“Pozzolana siete e pozzolana tornerete”

Il post pubbblicato dall'ex sindaco Franco Fiorito. Dove fa riferimento alla Genesi. Lanciando un messaggio ben chiaro all'attuale amministrazione

Paolo Carnevale

La stampa serve chi è governato, non chi governa

In principio è stato l’archetipo. Il mito originario. Quello che per i posteri è diventato leggenda. L’immagine di Girolamo Savonarola che, in Non ci resta che piangere, si rivolge ad un perplesso Massimo Troisi e gli dice “Ricordati che devi morire”. E Massimo che, con quella faccia un po’ così (direbbe Paolo Conte), che lo rassicura: “mo’ me lo segno”. 

Il tema dell’imminenza

E però, per quanto reso comico dal genio di un artista immortale, il tema della imminenza (e della consapevolezza) della morte è un tema fondante della letteratura e dell’arte in generale. Come non citare Giacomo Leopardi che, nel Canto notturno di un pastore errante dell’Asia, ci ricorda che la vita del pastore è una lunga preparazione ad un “abisso orrido, immenso / ov’ei precipitando il tutto oblia”?

E Gabriele D’Annunzio, che ne La sera fiesolana, ricorda che la sera deve essere lodata perché è la prefigurazione di una “pura morte”?

Molto simile, peraltro, a quello che Ugo Foscolo scriveva in Alla sera. Che al poeta era assai gradita perché “imago della fatal quiete”. E si potrebbe continuare.

E l’immagine della pozzolana

Ora. Poiché questo è un giornale e non un quaderno di letteratura, giova tornare all’attualità ed al dibattito politico. Che (come spesso accade ultimamente) si alimenta sui social. Sui quali, qualche ora fa, l’ex sindaco di Anagni (per molti anche neo candidato, ma questo è un altro discorso) Franco Fiorito, ha fatto apparire un’immagine, con relativa didascalia.

L’immagine è quella di una parte del centro cittadino a qualche giorno di distanza dal Palio di San Magno tenutosi domenica scorsa. Il gran finale delle celebrazioni dell’estate anagnina. Che ha indotto gli organizzatori a riempire di pozzolana la zona di Corso Vittorio Emanuele.

Alla fine del palio la pozzolana è stata tolta. Ma diversi rimasugli sono comunque rimasti a terra. Generando parecchi fastidi, sia sul piano estetico che su quello pratico. E si è subito scatenato il dibattito. Tra quelli per i quali lo spettacolo della strada alla pozzolana è sinonimo di degrado inaccettabile. E quelli del “non vi va mai bene niente”.

Fin qui tutto bene, quasi logico. Il salto di qualità è nella didascalia scelta da Fiorito per accompagnare la foto. Che ripropone un pezzo della Genesi; “Memento homo, quia pulvis es et in pulverem reverteris”. Per chi non masticasse il latino, “ricordati uomo, perché polvere sei e polvere tornerai“. Che diventa, nell’adattamento dell’ex sindaco, “pozzolana siete e pozzolana ritornerete”.

Esegesi del fioritese

A colpire anzitutto è l’uso della seconda persona singolare; quel “siete” e “ritornerete” che sono un evidente riferimento non ad una generica umanità (l’uomo di cui sopra) ma ad un gruppo di persone ben distinte. Che in questo caso, ovviamente, si identificano con l’amministrazione comunale anagnina, sindaco in primis (già che ci siamo).

Pozzolana” poi, ricorda ovviamente la polvere della biblica citazione. E qui l’analogia, l’accostamento, diventa evidente: la pozzolana è il simbolo del degrado di un’amministrazione destinata, per questo motivo, a sparire. A diventare polvere, appunto. Politicamente si intende.

Chissà. Forse riguardo alla polvere (pardon, la pozzolana) l’amministrazione la pensa come Sun Zu; per il quale “quella contro la polvere è una guerra persa, quindi perché combatterla?”. O forse, per la polvere c’è lo stesso rispetto che aveva Alda Merini quando scriveva che “i versi sono polvere chiusa/ di un mio tormento d’amore”. 

Nel dubbio, meglio toglierla quella pozzolana. Anche se la paura è che ormai, come scriveva anni fa Enrico Ruggeri,forse è già tardi per togliere la polvere”.