Politici non pervenuti. E se toccasse agli imprenditori?

Adesso tutti hanno scoperto il reddito di cittadinanza. C’è chi lo chiama di sostegno, chi di reinserimento, chi si avventura in spiegazioni economiche e sociologiche.

La realtà dei fatti è che la provincia di Frosinone, esattamente come l’Italia, è in condizioni disastrate: i poveri aumentano, i posti di lavoro sono ridotti al lumicino, le aziende ed i negozi chiudono, il disagio sociale cresce. Perfino il rapporto generazionale è cambiato: molte madri e tanti padri sono disoccupati e allora per crescere i figli hanno bisogno delle pensioni dei nonni.

Si è perso il concetto di progettazione. Una volta si lavorava per potersi sposare, avere dei figli, iniziare la vita quotidiana. Che magari sarà anche banale ma rappresenta comunque una realtà e una prospettiva.

In Ciociaria non c’è rimasto quasi più niente: il boom economico dei decenni passati è un lontano ricordo, sopravvivono poche eccellenze, ma nessuno viene ad investire qui. Neppure i centri commerciali che fino a qualche anno fa sceglievano il territorio.

La politica appare abulica e prova di idee. Risponde (e non tutta) soltanto se sollecitata. Preferisce rimanere concentrata sulle posizioni da difendere, sempre di meno per la verità. Neppure il Movimento Cinque Stelle riesce in questa terra a rappresentare un punto rottura, come invece è accaduto ed accade altrove.

Soltanto alcuni imprenditori “illuminati” mantengono la scena, ma sono sempre più disillusi e non trovano interlocutori nella classe politica.

Se continua così più di qualcuno potrebbe chiedere a loro di sostituirsi alla politica, scendendo in campo.

Potrebbe essere un’idea. Alla quale molti di loro hanno già detto di no. Perché non è un’invasione di campo quella che chiedono. Ma concretezza. Ciascuno nel campo proprio. Esattamente ciò che non c’é.

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