Caos presidente d’Aula: a Fondi e Terracina stessi veleni

Rissa politica a Terracina e Fondi. A scatenarla sono le conseguenze delle elezioni dei presidenti d'Aula. A Fondi corsa a chi va via prima tra Mastrobattista e Fdi. A Terracina la Lega caccia la vice presidente... a bruciapelo

Caro presidente… arrivederci. I Fratelli d’Italia danno il benservito al neopresidente del Consiglio Comunale di Fondi. Che nello stesso momento aveva stava consegnando al Partito i suoi Cordiali Saluti. Si sono lasciati dopo una breve e poco intensa notte di passione politica FdI e l’avvocato Giulio Mastrobattista, candidato sindaco a Fondi per abbattere i bastioni di Forza Italia del potentissimo Claudio Fazzone. E finito con il diventare un suo alleato: battuto al primo turno, si è alleato con Beniamino Maschietto (il candidato di Fazzone) al ballottaggio contribuendo alla sua vittoria. Ora ne è il Presidente del Consiglio Comunale. (leggi qui Giulio ritira il ‘premio’ ma perde la tessera: FdI lo isola).

Tanti saluti

Il sindaco Beniamino Maschietto con Giulio Mastrobattista

Chi abbia salutato prima l’altro sarà uno dei misteri che accompagneranno l’umanità per i prossimi anni, come se San Tommaso sia nato a Roccasecca o Aquino, se abbia visto la luce prima l’uovo o la gallina.

I dati certi. Nell’ufficializzazione dei Gruppi consiliari, l’altro giorno hanno cambiato casacca in corsa il consigliere comunale di maggioranza di Litorale Fondano Franco Carnevale e… il mancato sindaco di FdI Giulio Mastrobattista.  Hanno aderito entrambi al Gruppo Misto.

Nello stesso momento, i vertici provinciali di Fratelli d’Italia stavano confezionando la bolla di scomunica politica per l’uomo al quale avevano affidato il proprio vessillo a Fondi. La sospensione ad horas gliel’aveva comunicata già nell’imminenza del Consiglio la coordinatrice comunale Sonia Federici; la scomunica gliel’ha confezionata il coordinatore provinciale di Latina Nicola Calandrini.

A rigore di cronometro: Mastrobattista, aderendo al misto, si era dimesso da Fdi. Troppo tardi per cacciarlo.

Per noi il presidente è fuori

Nicola Calandrini

Il senatore Nicola Calandrini ha confermato ora l’avvio della procedura di espulsione. Senza ‘se’ e senza ‘ma’. Ed a prescindere dal fatto che Mastrobattista se ne fosse già andato.

Per Calandrini “la storia di Mastrobattista in Fratelli d’Italia è giunta al termine quando ha deciso di accettare la presidenza del Consiglio comunale di Fondi. Lo ha fatto in disaccordo rispetto alle posizioni indicate dalla base e dalla dirigenza di Partito. Fratelli d’Italia aveva stabilito il collocamento in opposizione nel Consiglio comunale, nel pieno rispetto del risultato delle urne e in coerenza con il percorso fatto in campagna elettorale”. 

Ma se n’è andato o è stato mandato via? Resterà un mistero: per Calandrini, quando il penalista ha saputo di essere  stato messo alla porta  “ha preferito dimettersi di sua volontà, riconoscendo di non essere più in linea con Fratelli d’Italia”. 

Le dimissioni eviteranno di fatto la sospensione e l’eventuale successiva espulsione. Non la pessima figura. Che fa Fratelli d’Italia per avere scelto un uomo rivelatosi del tutto estraneo alla disciplina di Partito; che fa anche Mastrobattista per essere sceso in campo contro Fazzone ed averne poi accettato l’incarico.

Il II mistero della fede (politica)

Paolo Trancassini. Foto © Livio Anticoli / Imagoeconomica

Allora Mastrobattista è un incoerente? Un voltagabbana? Per niente. La sua spiegazione politica è ineccepibile. Ha appoggiato Beniamino Maschietto alla luce del sole e con una motivazione limpida: finito lo scontro frontale, al secondo turno se n’è aperto uno politico e siccome FdI è alleata con Forza Italia, l’appoggio a Maschietto era doveroso. Piaccia o no, sta in piedi tanto quanto le accuse che il partito gli muove.

