Pompeo e De Angelis: 40 minuti di confronto per costruire il Pd del futuro

Nel palazzo della Provincia di Frosinone lungo colloquio tra il leader della componente maggioritaria Dem e l'erede della componente Scalia. da Frosinone parte la sfida. Per dimostrare che il Pd è ancora vivo ma deve cambiare pelle se vuole sopravvivere

Gli scenari sono cambiati. In soli due anni l’orizzonte politico del Partito Democratico è stato trasformato da uno tsunami che ha lasciato poco o nulla di ciò che c’era prima.

Sparita la diarchia dei due Francesco: Scalia ha abbandonato la politica attiva ed è tornato a fare l’avvocato lasciando, al suo destino un Pd che non s’è impegnato più di tanto per tenerlo a Palazzo Madama. A De Angelis è rimasto lo stesso peso di cui dovette farsi carico l’Occidente dopo la caduta del muro di Berlino: andare avanti senza avere un nemico sul quale compattare le proprie truppe.

Nemmeno ci sono più gli avversari di un tempo. Forza Italia è il pallido ricordo del Partito che contese i destini del Paese al Pd. Ora gli avversari sono altri.

 

Quaranta minuti di confronto

Di tutto questo hanno parlato per quaranta minuti Francesco De Angelis ed Antonio Pompeo: erede politico di Francesco Scalia e presidente della Provincia uscente chiamato il 31 ottobre a tenere in piedi la speranza di un Pd che si sta dissolvendo.

Si sono visti nel salottino interno alla stanza del presidente della Provincia, a palazzo Iacobucci in piazza Gramsci.

Polo blu De Angelis, camicia bianca d’ordinanza ma senza cravatta Pompeo. Entrambi freschi di rientro da una settimana al mare: il primo a Sabaudia, il secondo in una località della zona che non ha mai voluto rivelare.

Hanno avuto ben poco da confrontarsi: il mondo che hanno di fronte non è nemmeno lontanamente quello di due anni fa.

Non è quello che vide il Pd talmente forte da potersi permettere il lusso di spaccarsi e presentare due candidati presidente: Antonio Pompeo (area Scalia) ed Enrico Pittiglio (area De Angelis).

Non c’è più un Partito al quale faccia riferimento il cattolicesimo democratico: l’Udc è svanita, la Quarta Gamba non è mai esistita se non sulle schede elettorali, Alfredo Pallone vorrebbe andare in pensione ma ogni volta gli chiedono di fare un miracolo dal nulla. E ci riesce.

 

Unità a centrosinistra

Questa volta non ci saranno prove di forza muscolari. Ci sarà l’unità. Francesco De Angelis ha assicurato l’ovvio ad Antonio Pompeo: ne sosterrà la rielezione con tutte le forze.

E Antonio Pompeo sosterrà la candidatura di Francesco De Angelis alla segreteria regionale del Pd del Lazio.

Francesco De Angelis è lo stratega per eccellenza. Scientifico al confine con il cinismo elettorale. è famoso per non avere mai fatto prigionieri ed essere riuscito sempre ad eleggere tutti i suoi uomini. E anche uno in più.

Questa volta punta a quota Cinquanta. È il numero di sindaci che vuole calare sul piatto. Per rendere le elezioni provinciali del 31 ottobre una semplice formalità. Il leader della componente maggioritaria dei Dem vuole aggregare cinquanta sindaci tra quelli iscritti al Pd, quelli di area  quelli civici.

 

Modello Zingaretti con Vacana e Mignanelli

Il modello messo a punto da De Angelis per garantire la rielezione di Pompeo alla Provincia è quello che ha reso vincente Nicola Zingaretti. Si chiama: inclusione. In pratica, allargare la maggioranza attraverso il dialogo.

Dialogo con quelli che non si riconoscono più nel Pd ma ci sono stati, dialogo con gli ex alleati storici come i socialisti, dialogo con i civici di area.

Gli sherpa incaricati di compattare le file civiche sono Luigi Vacana e Massimiliano Mignanelli. Ad ottobre avranno il compito di portare voti al presidente uscente, mentre a gennaio – quando si voterà per il rinnovo del Consiglio – dovranno portare voti e consiglieri.

Vacana è l’ex vice presidente provinciale del Pd, uscito perché non si sentiva più a casa sua. A lui è stata affidata la mission di dialogare con i fuoriusciti. Mignanelli è vice presidente della Provincia in carica, ‘indipendente’ di Centro, orfano di un Partito, ospitato la volta scorsa nella lista Pd ma come esterno. A lui spetterà il compito di dialogare con il mondo del cattolicesimo democratico.

 

Frosinone: Italia

Francesco De Angelis e Antonio Pompeo vogliono mandare da Frosinone un segnale a Nicola Zingaretti ed alla futura leadership nazionale del Partito.

Confermando la presidenza di piazza Gramsci al Pd vogliono ricordare a Roma che il partito è ancora vivo, ci sono ancora molti sindaci a sostenerlo.

Ma è necessaria una trasformazione radicale se si vuole sopravvivere: fatta di dialogo e di apertura. Mettendo fine alla tentazione di restare arroccati nel guscio del Partito.

 

 

 

 

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