Professione ribelle. Ecco il neo giacobinismo di Davide Barillari.

L'ex grillino espulso dal movimento fonda R2020 e chiama a raccolta le fronde del M5S nel nome di una nuova era di autodeterminazione. Ma Paragone non risponde. E Di Battista lo ignora.

Neanche il tempo di leccarsi le ferite dopo l’espulsione dai Cinque Stelle che Davide Barillari si è fatto il suo movimento assieme agli altri transfughi grillini. Le premesse sono solenni, il movimento R2020 viene definito un “contenitore democratico aperto e inclusivo”. Nel quale riunire i grillini più ortodossi, l’ala spesso più grillista dello stesso Beppe Grillo. E per questo ritrovatasi fuori dal M5S. Mettono sù una sorta di area nuova “che riunisce tutti coloro che lottano per riaffermare i propri diritti di libertà e autodeterminazione”. Barillari, che è consigliere della Regione Lazio, è intervenuto ai microfoni della trasmissione L’Italia s’è desta. La striscia è condotta dal direttore Gianluca Fabi, da Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus.

R2020, una rete, non un partito

Davide Barillari Foto © Imagoeconomica, Stefano Carofei

Barillari ha esordito spiegando il significato della lettera R. «La lettera R ha tanti significati. Parte dal concetto di resistenza e ribellione. Tuttavia poi abbraccia anche il concetto di ripartenza».

La provocazione è fin troppo facile: nati come realtà anti Partito, antri struttura, si ritrovano a farsi un Partito nel momento in cui sono stati messi fuori dal loro.

Davide Barillari schiva il colpo e assicura: «Questo non è un nuovo Partito, l’idea è costruire una rete di reti. Lo scopo è unire tutte le forze, le intelligenze per costruire una rete in cui tutti quelli che hanno un dubbio e delle idee possono dare il loro contributo». Poi precisa. «Non è una risposta al crollo dei consensi del M5S. È questo momento di emergenza che ci ha fatto capire come molti nostri diritti siano stati messi in un angolino».

No leader, per carità

Gianluigi Paragone © Imagoeconomica / Rocco Pettini

Ci sono alcune idee che non vanno a braccetto con quelle del MoVimento 5 Stelle. Ad esempio la decrescita. Anzi. Barillari dice che bisogna «ripartire da questa emergenza dei diritti con un progetto che ci faccia crescere e non decrescere: può essere un modo per guardare al futuro. Il 30 giugno nascerà questa rete. Abbiamo lanciato questa idea 3 giorni fa e abbiamo già avuto migliaia di adesioni».

L’ex esponente del M5S poi rincara la dose. «Tantissime associazioni e movimenti politici già esistenti una rete in cui non c’è un leader, di leader ne abbiamo avuti fin troppi. Gianluigi Paragone? Con lui abbiamo parlato, così come tantissimi altri. Mettiamo insieme tutti coloro che hanno proposte ed idee e ci stiamo aggregando. C’è Cunial in Parlamento, ci sono io in Regione e altri esponenti nei Comuni, quindi le idee che nasceranno potremo portarle direttamente nelle istituzioni».

Gianluigi e Dibba: battete un colpo

Alessandro Di Battista © Foto Di Meo

Spesso intrappolato all’interno di una definizione, Davide Barillari ora sta attento a non farsi apporre etichette.

«E’ facile cadere nelle etichette: no vax, terrapiattisti, ecc… Lo hanno detto anche i giudici della Consulta che in questo periodo alcuni diritti sono stati compressi. Tutto questo con la scusa dell’epidemia. Molti Stati ne hanno approfittato, non solo per guadagnare, come nel caso delle mascherine, ma anche per calpestare i diritti e poi ridarli con il contagocce. La nostra rete nasce anche per reagire a questo».

C’è poi il tema di Alessandro Di Battista, oggetto evanescente tenuto ai margini non si sa se per fare la riserva di lusso. «Alessandro Di Battista? Abbiamo tentato di riportare il M5S ai diritti originari, in questa lotta Di Battista l’ho chiamato ma non si è fatto sentire. Secondo me è rimasto legato a questa esperienza di governo e non credo che possa riuscire a salvare il Movimento. Noi siamo aperti a tutto e speriamo che possa partecipare al nostro progetto di R2020».