La polveriera politica di Cassino

Alessio Porcu

Ad majorem Dei gloriam

«Cassino è una polveriera. Potrebbe essere necessario un passaggio del presidente per iniziare a ricostruire un equilibrio. L’uomo con il quale parlare è l’ex sindaco Petrarcone con il suo gruppo». L’analisi è stata fatta l’altra mattina nei locali della Federazione Provinciale del Partito Democratico di Frosinone. Presenti una quarantina di persone: la componente che al congresso sosterrà la linea del presidente Nicola Zingaretti, appoggiando il ministro Andrea Orlando.

Ad ascoltare l’analisi non c’è gente a caso. C’è Mario Ciarla, vice presidente del Consiglio regionale, il grande tattico del Pd romano: l’uomo che può garantire a Nicola Zingaretti la fedeltà di 13 consiglieri regionali. E c’è Michele Meta, deputato eletto nel collegio Roma – Don Bosco, presidente della Commissione Trasporti a Montecitorio. Soprattutto è stato l’uomo che ha spianato la strada sulla quale Francesco De Angelis divenne assessore regionale alle Piccole e Medie Imprese ai tempi di Piero Marrazzo.

A tirare le fila del discorso ci sono Alessandra Maggiani, il segretario regionale dei giovani Pd Luca Fantini, il custode dell’ortodossia di Partito Ermisio Mazzocchi. Sono loro a descrivere la situazione politica in provincia ed a fare l’analisi su Cassino definendola “una polveriera”.

La mappa che viene disegnata nel corso della riunione dice che su Marino Fardelli la componente di Nicola Zingaretti non può fare affidamento per il prossimo Congresso. Perché è incatenato al patto con Francesco Scalia, senza il quale si riducono in maniera strategica le possibilità di competere contro Buschini durante le prossime Regionali.

Che Francesco De Angelis è stato capace di costruire una saldissima testa di ponte a Cassino puntando su Francesco Mosillo. Grazie al quale la componente che fa riferimento a Matteo Orfini e quindi a Matteo Renzi non avrà preoccupazioni.

Ma c’è un’area ancora senza riferimento politico regionale e nazionale: quella di Petrarcone e, seppure con dimensione minore, il gruppo di Alessandro D’Ambrosio e Salvatore Fontana. «Che però vanno avvicinati con un discorso politico serio: di chiacchiere ne hanno sentite abbastanza». Nasce qui la richiesta di un ‘passaggio’ diplomatico da affidare a Nicola Zingaretti.

Il tavolo ha rischiato di saltare nel momento in cui si è saputo della visita del capo di Gabinetto del governatore, Andrea Baldanza, nelle ore immediatamente successive a quel vertice in Federazione. (leggi qui). Perché gli interlocutori che erano a cena con lui non fanno parte dell’area Petrarcone. Ma di quella opposta. Il che ha immediatamente dato fuoco alle polveri, rischiando di incendiare l’intera santa Barbara. Le diplomazie interne si sono mosse subito per disinnescare: «Incontro di lavoro e non politico». La replica: «Impossibile, vista la presenza di Tommaso Marrocco con le sue preferenze». Allora «Incontro privato». La replica: «No, considerata l’ostensione in tutti i locali più in vista».

La verità verrà alla luce con il Congresso, quando si conteranno i voti. Nel frattempo resta un’evidenza: Cassino è una polveriera.

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