Difesa d’acciaio e fiducia: i fattori della fuga del Frosinone

I giallazzurri hanno scavato un solco sulla terza dopo il pareggio del Genoa scivolato a -7. Trenta punti in 13 partite sono un bottino che apre scenari affascinanti. La squadra di Grosso si è scoperta spietata, cattiva e solida: 4 delle 6 vittorie di fila sono state di misura, retroguardia da record (7 reti subite) ed 8 clean sheet. La panchina lunga continua ad essere decisiva. Dopo la sosta, volata di fine anno con 3 scontri diretti

Alessandro Salines

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Corto muso, difesa impenetrabile, ventre a terra e tanta tanta fiducia. Il Frosinone ha lanciato la fuga indossando un vestito diverso rispetto alle prime partite. Un po’ per volontà ed un po’ per necessità ha messo da parte lo smoking e si è infilato la tuta mimetica. La squadra giallazzurra ha consolidato il primato vincendo ad Ascoli la quarta partita consecutiva di misura, grazie ad una difesa d’acciaio e uno spirito guerriero. Senza il fantasista (Caso) e la “tigre nel motore” (Kone), i ciociari hanno dovuto badare al sodo sacrificando qualcosa in termini di gioco e spettacolo.

Insomma è un Frosinone che nelle ultime gare è sceso in campo ed ha vinto da squadra pratica ed esperta a dispetto dell’età media più bassa del campionato. Di partita in partita la formazione canarina cresce soprattutto nella convinzione e consapevolezza propri mezzi. Qualità fondamentali per alimentare ambizioni importanti.

Fuga vera: +7 dalla terza Genoa

Un duello tra Moro ed Eramo durante la partita Ascoli-Frosinone

Ormai non ci sono dubbi: il Frosinone è scappato via, scavando un solco sulla terza, il Genoa, scivolata a -7 dopo il pari interno contro il Como. La sesta vittoria consecutiva (la terza in trasferta) dunque è stata pesante in chiave-classifica. Oltre a consolidare il primato e tenere il vantaggio (+5) sulla Reggina, Grosso ha blindato la zona-promozione diretta allungando sul Genoa e sulla Ternana raggiunta a 22 dal Parma.

Insomma un turno archiviato nel migliore dei modi e che farà trascorrere serenamente la sosta. Il +7 sul Genoa è già un bel margine e sorprende in un campionato storicamente equilibrato come la Serie B. Ma è chiaro che la stagione è lunga e le distanze potranno essere colmate.

Intanto però il potere logora chi non ce l’ha. E non è il caso del Frosinone.      

Il Frosinone è in ballo e deve ballare

Fabio Grosso

E’ innegabile che il primo posto a quota 30 abbia aperto scenari impensabili ad inizio stagione. Un esempio per capire la portata dell’exploit del Frosinone: il Benevento di Inzaghi che nel 2019-2020 ha fatto campionato a sé dopo 13 giornate aveva 28 punti, 2 in meno del Frosinone. E’ un ritmo forsennato quello che Lucioni e soci hanno avuto finora. Difficile quindi continuare a viaggiare a fari spenti malgrado il club si stia sforzando per tenere i piedi per terra e non intenda spostare l’asticella dell’obiettivo della vigilia (una salvezza tranquilla). E’ normale che le aspettative crescano soprattutto tra i tifosi i quali sognano ad occhi aperti.

“Siamo contentissimi perché stiamo facendo qualcosa di straordinario: 10 vittorie in 13 partite, abbiamo 30 punti e le responsabilità aumentano – ha ammesso il tecnico Fabio Grosso nel difficile ruolo di “domatore” di stati d’animo – Questo era un gruppo partito con altro tipo di responsabilità. Ora sono cambiate ma non devono pesare. Ad Ascoli c’è stata un’altra bella dimostrazione di forza, sarà necessario mantenere l’equilibrio giusto in tutte le situazioni”.

La difesa è un muro, decisiva la panchina lunga

Mario Sampirisi, colonna della difesa giallazzurra

È innegabile che lo scatto del Frosinone in testa sia figlio di una fase difensiva quasi impeccabile. Non è un caso che nelle ultime 6 gare tutte vinte la squadra di Grosso abbia subito solo 2 gol mentre nelle precedenti 7 ha incassato 5 reti (più del doppio). E’ un dato emblematico che certifica il momento magico della difesa: nell’ultimo mese sta facendo la differenza. Una difesa da record in Serie B (solo 7 reti al passivo), una media di poco più di mezzo gol (0,53) incassato a partita. Il portiere Turati è sempre più il “re” dei clean sheet (8) davanti al ciociaro Iannarilli della Ternana (7).

Se il quartetto orchestrato da Lucioni è un muro, si deve anche sottolineare il grande lavoro svolto dall’intera squadra a partire dalle punte che sono i primi difensori. Un’organizzazione importante curata nei minimi dettagli da Fabio Grosso.

Non solo la solidità difensiva comunque a fare la differenza. Ago da bilancia è stato ancora una volta la profondità della rosa e i cambi puntuali del tecnico. Ben 3 delle 6 gare vinte di fila sono state decise dalle sostituzioni. E stiamo parlando di Venezia-Frosinone ribaltata dai guizzi di Mulattieri e Borrelli entrati nella ripresa. Stesso discorso per la sfida col Bari spaccata dal gol nel finale di Borrelli e per la trasferta di Ascoli vinta grazie ad Insigne in campo nel secondo tempo.

Il volatone di fine anno

Il Frosinone affronterà la Reggina di Inzaghi nel volatone di fine anno

Dopo la sosta scatterà il volatone di fine anno. Un ciclo di 6 partite che si chiuderà con il “boxing day” di Santo Stefano, ultima d’andata. Per il Frosinone sarà una striscia difficile e che potrebbe dire tanto in chiave alta classifica. Infatti la squadra di Grosso disputerà gare fondamentali a partire dagli scontri diretti con Reggina, Genoa e Ternana al giro di boa.

Ma anche alla ripresa non si scherzerà con la sfida interna contro il Cagliari, oggi un po’ attardato ma formazione destinata a lottare almeno per i playoff. La sfida con i sardi precederà il doppio turno esterno (Sudtirol e Reggina) con l’infrasettimanale di giovedì 8 dicembre. Poi il Pisa allo “Stirpe”, appunto il Genoa a “Marassi” e la Ternana allo “Stirpe” nel “boxing day”.

Post scriptum: state calmi se potete

Una fase della partita Ascoli-Frosinone

La seconda parte (post-gara compreso) della partita di Ascoli non è stato un bello spot per una Serie B che ha l’ambizione di diventare un campionato modello. Esportato in tutto il mondo grazie alla vendita a pioggia dei diritti tv. Serve maggiore fair play a partire dai dirigenti talvolta fuori le righe fino ai protagonisti in campo che ad Ascoli non hanno certo aiutato l’arbitro Marinelli finito nell’occhio del ciclone.

Un richiamo etico che il presidente Mauro Balata dovrebbe effettuare alle 20 consociate. Altrimenti le belle parole ed i progetti sarebbero superati da comportamenti antisportivi che danneggiano l’immagine del torneo e sono un bruttissimo esempio per i giovani.

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