I pranzi segreti organizzati dal neo consigliere regionale Pasquale Ciacciarelli. Lo scontro con il coordinatore Adriano Piacentini. Che fiuta la trappola. A tavola si tenta di riorganizzare le fila. Contro Frosinone
Dovevano rimanere segreti. Invece si sono venuti a sapere. Con tutti i dettagli: luoghi, invitati, menù e frasi dette a tavola. I pranzi riservati organizzati da Pasquale Ciacciarelli hanno mandato su tutte le furie il coordinatore provinciale Adriano Piacentini.
Non c’è rimasto male perché non lo hanno invitato. Ma perché è chiaro che il neo consigliere regionale sta cercando di scavargli il terreno sotto i piedi. A lui ed al gruppo di Frosinone che ha preso in mano il Partito da poche settimane su indicazione del Coordinatore Regionale Claudio Fazzone.
Il pranzo di Pasqua
I pranzi sono due. Il primo è avvenuto a Cassino pochi giorni prima di Pasqua: il giovedì Santo.
Una ventina gli invitati. Chiamati personalmente da Pasquale Ciacciarelli. Sono arrivati da Anagni, Ceccano, Sora, Ferentino, dalla Valcomino.
Tema dell’incontro: ci dobbiamo riorganizzare, ora che il Partito e nelle mani di Frosinone dobbiamo essere compatti.
La cosa arriva all’orecchio del sindaco di Frosinone Nicola Ottaviani. Le stoviglie sono ancora in tavola quando il suo iPhone squilla. E lo informano di tutto. Capisce che il neo consigliere regionale non si è spogliato del suo ruolo di Coordinatore provinciale dal quale è stato sollevato. Tutt’altro: si sta ritagliando il ruolo di coordinatore ombra.
Ottaviani ne informa il coordinatore in carica Adriano Piacentini. Che con finta indifferenza aspetta ventiquattr’ore e poi chiama Pasquale Ciacciarelli: «Volevo farti gli auguri». I due parlano ma il neo Consigliere non dice nulla del pranzo.
A quel punto è Piacentini ha tirare fuori la questione: «Ho saputo che vi siete riuniti, lì a Cassino».
Ciacciarelli nega, anzi sminuisce: «Ma quale pranzo segreto, era un incontro di ringraziamento con quelli più stretti che ci hanno dato una mano alle elezioni». A quel punto Adriano Piacentini lo gela: «Prendo atto che noi di Frosinone, dal punto di vista vostro, non vi avremmo dato una mano, altrimenti non si spiega perché nessuno di noi è stato invitato».
Pasquale Ciacciarelli cerca di buttare la palla in tribuna: «Ma no, era un pranzo di area, solo per quelli della zona nostra».
È la conferma che aa Frosinone aspettavano: tutta una bugia. «Se era un incontro territoriale mi dovete spiegare cosa ci facevano lì persone di Anagni, di Sora, di tutta la provincia tranne noi di Frosinone – domanda Adriano Piacentini. Che a quel punto piazza l’altolà – Facciamo a capirci: basta saperlo, fateci capire dove volete andare e poi sia io che Nicola Ottaviani ci comporteremo di conseguenza».
Il pranzo da Panzini
La replica avviene a stretto giro. A Frosinone: Osteria Panzini. All’oste Giampiero viene chiesta la Saletta Fumatori: è una stanza appartata, circondata da rastrelliere piene di bottiglie fino al soffitto, vino per intenditori.
Al tavolo questa volta ci sono i rappresentanti delle zone dove Pasquale Ciacciarelli è andato meglio, al di fuori del collegio Sud. In altre parole, gli invitati sono solo dall’area nord della provincia. Nemmeno questa volta ci sono esponenti di Frosinone. Neanche adesso vengono avvisati né il coordinatore Adriano Piacentini né il sindaco Nicola Ottaviani.
Il menù del pranzo viene fatto scegliere a Panzini. Il menù politico lo serve Pasquale Ciacciarelli. Intende creare un fronte che faccia sponda con il sud per contrastare i frusinati.
La frase che qualcuno (non Ciacciarelli) pronuncia a tavola è: «Se Fazzone vuole farci la guerra ed ha scelto Piacentini come alfiere è tutto dire…»
Criticano la gestione del Partito. Parlano di «deriva, soprattutto sulle candidature alle Comunali. Non c’era motivo di litigare. Stanno creando problemi inutili. E poi che significa dobbiamo ascoltare gli alleati? I voi li abbiamo noi».
È li che si decide di rompere gli indugi e mettere tutti di fronte al fatto compiuto: candidando ad Anagni l’avvocato Daniele Natalia. Cosa che puntualmente avviene dopo pochi giorni (leggi qui Fuga in avanti di Forza Italia: sceglie Natalia. Stop dagli alleati) Un modo per mettere in imbarazzo Piacentini, fargli capire che l’area Abbruzzese è più viva che mai pure al Nord. Creargli difficoltà con gli alleati. (leggi qui Pallone rompe la Quarta Gamba: «Dite al centrodestra che i tavoli a 3 sono per le sedute spiritiche») A costo di far saltare il tavolo che sta tentando di centrare al primo turno la vittoria.
Le accuse a Ottaviani
A tavola, in entrambi i pranzi, ci si muove su due obiettivi. Tenere unita la squadra, evitare che il cambio di timoniere alla guida del Partito sposti gli equilibri di Forza Italia da Mario Abbruzzese a Nicola Ottaviani.
E poi, gli enti intermedi, gli incarichi da assegnare, le candidature alle Provinciali. Con la necessità di privilegiare l’area di Amaseno. In modo da evitare che Fratelli d’Italia possa iniziare ad espandersi, uscendo dall’enclave di Cecccano.
A tavola non sono mancate le critiche ad Abbruzzese: «Qualche errore di eccessiva generosità da Mario è stato fatto, lo dobbiamo riequilibrare». Ma gli strali sono soprattutto per il sindaco di Frosinone. «Per Nicola ci siamo mossi tutti. Ora che serve il suo impegno sugli altri territori qual è il suo contributo alla causa? Qualcuno ha notato la differenza rispetto al passato? Per Frosinone ci siamo spesi tutti e ora?!»
E poi ancora «Siamo sempre stati leali, buoni ed in silenzio. Ora restiamo più leali di prima, ma le condizioni cambiano. Le elezioni hanno messo in chiaro alcune cose e la serietà di tutti noi. Inclusa la forza elettorale».
Lo scontro con Piacentini
Adriano Piacentini non viene informato del pranzo da Panzini. Ma sa, genericamente, che ci sono stati alcuni incontri dopo quello fatto a Cassino il giovedì Santo.
Prende il telefono e attacca Ciacciarelli «Pasquale, dobbiamo essere chiari. So che andate facendo pranzetti da dieci o quindici persone, nei quali riunite i vari soggetti della Provincia».
Il Consigliere Regionale lo rassicura. Dice che sono normali incontri con i quali tenere unito il gruppo e organizzare la sua attività politica in Regione.
Il Coordinatore non ci sta. «Sappi che se dobbiamo giocare, sappiamo giocare tutti. Però ci siamo dati una regola che è di muoveri in collegialità. Io non butto a mare quello che è stato fatto in precedenza. Ma adesso voglio, reclamo e pretendo la collegialità. Se poi devo agire in maniera autonoma, so come fare e so come muovermi».
I pranzi di Pasquale Ciacciarelli, sa benissimo, non finiranno.