Primarie o non: i Dem preparano la delegazione

La Direzione Regionale Pd convocata per domani. Definirà una delegazione per incontrare gli alleati. E decidere con loro la strategia per arrivare al nome del candidato per il dopo Zingaretti. Senza pre condizioni. Il M5S diviso sulle primarie: Conte non le esclude, Lombardi perplessa

Il Segretario Regionale del Partito Democratico Bruno Astorre non ha perso tempo. La Direzione Pd del Lazio è convocata per domani. Con un tema al centro della discussione: la strategia per scegliere il candidato governatore da schierare alla Regionali 2023.

Ci sono troppi segnali lanciati nel centrosinistra durante gli ultimi giorni. Il rischio è quello di ingarbugliare dall’inizio una matassa che invece può essere sistemata senza troppi problemi.017

I segnali discordanti

Roberta Lombardi e Nicola Zingaretti (Foto Francesco Benvenuti © Imagoeconomica)

Il Movimento 5 Stelle ad esempio. La settimana scorsa l’assessore regionale alla Transizione Ecologica Roberta Lombardi è stata lineare e coerente con la storia del suo Partito; soprattutto quella recente che da un anno vede M5S e Pd di Zingaretti nella stessa giunta. La posizione Lombardi è chiara: l’alleanza ha funzionato, può proseguire, le Primarie non fanno parte della nostra storia, primariatevi e poi ci sediamo al tavolo della coalizione per discutere di contenuti e programmi.

A cambiare il quadro è stato Giuseppe Conte che ha ribadito in una dichiarazione la linea Lombardi, spostando però in avanti la linea del confine. In pratica ha considerato le Primarie con il Pd una possibilità, sul modello di quanto sta avvenendo in Sicilia. In queste ore Repubblica sostiene che dal territorio laziale quella proposta sia stata accolta con una certa tiepidezza: Roberta Lombardi avrebbe commentato “Mah, continuo a non esserne convinta….” (Leggi qui Via libera in Sicilia, ora tocca al Lazio decidere sulle Primarie Pd – M5S; leggi anche Primarie Pd – M5S nel Lazio: Conte dice “Subito un tavolo”).

Ma c’è anche la posizione di Azione. Carlo Calenda nei giorni scorsi aveva lanciato la candidatura dell’assessore regionale alla Sanità Alessio D’Amato dicendosi pronto a sostenerlo; poi c’è stata una sistemazione della rotta, non escludendo la possibilità di esprimere un candidato di Azione nelle eventuali Primarie.

Anche i renziani di Italia Viva sono in attesa di una linea chiara. All’esterno del Pd in molti vorrebbero saltare la fase delle Primarie per sedersi direttamente al tavolo del centrosinistra ed individuare lì una sintesi. Dopo che il Pd avrà raggiunto al proprio interno la sua sintesi.

La soluzione Astorre

Bruno Astorre – (Foto: Imagoeconomica)

Bruno Astorre conosce gli intrighi ed i rischi di questa fase. È per questo che ha convocato la Direzione regionale. La soluzione è quella antica ma che funziona sempre: mettere in campo una delegazione con il compito di incontrare tutte le sensibilità del Centrosinistra; raccogliere le loro indicazioni; tracciare un punto di equilibrio nel quale possano riconoscersi tutti o la maggior parte possibile.

Proprio per questo, anche se Bruno Astorre è intimamente convinto che le Primarie siano la soluzione più efficace, la delegazione non partirà con alcuna precondizione. Nulla di precostruito e da imporre agli alleati. Il compito della task force in questi casi è solo quello di incontrare la coalizione per definire le modalità con cui selezionare il candidato presidente.

La prassi vuole che a scendere in campo siano il Segretario politico (Bruno Astorre) i due vice (Sara Battisti ed Enzo Foschi), il capogruppo in Consiglio regionale (Marta Leonori). Domani la riunione. Dopo le Comunali è possibile che ci sia già il prinmo tavolo. Quello del centrodestra è stato già fissato: al 14 giugno.