Plasta Rei brevetta la plastica come il vetro: riciclabile all’infinito

Plasta Rei deposita la richiesta di brevetto mondiale sulle 18 invenzioni che realizzano la rivoluzionaria tecnica di riciclo chimico della plastica messa a punto nei loro laboratori di ricerca

«Da questo momento la plastica ha tutto per smettere di essere un rifiuto: sarà come il vetro, riciclabile all’infinito»: Fabio Mazzarella è l’amministratore delegato di Plasta Rei, lo stabilimento chimico ex Nalco rilevato dal Gruppo Borgomeo due anni fa evitandone la chiusura. Lo ha guidato verso la riconversione, ora sul tavolo ha il fascicolo con il protocollo dell’Ufficio Brevetti: «Abbiamo sviluppato 18 invenzioni attraverso le quali reinventare completamente il modo di fare la plastica. La nostra sarà una plastica interamente green e recuperabile all’infinito».

La domanda di brevetto arriva poco più di un mese dopo la messa a punto del processo con il quale realizzare la produzione: quella che promette di liberare il mondo dal problema dei rifiuti in plastica. (Leggi qui Missione compiuta, Plasta Rei ha rivoluzionato la plastica).

Brevetto mondiale

L’ingresso della Plasta Rei

Plasta Rei ha depositato la domanda di brevetto mondiale con il quale tutelare la nuova tecnica produttiva messa a punto dopo due anni di ricerche nei laboratori interni allo stabilimento di Cisterna di Latina.

La richiesta è stata preceduta da una verifica. Ha scandagliato a fondo in 150 famiglie di brevetti depositati in tutti i continenti. Ne è emerso che non esiste un processo produttivo analogo a quello sviluppato da Plasta Rei.

La rivoluzione sta in tre elementi chiave. Il primo: a Cisterna di Latina hanno scoperto come fare la plastica utilizzando qualunque tipo di rifiuto in plastica; invece oggi solo alcuni tipi di plastiche sono adatte al riciclo. Il secondo: la produzione non avviene attraverso il classico processo meccanico che trita, brucia, scioglie e raffredda; una tecnologia con oggettivi limiti perché il prodotto finale è di qualità inferiore a quello di partenza. Qui si produce con un processo chimico: a basso impatto, senza termocombustione cioè senza bruciare le plastiche.

«La ricerca scientifica e la volontà di applicarla ai processi industriali ed all’ambiente sono stati la nostra commessa vincente: questo risultato si deve anche e soprattutto al nuovo laboratorio scientifico interno sul quale Plasta Rei ha voluto da subito scommettere con convinzione» dice l’Amministratore Delegato Fabio Mazzarella.

Diciotto invenzioni per l’ambiente

Per ottenere questo risultato, Plasta Rei ha realizzato ben 18 invenzioni: anziché chiedere il brevetto per ciascuna di esse lo ha domandato per l’intero processo produttivo nel suo insieme. 

Il nuovo processo produttivo prevede il riciclo del poliestere indistinto per colore e tipologia. Ad oggi erano adatte al recupero solo le plastiche trasparenti. Plasta Rei ha sviluppato un nuovo processo di purificazione: è in grado di eliminare qualsiasi contaminante, colore compreso. Il prodotto finale ha le stesse caratteristiche della plastica vergine. Il che consente di riutilizzare le nuove plastiche anche in settori dalle normative molto stringenti sul piano qualitativo come il food and beverage. Mentre ad oggi la plastica ottenuta da materie di riciclo ha qualità inferiori e pertanto non sono adatte a tutti gli usi.

Il principale beneficio è per l’Ambiente. Attraverso il nuovo ciclo produttivo sarà possibile smaltire anche le plastiche che oggi invece non sono idonee e rappresentano un serio problema di sostenibilità. Anche perché la nuova tecnica ha costi di produzione sensibilmente inferiori a quelli tradizionali. Il che la rende economicamente conveniente oltre che ambientalmente sostenibile.

Il riciclo green di Plasta Rei

Francesco Borgomeo

L’intero processo è green. Infatti, in ogni sua fase si recuperano addirittura solventi e materie prima che possono essere rigenerate e riutilizzate abbattendo incredibilmente il consumo di risorse fossili ed energetiche. 

Ed al tempo stesso di essere molto versatile e quindi utilizzabile in tutti i settori di interesse, dal filato all’automotive. 

«La rigenerazione della plastica ci consente non solo di cambiare in modo radicale il suo attuale principio di produzione. Permetterà di costruire un nuovo orizzonte in cui coinvolgere altri interi settori industriali» spiega Francesco Borgomeo, fondatore e socio di maggioranza del gruppo industriale che due anni fa ha acquisito la ex Nalco di Cisterna di Latina avviandola alla riconversione. «Questo di Plasta Rei può diventare un progetto di filiera decisivo per la componentistica Automotive, affiancandola nel processo di transizione che sta ridisegnando il settore».

«Le nuove auto dovranno avere componenti Green, light ma al tempo stesso resistenti: noi saremo in grado di offrire questo vantaggio competitivo con le nostre plastiche ottenute interamente da un processo di rigenerazione. Non a caso siamo protagonisti nel contratto di sviluppo sottoscritto con Invitalia».

Plasta rei mondiale ma locale

Fabio Mazzarella, amministratore delegato di Plasta Rei

«Questo di Plasta Rei è al tempo stesso un progetto di respiro mondiale ma anche di territorio» spiega il Consigliere d’Amministrazione Luca Borgomeo, responsabile dello sviluppo del progetto. «Per nostra scelta abbiamo voluto che tutti i fornitori fossero del territorio. E le plastiche da riciclare sono quelle che oggi potenzialmente inquinano il territorio. I primi benefici economici ed ambientali della nostra innovazione dovranno essere per questa area»

«Con questo brevetto abbiamo dato il nostro contributo strategico alla difesa dell’ambiente su tutto il pianeta Terra» spiega Giuseppe Abbruzzesi, presidente di Plasta Rei. «Sapevamo che Nalco aveva al suo interno un patrimonio di elevate esperienze. Quando c’è sintonia e condivisione degli obiettivi è possibile raggiungere risultati rivoluzionari come questo, che ci consentirà di mantenere il nostro impegno e cioè quello di salvare tutti i posti di lavoro».

(Foto di copertina © Depositphotos.com)

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