Il dissesto: la pistola ad acqua del sindaco D’Alessandro (Conte della Selvotta)

I telegrammi del Conte della Selvotta sulla politica Cassinate. Un direttorio per controllare il sindaco di Cassino. Come avvenne a Roma per Virginia Raggi. Fallisco o non fallisco? Fare il dissesto è troppo difficile. Allora perché il sindaco lo annuncia così spesso?

Domenico Malatesta

Conte della Selvotta

 

CMD’A: FALLISCO O NON FALLISCO, QUESTO IL DUBBIO

CMD’A, il sindaco pro-tempore di Cassino, da due anni è afflitto dal dubbio amletico: faccio il dissesto o non lo faccio. Ma se lo faccio passo come il sindaco che ha fatto il dissesto e già mi accusano di aver passato l’acquedotto ad Acea.

E allora? Dalle stanze comunali parte il tam tam: si potrebbe fare il dissesto per l’arrivo di sentenze milionarie. Un allarme, presunto, per annichilire i ribelli interni (e ce ne sono) ed anche gli avversari politici.

La minaccia crea allarme negli uffici di ragioneria dove hanno appena chiuso il bilancio del consuntivo 2017. Con soddisfazione del mite prof. Ulderico Schimperna, assessore alle Finanze che rassicura tutti.

E per il 2018? I conti procedono sul trend della linearità. Per gli uffici finanziari non ci sono, per ora, notizie di sentenze milionarie in arrivo per espropri non pagati nel secolo scorso. Se arriveranno si vedrà.

Allora perché il sindaco lancia l’allarme? Qualcuno prova a spiegare ai consiglieri dell’asilo, molto poco esperti in materia, che l’iter del crac finanziario è lungo e complesso. La Corte dei Conti è molto severa. Ai giudici bisogna portare le carte e giustificare la richiesta. E la prima volta la richiesta viene respinta. Quindi parte l’avviso di rifare i conti bene, risparmiare e non fare spese inutili.

Per chiedere ed ottenere il dissesto poi si dovranno giustificare gli incarichi ai cosiddetti consulenti, tecnici e legali (di recente spesi 55 mila euro per due tecnici) e giardini non indispensabili (spesa di 40 mila euro), più altre operette ed incarichi.

Ma a non convincere qualcuno dei consiglieri un po’ più svegli è una frase. La pronunciò a dicembre il sindaco. Disse: «Siamo in predissesto consolidato e il dissesto non è più possibile!»

Allora perché il sindaco oggi lancia l’allarme? Vuoi vedere che è per tentare di tenere buoni i ragazzi troppo chiassosi?

 

UN DIRETTORIO PER IL SINDACO

M.A. da quando è divenuto quasi deputato non eletto non è più così rassicurante. Ed allora CMD’A vive nel timore dello sgambetto in Aula da parte degli aventiniani (per ora 4 ma potrebbero diventare 6).

Ieri sera da un vertice tra CMD’A e i ribelli (Palombo, Marsella, Monticchio, Franchitto e Antonio Valente) c’è stata ancora una fumata nera al Comune di Cassino.

D’accordo con gli obiettivi ma la Lega non  si fida delle promesse del sindaco sulla trasparenza e sulla collegialità ed ha chiesto l’istituzione di un direttorio politico formato da un esponente di ogni Partito più uno per le liste civiche. Il sindaco si é riservato ma se non procede subito, hanno avvertito, non si voterà il consuntivo. E perciò tutti a casa.

L’incubo della figuraccia incombe sul palazzo comunale. Rosario Franchitto di FDI, dopo aver concordato che tutti i Partiti fossero rappresentati in giunta, é uscito. Mediazione in corso tra Massimo Ruspandini e Mario Abbruzzese.

 

IL CANTIERE DI CMD’A

Lui è ingegnere ma è anche primo cittadino di Cassino, al secolo Carlo Maria D’Alessandro, in breve CMD’A. E vuole realizzare ben 6 cantieri, da qui al 2021 per portare a termine il programma elettorale.

Una strategia di comunicazione con cui tentare di mandare segnali positiva ad una città che per ora non ne ha ricevuti. È stata decisa nella tumultuosa riunione dello scorso fine settimana (leggi qui Tutto il vertice di maggioranza, strillo per strillo)

Nulla di nuovo. Anzi buoni propositi, visto che finora si è all’anno zero, per definizione propria della maggioranza, rissosa, che lo sostiene. Ma CMD’A presenta il piano in un momento di rissa continua per tentare di convincere la platea (di assessori e di consiglieri, assenti compresi) che il tempo delle mele è finito e che bisogna passare alle cose più concrete.

 

LE ALLEGRE COMARI COMUNALI

Tengono banco “le allegre comari comunali”, il capogruppo di Forza Italia Rossella Chiusaroli, con veemenza, e Francesca Calvani, vice presidente del Consorzio dei servizi sociali, con passione.

Sono arrabbiate, contro tutti. Contestano i componenti del cerchio magico. Bersaglio principale il cerimoniere abbaziale Benedetto Leone, il quale con la pazienza del Santo da Montecassino ascolta le loro arringhe in silenzio. Rivendica l’inviperita Calvani. “Io faccio tanto per il sociale e poi i meriti se li prende tutti lui, l’assessore. Adesso basta. Chi monopolizza la comunicazione?.”

Al pari delle “Allegre comari di Windsor” (l’allegra commedia shakespeariana) le due donne recitano a soggetto.

E così la lettera ad Acea addebitata alla Chiusaroli è risultata scritta (lo ha saputo il Conte della Selvotta) da un consulente del sindaco  esperto in materia. E non dalla Chiusaroli che è stata mandata allo sbaraglio, a sua insaputa, e quindi contestata.

Lo stesso consulente, che assegna gli incarichi legali, avrebbe nascosto gli interessi personali all’ignara Rossella. Comunque nobile l’intento della Rossella: Con l’invito ad Acea ad occupare la sede del Forum della ricerca voleva far rientrare a Cassino 40 persone che da qualche mese sono costrette ad andare ogni giorno a lavorare a Frosinone.

Velenosa la Rossella verso il cerimoniere benedettino: lui e il cerchio magico hanno stancato.. Velenosa ancora di più Francesca Calvani: «Chi non ha votato il bilancio è fuori da questa maggioranza». Non lo ha votato l’avvocato Antonio Valente (Noi con l’Italia). Il consigliere aventiniano fa parte del quartetto dei dissidenti che vogliono l’azzeramento delle deleghe. Chi vincerà?