Porgi l’altra guancia

Da oltre duemila anni abbiamo superato il concetto di vendetta. Non più 'Occhio per occhio' ma porgere l'altra guancia. E c'è una spiegazione

Pietro Alviti

Insegnante e Giornalista

Avete inteso che fu detto: “Occhio per occhio e dente per dente”. Ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu pórgigli anche l’altra, e a chi vuole portarti in tribunale e toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello. E se uno ti costringerà ad accompagnarlo per un miglio, tu con lui fanne due. (Mt 5, 38-39)

Un mondo violento. Ne abbiamo tutti i giorni le prove: la guerra in Ucraina, giovani che si uccidono fra loro, strade e sostanze che ammazzano, inquinatori che rovinano l’aria che respiriamo e l’acqua che beviamo, truffatori di anziani, inventori di false notizie… L’elenco potrebbe continuare, navigando in qualsiasi sito di notizie o, come si diceva una volta, sfogliando un giornale.

Abbiamo l’impressione che il nostro mondo sia peggiorato rispetto al passato. Ma, se proviamo a contestualizzare le parole dell’evangelista Matteo, ci renderemmo subito conto dell’altissimo livello di violenza di quel tempo.

Il contesto del tempo

Il pestaggio di due liceali a Firenze

In quel tempo chiunque poteva essere messo in prigione, torturato, ucciso senza processo. I soldati occupanti potevano fare ciò che volevano della popolazione sottomessa. Per non parlare della condizione delle donne, o della schiavitù diffusa, o dell’abbandono dei minori, o della povertà endemica.

Sono tutte situazioni che il nostro tempo vive ancora ma sicuramente in dimensioni meno eclatanti, soprattutto nel mondo occidentale. Tutte le civiltà sono state sempre pervase da alti livelli di violenza: per questo la legge mosaica vieta la vendetta spropositata almeno VII secoli prima di Cristo. Era un tentativo di porre un freno alla spirale della violenza che prende le mosse da uno sgarbo, da un insulto, da uno spintone, avviluppa le persone nelle sue spire e sfocia in faide sanguinose che si trascinano nel tempo.

L’altra guancia per il malvagio

La chiave di questa situazione sta nella proposta di Gesù: non opporti al malvagio. Sembra incredibile: ma come, se qualcuno mi viene contro io dovrei lasciarlo stare? Eppure tutta la vita di Gesù indica la strada ai suoi discepoli. Non resiste alle guardie quando vanno ad arrestarlo, con i discepoli armati, non maledice i suoi torturatori, non chiama i suoi discepoli a difenderlo: sa che il prezzo di quel comportamento sarebbe insostenibile, che tanti altri innocenti morirebbero.

E così si lascia arrestare, processare, schiaffeggiare, percuotere, fustigare, crocifiggere: Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno.

È davvero difficile mettersi in questa prospettiva ma è l’unica che consente di superare la spirale della violenza. Tutti ci auguriamo che la guerra scatenata dalla Russia contro l’Ucraina finisca presto ma sarà un “cessate il fuoco” a porre termine al rancore, all’odio, ai risentimenti, alla voglia di rivalsa che questi mesi di violenza stanno facendo montare tra milioni di persone? Quanto tempo ci vorrà per sopire l’odio reciproco, per smussare i contrasti e soprattutto per potersi nuovamente fidare gli uni degli altri.

Ecco il senso profondo, ispirato, sapienziale di quei versetti dell’evangelista Matteo.

(Leggi qui tutte le meditazioni di Pietro Alviti).