Pompeo ‘chiama’ i parlamentari e li porta allo scoperto

Il presidente della Provincia fissa un summit con gli eletti sul tema della mobilità in deroga. Ma in questo modo Cinque Stelle e Lega devono dimostrare di poter raggiungere qualche risultato sul territorio.

Sulla proroga della mobilità in deroga il presidente della Provincia Antonio Pompeo chiama ancora una volta gli eletti a raccolta.

Per confermare che la sua visione è quella di un gioco di squadra per il territorio, ma anche per cominciare a chiedere conto a chi in Parlamento è arrivato sulla spinta di moltissimi voti (maggioritari o proporzionali poco importa) sulle iniziative intraprese per la Ciociaria.

 

I Cinque Stelle sono attivissimi sul piano nazionale, ma sul territorio? I deputati Luca Frusone, Ilaria Fontana ed Enrica Segneri stanno seguendo alcune problematiche, ma ora è necessario fare di più, dare una sensazione diversa sulla capacità di poter incidere davvero su tematiche cruciali.

La mobilità in deroga lo è.

 

Anche la Lega ha tre parlamentari: i deputati Francesco Zicchieri e Francesca Gerardi e il senatore Gianfranco Rufa. La luna di miele a livello nazionale magari sarà ancora in corso, però in Ciociaria qualche colpo va battuto. Anche per dimostrare che non c’è soltanto la provincia di Latina nei pensieri del Carroccio per quanto riguarda le scale gerarchiche del Basso Lazio.

Perché poi alla fine Zicchieri è stato candidato ed eletto i Ciociaria, non in terra pontina. Così come Claudio Durigon ha preso voti in entrambe le province nel collegio proporzionale.

 

L’altro eletto è il senatore Massimo Ruspandini (Fratelli d’Italia), che però è all’opposizione. 

 

Antonio Pompeo con la convocazione degli eletti gioca una carta che vale doppio.

La prima serie di punti. Lancia il segnale che non è il momento di barricate e di contrapposizioni ideologiche se si vuole provare a raggiungere qualche risultato per il territorio.

Il raddoppio dei punti. Sta nel fatto che il presidente uscente della Provincia, esponente sopravvissuto al cannibalismo Pd dei suoi leader, mette di fronte alle proprie responsabilità il Centrodestra. Gli ricorda che l’elezione è solo l’inizio: i risultati sono il percorso e lo scopo. E li mette di fronte al fatto di non averne portati.

 

Perché è inevitabile che adesso sono Lega e Cinque Stelle a dover raggiungere qualche traguardo. Altrimenti rischiano l’effetto Renzi: dal 40% al 18% in due anni.