Prescrizione, accordo tra Pd, Cinque Stelle e Leu. Ma Renzi (ancora) non ci sta

Foto © Imagoeconomica, Sara Minelli

L’intesa prevede il blocco dopo una condanna in primo e secondo grado. Però il leader di Italia Viva non accende il semaforo verde e si dice meravigliato negativamente dai Democrat. A questo punto solo un summit tra i capi può sciogliere il nodo.

Alla fine l’ipotesi di mediazione sulla riforma della prescrizione voluta dai Cinque Stelle è stata trovata, con l’accordo di tre Partiti su quattro (Pd, M5S e Leu). L’opzione è quella proposta del deputato di Leu Federico Conte, ipotesi che di fatto mantiene il blocco della decorrenza della prescrizione.

Alfonso Bonafede © Imagoeconomica / Livio Anticoli

Si può introdurre subito: se possibile già nel decreto Milleproroghe o con un altro provvedimento d’urgenza. In modo da bloccare le contromosse dei renziani e dell’opposizione. Ma per Matteo Renzi ancora non va. Lo ha scritto perfettamente Giovanni Bianconi sul Corriere della Sera. Rilevando: “Dopo il passo avanti del ministro grillino della Giustizia Alfonso Bonafede, andato incontro alla proposta di Leu sottoscritta dal Pd, a restare isolati sono i renziani diItalia viva. Mancava il loro «sì» per scogliere definitivamente il «nodo prescrizione», ma al nuovo vertice convocato ieri sera dal premier Giuseppe Conte hanno ridetto «no»: per Iv c’ è solo la strada del rinvio della riforma Bonafede (sebbene sia già in vigore) che blocca il decorso della prescrizione dopo la sentenza di primo grado.

Con la minaccia di votare, insieme alle opposizioni, la proposta di legge del forzista Enrico Costa che abolisce quella riforma; e se non passa alla Camera la ripresenteranno al Senato, dove senza Italia viva la maggioranza diventa minoranza. L’accordo raggiunto, ha spiegato Renzi a «Circo Massimo», «è sicuramente un passo in avanti», ma «mantiene un principio che io non condivido che è giustizialista. Non capisco perché il Pdtradisca le leggi del nostro governo».

Nicola Zingaretti © Imagoeconomica / Carlo Lannutti

Naturalmente ci sono ancora in corso delle trattative politiche e ci saranno ancora. Ma quello che appare evidente in questo Governo è l’assoluta mancanza di faccia a faccia tra i leader. Perché non si vedono una buona volta, da soli, il premier Giuseppe Conte, il segretario nazionale del Pd Nicola Zingaretti, il fondatore di Italia Viva Matteo Renzi, il capo politico dei Cinque Stelle Vito Crimi e il referente più autorevole di Leu Pierluigi Bersani? Perché non provano a chiarirsi sul piano politico una buona volta, indipendentemente dal fatto specifico della prescrizione?

Probabilmente perché in un vertice ristretto di questa portata potrebbe perfino emergere l’impossibilità di andare avanti insieme. Alla fine però uno scenario del genere sarebbe preferibile allo stillicidio al quale si assiste da settembre.

Quanto a Matteo Renzi, se davvero vuole far cadere il Governo, allora lo faccia.