La lunga marcia di Pompeo: le due lettere che tradiscono la mira da parlamentare

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LA METAMORFOSI - Dalla questione dei rifiuti di Roma alla proroga della mobilità in deroga: in un colpo solo il presidente della Provincia attacca le politiche di Virginia Raggi e del Movimento Cinque Stelle, smarcandosi anche dal Pd. Non è concentrato sul congresso, ma sugli amministratori.



 È proiettato in una dimensione diversa. Dopo essere diventato per due volte sindaco e per due volte presidente della Provincia, Antonio Pompeo guarda altrove. Più in alto. Non lo fa seguendo le vecchie logiche delle correnti dei Partiti. Non a caso è uno dei pochi a non essersi fatto assorbire nella super componente di Francesco De Angelis Pensare Democratico. Dove rischierebbe lo stesso passaggio per le Forche Caudine nelle quali è finito il percorso politico del suo mentore Francesco Scalia.

È per questo che Pompeo ha scelto di costruirsi una strada diversa. Ritagliandosi una dimensione nazionale. E rivolgendosi al territorio, per avere il consenso direttamente dagli amministratori: gli stessi che lo hanno votato in massa il 31 ottobre scorso. Indipendentemente dai confini politici e partitici.

Due colpi al Governo ed uno al Campidoglio

È qui che vanno inquadrati i due messaggi inviati nei giorni scorsi da Antonio Pompeo: uno a Palazzo Chigi, uno al Campidoglio. Un modo per alzare l’asticella, ricordando al Governo nazionale che le Province hanno un ruolo. O meglio, Antonio Pompeo ha un ruolo: sia attraverso la delega dell’Unione Province Italiane, sia come presidente regionale della stessa Upi e soprattutto come presidente della Provincia di Frosinone.

Si spiega così il suo intervento con cui con cui sollecitare da Giuseppe Conte una soluzione per i 1600 di Vertenza Frusinate. E anche per la vicenda Ecobonus con i rischi di vedere saltare gli investimenti nello stabilimento Alfa Romeo di Cassino Plant. Ma pure per il caso Ilva di Patrica.

Una lettera politica, non tecnica. Con la quale Antonio Pompeo ricorda che c’è in ballo la proroga degli ammortizzatori sociali per una anno. A conti fatti, tra Regione e Ministero, manca un milione di euro. Il presidente della Provincia dice al premier che il problema di Vertenza Frusinate va risolto, perché alla gente interessano i risultati. Non i rimpalli di responsabilità. Sottinteso: tra Ministero (quindi Luigi Di Maio, quindi Movimento Cinque Stelle) e Regione Lazio (quindi Nicola Zingaretti).

In questo modo richiama Governo, Ministero e Regione ai loro ruoli ed alle loro responsabilità.

Attacco al Campidoglio

Sui rifiuti da Roma, Antonio Pompeo ha detto che non è più possibile che Roma rinvii la soluzione alla gestione completa dei propri rifiuti, appoggiandosi sempre agli altri.

Anche qui, il fronte non è tecnico ma politico. E l’attacco colpisce sia il sindaco di Roma Virginia Raggi e sia la Regione Lazio. Il dato politico individuato da Pompeo è che Roma dimostra di non avere una strategia sullo smaltimento dei rifiuti. Una strada che non può essere percorsa all’infinito perché la provincia di Frosinone è pronta ad aiutare ma non ad essere la soluzione definitiva ai problemi che, per svogliatezza, altri non risolvono.

Dice: «Roma sta dimostrando di non avere nessuna strategia sullo smaltimento dei rifiuti, appoggiandosi sempre agli impianti di altri territori. Una strada che non può essere percorsa all’infinito e che, come già annunciato dalla sindaca, produrrà anche degli aumenti sulla Tari per i contribuenti capitolini. (…) In sede di confronto con la Regione Lazio, per l’aggiornamento del Piano dei Rifiuti, chiederemo espressamente e con forza il rispetto del principio dell’autosufficienza dei territori, non solo a tutela dei nostri cittadini, ma anche perché il tempo degli slogan è finito. Roma faccia il suo dovere, come lo stanno facendo le Province del Lazio».

C’è un attacco alle politiche di Virginia Raggi e dei Cinque Stelle, ma anche una difesa della territorialità su un tema, quello dello smaltimento dei rifiuti, da sempre molto sensibile.

Non si sta interessando di congresso del Pd Antonio Pompeo, anche se parteciperà e dirà la sua. Rimane ancorato al territorio. Perché il suo ragionamento è già dimensionato alle prossime politiche.

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