“Possibile” un partito senza personalismi che faccia cose di sinistra

IGNAZIO MAZZOLI per L’INCHIESTA QUOTIDIANO

«Mettersi insieme è un inizio, rimanere insieme è un progresso, lavorare insieme è un successo». Bella, vero, questa frase? Non è un rivoluzionario che l’ha pronunciata, ma Henry Ford. Oggi, tuttavia, interessano tutte e tre le articolazioni di questo periodo e ben si addicono alla nascita di “Possibile”. Lunedì 29 giugno il nostro giornale ha incontrato Gianmarco Capogna, Anna Rosa Frate e Armando Mirabella che sono i promotori di “Possibile” in provincia di Frosinone, che vedrà la luce giovedì 2 luglio 2015 alle ore 18 nella Saletta Gualdini in via Matteotti a Frosinone.

Con i nostri intervistati ci sarà il gruppo storico, lo “zoccolo duro” dei civatiani come affermano loro, costituito da Gianni Amoroso, Guido Bianchi, Marco Coscia, Riccardo Greco, Paola Manchi, Sandra Penge, Umberto Zimarri che provengono da tutta la provincia. Non solo, però, molti saranno quelli dell’esodo silenzioso dal Pd, non più iscritti dal 2012 in poi, convinti che quel partito non fa più, anzi “non fa quello per cui è nato”. Ci saranno anche nuovi arrivi da altre formazioni della sinistra in particolare da Ferentino e dalle associazioni impegnate nel sociale e nei servizi. E, ciliegina sulla torta, il recupero di militanti della sinistra che da anni si erano estraniati dalla politica attiva.

Mentre Mirabella ne parla, riesce a comunicare una grande soddisfazione e sollecita a Capogna la sottolineatura che «tutto il lavoro da fare sarà possibile perché in campo scenderanno davvero nuove generazioni fino ad oggi tenute lontano da pratiche politiche non trasparenti e non disinteressate».

Possibile sarà un “partito” e non un movimento, nascerà in autunno dopo una fase Costituente orientata da uno Statuto temporaneo che darà vita a dei Comitati da 10 a 50 membri che devono garantire la partecipazione di chi vuol aderire, coordinati da “Facilitatori”, insieme tutor, scout, raccordi, in grado di assicurare tutte le necessarie fasi della Costituente. Un importante appuntamento aspetta i costituenti alla Limonaia di Villa Strozzi a Firenze il 17, 18 e 19 luglio che seguirà l’appuntamento del 4 a Roma con Civati, Cofferati e Fassina seguito l’11 dall’Assemblea nazionale di Sel indetta da Fratoianni. C’è dunque tanto da fare e da dire anche frequentando il tradizionale “Politicamp”.

Bene, ma qui in provincia? La nostra conversazione si snoda attraverso le questioni nate nel Pd ciociaro e le vicende nazionali. Mirabella, Frate e Capogna precisano con decisione che “Possibile” non è il risultato di una scissione, ma il crogiuolo di una unificazione a sinistra.

Quali sono e saranno gli interlocutori?
«Tutti quelli che vogliono un cambiamento reale. Abbiamo avviato la battaglia per “reddito di cittadinanza” anche con il M5S e ora ci impegneremo per il rifinanziamento della legge regionale 4/2009 che in questo campo costituirebbe un esempio oltre che un sollievo in questo mare di disoccupazione provinciale».

Non vi sembra che il movimento di protesta sia rimasto sopito troppo a lungo?
«Si – dice Mirabella – il conflitto non si deve e non si può negare. Spesso siamo rimasti imbrigliati dal timore di essere tacciati di populismo, ma questo non è protesta, è solo chiassoso vociare negazionista. La protesta legittima ha sempre obiettiviseri e raggiungibili e combatte reali ingiustizie».

“Possibile” vorrà rappresentare il “lavoro”?
«Correggere Jobs Act, Italicum, Scuola, sta dentro questa ispirazione. Tre vicende legislative che minano dei dirittisaldando insieme le esigenze dei lavoratori e quelle dei cittadini. Grande fiducia, Anna Rosa Frate, ha nei referendum che in tal senso si proporranno. Sarebbe un partito moderno già se riuscisse a realizzare un passaggio da precarietà a flessibilità nel lavoro».

Sarà un impegno lungo e non facile in questa stagione liberista. Ma si deve fare.
«La gente ha la percezione di non contare – afferma deciso Armando Mirabella – ormai il rapporto con i movimenti è un tema non solo italiano, ma mondiale. Si tratta di costruire una nuova egemonia culturale perché gli interessi spiccioli si comunicano subito, ma i valori no. E qui c’è una grande responsabilità del Pd che ha completamente trascurato questo fronte pensando che politicismo e clientele bastassero ad assicurare consenso. Doveva arrivare Papa Francesco ad affrontare la lotta per affermare i Valori delle persone, dei lavoratori, dei deboli. Anche questi sono doverosi compiti di chi vuol essere davvero sinistra.

Che panorama politico avete di fronte? E’ ancora Mirabella che risponde: «La politica in provincia è morta a destra e a sinistra. Assistiamo solo a manifestazioni tattiche interne a i partiti, Abbruzzese vs Iannarilli, Pilozzi vs i recalcitranti di Sel che non lo hanno ancora seguito e poi il più caro conflitto ai media locali quello De Angelis vs Scalia. Se si guarda bene il “partito della nazione è nelle cose”, purtroppo e, purtroppo «c’è da dire che nei quadri intermedi di queste formazioni manca coraggio e iniziativa per cambiare le cose».

Il vero scopo del PD renziano è sterilizzare la sinistra ed in particolare il dialogo movimenti-partiti-politica questo spiega l’attacco ai sindacati che però dovrebbero reagire e non assoggettarsi. Istintivamente chiedo: credete in una rifondazione del Pd guidata da Roberto Speranza? «Ma no», è la risposta in coro. La “ditta” non è proprio più autonoma. Gianmarco sbotta: «ho provato un senso di liberazione quando ho consegnato le mie dimissioni». Pensate un po’. E, l’esodo continua, dal Pd, ma anche dagli altri partiti conosciuti.