Prima tutti Renziani, adesso Zingarettiani: la corsa ad aiutare il vincitore

La corsa per arrivare primi in aiuto del vincitore: allo scorso congresso tutti i big del Pd erano renziani. Ora la candidatura di Zingaretti ha ribaltato il fronte. A patto che lui diventi Segretario

Prima occhettiani. Come non esserlo dopo la storica svolta della Bolognina? Chi non era d’accordo, come Maurizio Federico e Oreste Della Posta, se ne andò con Fausto Bertinotti e Armando Cossutta, destinati a dividersi anche loro. Ma per tutti quelli che nel Pci erano nati e cresciuti non c’era un’altra strada possibile se non quella del Pds, il Partito Democratico della Sinistra, sconfitto però da Silvio Berlusconi in quel fatale 1994. Achille Occhetto fu costretto a lasciare il passo.

 

Poi diventarono tutti dalemiani, quindi veltronianni. Ma siccome nel frattempo era emerso l’Ulivo, come non essere in fondo anche un po’ prodiani. Nel frattempo gli anni passavano: il Pds levava la P e si trasformava nei Ds. Poi arrivò il Pd, conquistato successivamente dalle truppe ex democristiane che, per ironia di un destino cinico e baro, alla fine vennero guidate da Francesco Rutelli, ex dei Verdi, nato politicamente con i Radicali di Marco Pannella. Ma l’Italia è bella per questo, perfino in politica. Dove le storie personali contano fino ad un certo punto.

 

Fatto sta, per farla breve, che in provincia di Frosinone fino ad un anno fa erano (quasi) tutti renziani. Il dalemiano di ferro Francesco De Angelis, il democristiano inossidabile Francesco Scalia. I loro “delfini”, Mauro Buschini da una parte e Antonio Pompeo dall’altra. Ma anche Sara Battisti, Maria Spilabotte, Nazzareno Pilozzi, Simone Costanzo, Domenico Alfieri e via di questo passo.

Certo, ognuno sotto le bandiere delle proprie aree politiche: gli orfiniani, i lottiani, i franceschiniani, i boschiani. Ma comunque tutti renziani.

 

Oggi chi è rimasto renziano? Chi ha il coraggio nel Pd provinciale di alzare la manina e dire che sta ancora con l’ex rottamatore nel frattempo rottamato? A parte Valentina Calcagni naturalmente.

 

Un anno fa i non renziani si contavano sulle dita di una mano. Lucio Fiordalisio, Norberto Venturi e Alessandra Maggiani stavano con la mozione di Andrea Orlando. Con loro anche Ermisio Mazzocchi, custode dell’ortodossia di quando il Partito era una cosa seria. Per Mazzocchi, ai tempi del Pci perfino Danilo Collepardi e Luciano Gatti apparivano troppo moderati. Compagni che sbagliavano.

 

Un anno fa un eroico Salvatore Fontana stava con Emiliano. Che coraggio! Ma tutti gli altri erano renziani, portatori del verbo del Giglio Magico.

 

E oggi? Sono tutti zingarettiani. A patto che Nicola Zingaretti diventi segretario però.

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