Anagni, tanto rumore per nulla… o per buttare in caciara il Primo Intervento

La chiusura del Punto di Primo Intervento di Anagni. Ora la Asl dice: "Nulla cambia nell'erogazione del servizio". E la struttura chiusa? "Medici in malattia". Fratelli d'Italia: Ecco perché abbiamo detto no alla risoluzione Buschini. La mediazione Simeone

La versione della Asl di Frosinone è: “Tanto rumore per nulla”. Quella di Fratelli d’Italia è: “Tanto rumore del centrosinistra solo per buttarla in caciara“. C’è poi la versione di Forza Italia: “Smettiamo di fare rumore e troviamo una soluzione in Aula“.

Il caso è quello del Punto di Primo Intervento sanitario, chiuso ad Anagni. Ma anche a Sabaudia ed in tutto il resto della Regione. (leggi qui Il gioco del cerino acceso sull’ospedale di Anagni)

 

 

La Asl: Tanto rumore per nulla

La Asl di Frosinone rompe il silenzio. Interviene con l’estintore e ricorda a tutti che ad Anagni nulla cambia, oltre al nome. Il Punto di Primo Intervento diventa Presidio di Assistenza Territoriale: prima c’erano i medici a Partita Iva e adesso ci sono medici di Medicina Generale abituati a fronteggiare problematiche di ogni tipo.

Per essere ancora più chiari, da Frosinone la Asl conferma che per Anagni e per le zone limitrofe «nulla è cambiato  nella erogazione del servizio, nulla è stato tolto tanto è vero che i Medici dipendenti sono rimasti ad operare nel Presidio sanitario di Anagni»

Eppure in questi giorni il Punto di Primo Intervento è chiuso e dentro c’è nessuno. Chi dice la verità? Tutti. In pratica il presidio in questi giorni è chiuso ma solo per la malattia del personale, spiega la Asl di Frosinone.

In caso di emergenza? «Il territorio del Distretto Sanitario di Anagni è coperto dal servizio di 118 con ambulanza ed equipaggi».

 

FdI: Tanto rumore per buttarla in caciara

Lunedì il caso era arrivato in Regione con la proposta, avanzata dal Centrosinistra, di chiedere al Ministro una modifica del decreto che ha disposto la chiusura di tutti i Punti di Primo Intervento.

Non lo avevano voluto firmare Movimento 5 Stelle, Lega e Fratelli d’Italia. (leggi qui Il decreto per riaprire Anagni? Nemmeno a parlarne).

Il M5S aveva detto no ritenendo quel documento «Buono al massimo per farci un comunicato stampa».

Rincara la dose ora Fratelli d’Italia. Ha votato no perché sostiene che la risoluzione Buschini cercava di scaricare le responsabilità sul Ministro.

«Ma pensate che siamo disposti a mettere la firma sui tristi giochi della maggioranza? Ieri in commissione Sanità, consapevoli di ciò, non abbiamo avallato una risoluzione a firma Buschini che cercava di scaricare le responsabilità sul Ministro».

Lo dicono in una nota congiunta gli esponenti di Fdi alla Regione Lazio Chiara Colosimo (membro della commissione Sanità), Fabrizio Ghera (capogruppo) e Giancarlo Righini (consigliere), con Riccardo Ambrosetti (consigliere comunale di Anagni).

Criticano «l’irritualità di una Commissione regionale che scrive al Ministro. Qualcuno ci dica perché chi governa la Regione da oltre 5 anni non ha chiesto la modifica del DM 70/2015 in conferenza Stato-Regioni».

Il ragionamento è: se ti sei accorto che il Decreto 70 del Ministro ti obbligherà a chiudere il Punti di Primo Intervento perché non ti sei attivato prima e chiedi solo ora la modifica?

 

La soluzione Simeone

Dalle file di Forza Italia il capogruppo della Commissione Sanità in Regione, Pino Simeone, prova a mediare una soluzione. Porterà in Aula la questione e sarà direttamente il Consiglio a votare una risoluzione che impegni le Asl a non depotenziare la Sanità sui territori.

«Abbiamo assunto l’impegno di presentare una mozione in consiglio regionale con cui l’obiettivo primario è quello di non abbassare la qualità e la quantità dei servizi erogati ma di mettere in atto tutte le iniziative necessarie a potenziarli rispondendo prima di tutto alle effettive esigenze dei territori».

Per Simeone, chiudere i Punti di primo intervento, come previsto dal decreto a firma del presidente Zingaretti «sarebbe come celebrare il funerale di servizi e prestazioni indispensabili a garantire il rispetto del diritto alla cura per i nostri cittadini. Non possiamo non tenere conto del fatto che oggi i PPI rappresentano dei presidi fondamentali, nell’erogazione di servizi di emergenza urgenza».

Ma se è come dice la Asl di Frosinone… è solo tanto rumore in più per meno di nulla.

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