Pizzutelli e l’ascensore verso l’unità del centrosinistra

Lo sbrocco di Marzi in Aula: "Mancanza di tatto, una caduta di stile, una mancanza di savoir faire e di rispetto ”. Non ha dubbi angelo Pizzutelli. Che mette in evidenza l'unità del centrosinistra

Fabio Cortina

Alto, biondo, robusto, sOgni particolari: molti

Mancanza di tatto. Mancanza di tatto a cui si aggiunge la perdita di una occasione irripetibile. Il capogruppo del Partito Democratico di Frosinone Angelo Pizzutelli bolla così quanto accaduto nell’ultima seduta consiliare del capoluogo: l’avvocato Domenico Marzi, mentre illustrava la sua mozione, è stato interrotto e bloccato dal Presidente d’Aula Massimiliano Tagliaferri. Una decisione presa perché Marzi aveva sforato i tempi.

Legittimo – spiega Pizzutelli – ma quantomeno fuori luogo. Per due motivi. Il primo: ricordiamoci nella scorsa consiliatura quanto e quale tempo è stato lasciato alla maggioranza nelle repliche ai consiglieri durante i question time. Ed in quel caso nessuno ha mai impugnato il cronometro. Il secondo motivo: questa è una città in cui il Consiglio si riunisce col contagocce”.

Qui non si discute mai e ci bloccano pure

Domenico Marzi

Siedo in consiglio comunale da un ventennio, e mai era capitato che passassero tre mesi e mezzo tra un consiglio ordinario ed un altro. Questa è la situazione in cui ci troviamo qui a Frosinone”. Pizzutelli incornicia così il fattaccio accaduto giovedì, riferendosi all’ultimo consiglio del 2022 (dicembre) ed al primo del 2023 (metà marzo). Una situazione che per lui non è degna di una città capoluogo, in cui arrivano delibere in Aula col contagocce e poi ci si permette di giocare col cronometro.

E’ stata una caduta di stile, una mancanza di savoir faire e di rispetto nei confronti del consigliere Marzi che, tra l’altro, stava parlando di un tema importantissimo come quello dell’ascensore inclinato”. 

Un tema che non riguarda solo l’infrastruttura in sé, ma anche quello che intorno ad essa potrebbe nascerne a livello di contenzioso. “A chi chiedeva perché abbiamo portato ora in aula questo tema, rispondo dicendo che il motivo sta nei rilievi mossi da Anac l’Authority nazionale anti corruzione circa l’appalto del trasporto pubblico”.

Un ascensore rotto

La stazione dell’Ascensore (Foto Massimo Scaccia © Giornalisti Indipendenti)

Per farla breve: l’autorità anticorruzione ha chiesto conto al Comune sul funzionamento dell’ascensore che fa parte dell’appalto del trasporto pubblico; dovrebbe gestirlo il gruppo Cialone che ha vinto la gara. Ma i Cialone si occupano storicamente di bus, sugli ascensori possono cimentarsi: però glieli debbono dare che funzionino. E quello del capoluogo non funziona.

Il Comune interpella una ditta specializzata sui costi di una eventuale riparazione e la risposta c’è: 136 mila euro. Tutto sulla sezione trasparenza del comune. “Non le centinaia di migliaia di euro sventolati dalla maggioranza, ma poco più di centomila euro, facilmente reperibili tra le pieghe del bilancio”. Invece l’amministrazione comunale punta al raddoppio della linea: non un ascensore ma due. Perché? Lo finanzierebbero i fondi Pnrr.

Il dibattito prende quota. Il sindaco Riccardo Mastrangeli dice a Domenico Marzi che fu proprio la sua amministrazione ad ipotizzare il raddoppio della linea e che lui s’è limitato a trovare le coperture. Marzi è convinto che la delibera del Comune così com’è scritta non stia in piedi e vada aggiustata. Dalla maggioranza dicono che Marzia si sia alzato e sia andato via perché s’era reso conto d’essersi infilato in un cul de sac.