Per Nicola Calandrini in Fratelli d’Italia “la coerenza non è barattabile con una poltrona. Non tolleriamo personalismi. Chiunque pensi di utilizzare il partito per scalate proprie, o per ottenere incarichi e ruoli di prestigio, ha sbagliato posto”.

A ricevere materialmente le dimissioni di Mastrobattista è stato il deputato Paolo Trancassini (coordinatore regionale di FdI) che ha definito “molto grave l’atteggiamento” del candidato a sindaco scelto dagli stessi vertici provinciali e regionali di Fdi. “Non possiamo in alcun modo tollerare l’uso strumentale del Partito per fare percorsi personali in nome di una fantomatica unità del centrodestra a Fondi che non si realizza certo con uno scambio di poltrone. Fratelli d’Italia non si presta a questi giochi e non consentiremo che siano fatti con il simbolo di Giorgia Meloni” ha aggiunto Trancassini.

A Terracina stesso mare

Alessandra Feudi, presidente del Consiglio Comunale di Terracina ‘suo malgrado’

Se Fondi piange, Terracina certamente non ride. Stesso mare, diversi i bagnanti. È la Lega del coordinatore regionale Francesco Zicchieri a finire nel caos.

A Terracina è stata politicamente geniale la manovra dei Fratelli d’Italia. hanno rispettato la prassi che vuole alle opposizioni il ruolo di vice Presidente d’Aula. Da veri signori l’hanno assegnato agli avversari più numerosi: la Lega. Usando quela fascia come un micidiale cavallo di Troia. Che infatti ha spaccato il Carroccio.

La maggioranza guidata dal sindaco Roberta Tintari ha eletto vice Presidente del Consiglio Comunale una leghista da quella che avrebbe preferito il gruppo. (Leggi qui La trappola del vice accende lo scontro Lega – FdI).

E ora? Ieri sera la Lega ha messo alla porta la neo presidente Alessandra Feudi. Rea di non avere rifiutato in fretta l’incarico al quale era stata appena eletta.

Il coordinamento comunale del Carroccio aveva definito “certe” le dimissioni dell’appena eletta Feudi ma l’interessata ha risposto: “Va bene, ma parliamone”. Il coordinatore comunale Fulvio Carocci e l’ex candidato a sindaco, ora capogruppo consiliare della Lega, Valentino Giuliani avevano deciso di sedersi lungo la  riva del fiume e di attendere.  Ma dopo 72 ore d’attesa (vana) sono passate alle vie di fatto e hanno espulso  “l’inconsapevole” vice presidente del consiglio comunale di Terracina. 

Non avendo ricevuto notizie certe sulla effettiva volontà di dimettersi dal ruolo nonostante le varie interlocuzioni telefoniche avute con la consigliera,  l’ultima lunedì alle 14 dove preannunciava ancora una volta le sue dimissioni, siamo con nostro rammarico costretti  – hanno detto Carocci e Giuliani – ad assumere delle scelte per tutelare il Partito nella sua integrità. Non potendo consentire un tale comportamento di mancanza di rispetto verso le persone che ne fanno parte. Lasciamo libera la Consigliera Feudi di approdare al gruppo misto o in altro gruppo dell’assise consiliare“.

Il presidente: Non è vero

Il post della neo presidente d’Aula

Ma la neo presidente non ci sta. Non accetta nemmeno per un secondo l’idea di passare per quella che approfitta della situazione. E scrive una versione dei fatto che fino alla fine coincide. Salvo per una sostanziale differenza.

Racconta Alessandra feudi: “Subito dopo i primi minuti dell’elezione mi è stato “chiesto” di dimettermi. Appena è finito il mio primo Consiglio comunale ho subito dato a tutti i vertici del Partito la disponibilità. Chiedendo però la convocazione della riunione del Gruppo consiliare per chiarire alcuni aspetti. Mi rispondono: “prima ti dimetti e poi ci chiariamo”. Nel frattempo tra vari confronti telefonici si arriva a lunedì. Risento i vertici delPpartito e dico: le dimissioni sono scritte, la pec è pronta per essere inviata presso gli uffici comunali ma gradirei come richiesto in precedenza un confronto”.

Invece del confronto sono atrivati o cordiali saluti. Melius abundare quam deficere…al contrario.

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