Pizzutelli, l’ulivo ed il mitra

Getta acqua sul fuoco delle polemiche. Ma allo stesso tempo avverte gli alleati. Gianfranco Pizzutelli toglie l'assedio del Polo Civico al sindaco Nicola Ottaviani. Ma mette in chiaro che è pronto a scatenare lo scontro

Carlo Alberto Guderian

già corrispondente a Mosca e Berlino Est

Con una mano getta acqua sul fuoco delle polemiche. Con l’altra accumula la benzina per far divampare l’incendio. Gianfranco Pizzutelli è il presidente nazionale del Polo Civico, la formazione che in Consiglio Comunale a Frosinone conta il gruppo con più consiglieri. Nei giorni scorsi è stato protagonista di un serio braccio di ferro con il sindaco Nicola Ottaviani: in molti lo hanno interpretato come l’avvio delle manovre per ipotecare la prossima candidatura tra due anni e mezzo. (leggi qui il Consiglio La crisi corre sul filo e qui l’analisi qui C’era una volta la maggioranza). Al punto che sono dovuti intervenire i pompieri per stemperare le polemiche e mediare un patto di fine consiliatura (leggi qui l’intervento di Adriano Piacentini Il decalogo di Piacentini per blindare Ottaviani e isolare i ribelli)

Nicola Ottaviani

La risposta di Gianfranco Pizzutelli è chiara. Stempera i toni. Ma rivendica il ruolo della sua formazione. In una frase: “Leali con Ottaviani, il patto di fine consiliatura non serve. Diamo fastidio?

Sarà lealtà come dice lui, ma il braccio di ferro in Aula c’è stato ed è stato molto forte. Al punto di spingere il sindaco a minacciare la crisi. Gianfranco Pizzutelli ora raffredda la temperatura e dice: “Il Polo Civico non ha aperto alcuna successione per il dopo Ottaviani. Primo perché mancano due anni e mezzo e occorre restare concentrati su questa consiliatura, secondo perché siamo una forza politica leale, corretta, moderata e seria. I due anni e mezzo, però, mancano per tutti. La traduzione è: Polo Civico toglie l’assedio al sindaco ma nessuno provi a fare giochetti sulla designazione del prossimo candidato sindaco.

L’operazione non è di facciata. Infatti Pizzutelli esclude la necessità di una road map con cui accompagnare tutti a fine consiliatura. “Non c’è bisogno di alcun patto di fine consiliatura, perché per noi il patto di fine consiliatura coincide con il programma siglato in occasione della seconda elezione del sindaco Nicola Ottaviani. I risultati raggiunti finora in questi quasi otto anni non sono in discussione e ne andiamo fieri avendo contribuito agli stessi da protagonisti”. La traduzione è: Polo Civico non intende attaccare Ottaviani sulla sua azione amministrativa, riconosciamo tutto e ne condividiamo le responsabilità politiche.

Il congresso del Polo Civico. Foto © AG IchnisaPapers

Poi però c’è la levata di scudi. L’impennata di orgoglio. «Invito tutti a non ergersi a difensori del sindaco Ottaviani: intanto perché sa perfettamente difendersi da solo, secondo perché non ce n’è bisogno, terzo perché sono legato a lui da un’amicizia vera che è precedente al nostro “incontro” in politica. I fatti dicono che in tutto questo tempo il sostegno del Polo Civico al sindaco è stato leale e incondizionato, soprattutto nei momenti più difficili e di massima contrapposizione con altre forze politiche. Di opposizione ma pure di maggioranza”. Traduzione: Non vi mettete in mezzo perché altrimenti rischiate di innescare davvero la guerra di successione.


E infatti ecco che arriva l’avvertimento politico agli altri gruppi. “Ma siccome non sono abituato a nascondermi dietro un dito, aggiungo che comincio a pensare che l’autonomia del Polo Civico cominci a dare fastidio e per questo veniamo attaccati. Non ci siamo mai prestati a giochetti trasversali, né abbiamo mai consegnato il Comune a coalizioni avversarie. Va sottolineato bene che i consiglieri vengono eletti dal popolo sovrano e non nominati. Il Polo Civico ha ottenuto 3.000 voti alle ultime elezioni comunali e si è conquistato sul campo il diritto di dire la sua. Non ci servono concessioni o “patenti”. Non stiamo lì per diritto divino, ma per aver ottenuto voti dai cittadini”.

È un passaggio chiave. Gianfranco Pizzutelli ricorda il peso politico del suo gruppo. Rivendica il peso elettorale ottenuto alle urne. Mette in chiaro che intende esercitare tutto ciò che è connesso a quel peso. Anche nel dibattito politico interno all’alleanza. Ricorda che alle prossime elezioni il suo movimento sarà determinante. Quindi è meglio non stuzzicarlo troppo.

Gianfranco Pizzutelli (Polo Civico)

Poi torna a gettare acqua. Riconducendo lo scontro dei giorni scorsi ad una normale dialettica amministrativa. “Gli stessi consiglieri comunali hanno tutto il diritto di esprimere perplessità e chiedere approfondimenti. E hanno tutto il diritto di votare dopo che il consiglio comunale ha effettuato il dibattito, chiarendo punti, argomenti, posizioni, dubbi e perplessità. Si chiama democrazia. Si chiama politica. Non è ribellione pensare con la propria testa e avanzare un punto di vista. Noi crediamo che sia meglio avere degli alleati leali e critici piuttosto che servi sciocchi”. Insomma l’assedio viene declassato a scaramuccia di retrovia. Ma è chiaro a tutti che è solo un’azione diplomatica con cui stemperare i toni.

La tensione però resta altissima. “Faccio a tutti gli auguri di buon Natale e buone feste a nome di tutto il Polo Civico. Dal momento che qualche collega, nella foga di attaccare il Polo Civico, ha dimenticato perfino gli auguri natalizi”.

Però deve essere chiaro che gli arsenali sono pieni. Che l’acqua gettata ora è soltanto un rimedio temporaneo. Che Polo Civico è pronto a scatenare l’apocalisse politico. È chiaro con il passaggio finale: “Se poi tutto questo dibattito è finalizzato ad estrometterci perché si è già deciso il prossimo candidato a sindaco (calato dall’alto), allora si trovi il coraggio di dirlo. Noi non ci siamo mai permessi di entrare nelle vicende di altri Partiti. Nessuno lo faccia con noi. Buon Natale”.

In questo momento qualcuno preferirebbe la Pasqua con i suoi ramoscelli d’ulivo.