Angelo Pizzutelli fa ordine. E respinge al mittente le accuse di voler per forza essere contro. Sottolineando come non esistano gruppi politici che remano contro lo sviluppo della città. “Qui – spiega ancora Pizzutelli – non si riesce a garantire l’ordinario, come il trasporto pubblico, e si viene a parlare di raddoppiare l’ascensore? Ecco, ieri oltre la caduta di stile, la maggioranza ha perso anche l’occasione di donare alla città una infrastruttura che questa, di fatto non ha mai avuto. E di riqualificare una zona come il parcheggio, che ormai come ho avuto modo di dire in consiglio – chiosa Pizzutelli – è in balia di ogni sorta di degrado e senza telecamere”.

Una scossa per essere compatti

L’Aula del Consiglio Comunale

Il segnale che arriva dalla seduta di giovedì è però importante e da cogliere tra le forze di opposizione. La mozione portata in aula da Marzi e redatta in maniera collegiale, ha visto la firma di quasi tutta l’opposizione (mancava il Psi) ed è questo il segnale da seguire.

Qui dobbiamo renderci conto – dice il consigliere Pd – che se non siamo uniti e se non ci allarghiamo anche alla società civile, non riusciremo a riprenderci questa città. Per questo quello dell’unità è un frutto da cogliere e preservare”.

Per Pizzutelli, Marzi è un fuoriclasse dalla politica e la sua mozione è stata una scossa importante, per le forze di opposizione, ma anche per la maggioranza. “Io auspico e farò in tutti i modi, affinché ci sia una maggiore collaborazione tra le forze di centrosinistra. Perché noi dobbiamo concentrarci sul costruire una alternativa a questa amministrazione e non andare a fossilizzarci sulle logiche interne”.

Tornare a guardare e ad opporsi ad un governo della città che produce slogan, ma pochissimi risultati per i cittadini: è questa la chiave per Pizzutelli. “Io vedo una realtà virtuale raccontata dall’amministrazione Mastrangeli, mentre lo stato dei fatti è sotto gli occhi di tutti e ieri queste difficoltà – dice ancora Pizzutelli – sono emerse in tutta la loro evidenza, con il rigetto del governo della città di una mozione che rappresenta il bene comune”.

Marzi non molla il consiglio

Domenico Marzi con Angelo Pizzutelli

Il rischio per il centrosinistra è che Domenico Marzi lasci l’Aula. È stato sibillino durante il Consiglio dell’altra sera. Ha annunciato che non metterà più piede in Consiglio Comunale perché : “non ho tempo da perdere con queste cose (i tempi contingentati), mentre io ho proposto argomentazioni serie, nell’interesse della città“.

Andrà via? “No, non andrà via. Tornerà in Consiglio. E lo farà solo perché glielo ha chiesto la città. Quando si è saputo che intendeva mollare per via di quell’atteggiamento molto discutibile del presidente d’Aula ha ricevuto decine di telefonate. Lo hanno chiamato persone che si sentono rappresentate solo da lui. E gli hanno detto che deve restare. Così come gliel’ho chiesto io ed il Gruppo. Memmo è l’anima di questo Gruppo e la sua esperienza è indispensabile per tutti noi”.

La mozione apripista

I segnali dell’unità del centrosinistra, già si erano visti (Psi compreso stavolta) in una mozione presentata a marzo proprio da Pizzutelli. L’opposizione l’aveva condivisa in toto, pur non essendoci in calce le firme dei consiglieri, mettendo in campo la prima prova vera e propria di comunione di intenti.

Si trattava della proposta di una tariffazione agevolata relativa alla Tari per quei locali che non hanno o dismettono i videopoker. Una iniziativa volta a contrastare una piaga come quella della ludopatia. “Lo avevamo presentato in aula nella prima seduta dell’anno, ma l’assessore Piacentini ci aveva chiesto di portarla nella seduta che avrebbe portato all’approvazione delle tariffe Tari”.

E quindi l’emendamento è stato presentato nell’ultima assise, raccogliendo un segnale di apertura da parte della maggioranza: “C’è da dirlo, l’assessore Piacentini in apertura di seduta – ha detto il consigliere Pd – ci ha sottolineato che non poteva farla propria perché serve l’approvazione del Bilancio. Ma una volta approvato il bilancio si troveranno le somme per inserire questo emendamento di elevato valore sociale, andando a coprire la tariffa per chi si adeguerà e toglierà le slot”.

Un provvedimento che potrebbe essere il primo atto, poi seguito dalla mozione di Marzi (anche se senza PSI), per dare slancio ad una opposizione che solo unita, secondo Pizzutelli, può tentare l’assalto a Palazzo Munari.