore, cioè il commissario, che non conosceva assolutamente il campionato che doveva disputare» ha affermato Sergio Pirozzi.

L’esponente di Fratelli d’Italia punta il dito verso Palazzo Chigi. «È stato fatto un grande sbaglio dal governo. Ho portato il mio piano a Luigi Di Maio, ma questo piano è stato accantonato e sono state fatte altre scelte. Rimane il rammarico perché volevo fare qualcosa per queste terre. Io ero nella zona rossa, ci siamo sporcati le mani di polvere, ho dovuto prendere decisioni con i miei amici morti ancora caldi e avrei dato qualsiasi cosa per cercare di fare qualcosa per queste terre».

Una consolazione, l’ex sindaco la prova. L’ha trovata proprio nell’Aula della Pisana. «Siamo riusciti ad approvare la legge Pirozzi con la Regione Lazio e spero diventi un modello anche per altre regioni».

La puzza sullo Sblocca Cantieri

«La mia grossa paura, sulla scorta dell’ultimo decreto sblocca-cantieri, è che ci sia in atto una grande speculazione. Fino all’altro ieri, per la ricostruzione privata, i proprietari avevano l’obbligo di rivolgersi a 3 ditte per valutare l’offerta migliore. Oggi nello sblocca cantieri è scritto che ti rivolgi ad un’unica ditta, questo può andare bene per le case singole, ma immaginate per gli aggregati, come fai a stabilire che Sergio è meglio di Stefano? Può essere incrinato il criterio di scelta quando non c’é comparazione».

Non è l’unico dubbio avanzato dall’ex sindaco di Amatrice. «Visto che nel centro Italia è stata varata la norma che riconosceva il 100% di indennizzo sia per le prime che per le seconde case, io feci inserire la clausola che almeno per i primi 2 anni dopo la ricostruzione il proprietario non potesse vendere i propri immobili. Ora nello sblocca cantieri è stata inserita la norma che basta che tu hai il contributo per la ricostruzione della casa, puoi vendere la tua abitazione».

Sergio Pirozzi individua anche un rischio nascosto nel testo della legge. E cioè che quasi tutto il patrimonio immobiliare dei Comuni distrutti dal terremoto finisca in vendita. La conseguenza sarebbe una maxi speculazione. E questo comporterebbe che l’economia non avrebbe più gli stimoli necessari per riprendersi.

L’indicazione che arriva dal nuovo responsabile di FdI per i Grandi Rischi è di emendare la norma in fase di conversione. Ma non è convinto che il Governo sia disposto a farlo. «Purtroppo il Governo del cambiamento non l’ho visto. Qui nel Centro Italia si sta perpetrando un tentativo di speculazione e non possiamo permetterlo. Io da oggi lavorerò con Fratelli d’Italia per far ripartire il Paese dalla cultura della prevenzione e non dell’emergenza, questa sarà la mia battaglia».

Il suo ritorno tra i Fratelli

Sergio Pirozzi solo da qualche giorno è tornato in Fratelli d’Italia. Ne era uscito poco più di un anno fa, nei concitati giorni delle candidature per la guida della Regione Lazio. Il Partito non volle candidarlo, non lo seguì nella sua fuga in avanti: aveva ben chiaro in mente che Pirozzi non era politicamente gestibile. Ma ora Pirozzi ammette che anche da parte sua ci fu una responsabilità.

«Io stavo con Fdi quando era un partito appena nato – ha detto Pirozzi – è stata una grande scommessa. Ho fatto un percorso in questo Partito uscendo dal Pdl, perché io sono un uomo di destra, quella vera, sociale, non quella affaristica».

«Poi c’e’ stato il percorso delle regionali dove ho sbagliato anche io, a fidarmi poco di Giorgia Meloni e a insistere, anche se poi il centrodestra ha sbagliato a scegliere un candidato a 35 giorni dalle elezioni. Ma poi le persone intelligenti si ritrovano».

Gli chiedono se si senta un figliol prodigo, rientrato a casa dopo avere girovagato. «Abbiamo ammazzato il vitello grasso perché il ritorno nella mia casa originaria mette a tacere tutte quelle voci che dicevano che in questi anni sono stato la stampella di Zingaretti».

De Rossi addio

Da ex allenatore di calcio, appassionato di sport, tifoso della Roma, a Pirozzi domandano un giudizio sull’addio al veleno di De Rossi alla Roma.

«Al di la’ degli aspetti economici legati alla vicenda, penso che i simboli vadano rispettati, la storia va rispettata, le vicende si possono anche chiudere ma si chiudono rispettando i valori delle persone. Questo non è successo. È una brutta pagina per come è stata gestita questa vicenda. È stata gestita in maniera orrenda e testimonia che in tante società si sono persi quei valori che fanno il senso del calcio».

«Quando una storia d’amore si interrompe penso ci debba essere sempre il rispetto per chi ha amato quella maglia. Sono dispiaciuto, non perché tifoso della Roma, ma perche’ noto che certi valori si stanno perdendo in virtù di proprieta’ estere che decidono da lontano e che hanno perso il contratto con la propria tifoseria. Oggi si é perso il valore della maglia» ha concluso Pirozzi.