Prove carbonare di centrodestra unito

Le riunioni carbonare con cui verificare se è possibile ricostruire l'alleanza nel centrodestra. Che a Sora è frammentato in mille rivoli. Ma il sindaco non è preoccupato perché...

Maurizio Patrizi

Rem tene, verba sequentur

Prove tecniche di riunificazione del centrodestra? A Sora si sta cercando di riproporre lo schema unitario schierato alle politiche del 4 marzo 2018. Quello che a livello nazionale fece sfiorare la vittoria. E che, alla luce del risultato delle Europee, ha i numeri per determinare il risultato alle prossime amministrative, in calendario a maggio del 2021.

A testimoniare le prove tecniche di riunificazione ci sono gli incontri “carbonari” fra esponenti di Fratelli d’Italia, Forza Italia e Lega. Si tratterebbe di un’alleanza politica più che naturale, se non fosse che Fratelli d’Italia e Forza Italia sono in maggioranza: o meglio quella parte di Forza Italia che propende per questo accordo (leggasi Lino Caschera), mentre la Lega (leggasi Luca Di Stefano) è all’opposizione. 

Proprio questo piccolo dettaglio fa parlare di riunioni carbonare. E il perché è ovvio. Una cordata del genere avrebbe come conseguenza evidente l’esclusione di una  candidatura bis per il sindaco ora in carica Roberto De Donatis, almeno nell’attuale assetto politico-amministrativo che rispecchia lo schema delle “civiche” adottato nel 2016. Uno schema che tutti in maggioranza difendono: Massimiliano Bruni ha parlato di ottimi risultati amministrativi e Roberto De Donatis lo ha proposto come metodo da confermare perché – sostiene –  ferma restando l’importanza dei Partiti, chi ci mette la faccia di persona, se ha amministrato bene alla fine viene premiato. (leggi qui De Donatis allarga i confini della Ambiente. Il bis? «Di nuovo senza i Partiti»). Uno schema che tuttavia azzopperebbe la candidatura bis di De Donatis.

Ma, sarebbero proprio la diversa dislocazione in aula consiliare e i ruoli che si ricoprono il motivo per cui si sta procedendo con cautela. E nell’ombra. Uscire allo scoperto adesso, a quasi due anni dalle elezioni comunali, potrebbe creare problemi. Problemi che, almeno a parole, nessuno vorrebbe creare.

E c’è poi un secondo fattore. Un’eventuale intesa raggiunta ora, avverrebbe senza l’avallo dei dirigenti provinciali del Partito: scelta che nella Lega di oggi nemmeno lontanamente è ipotizzabile. Meglio allora procedere in maniera carbonara per piazzare poi l’accordo al momento opportuno

Massimiliano Bruni, dopo l’elezione dell’Amministratore unico di Sora Ambiente è convinto che si andrà avanti fino alla fine della consiliatura, senza necessità di rimpasti. Ha parlato di ottimi risultati amministrativi che si sono concretizzati in tanti milioni di euro in finanziamenti. Adesso, secondo il Consigliere, è l’ora di raccogliere i frutti realizzando le opere. Senza la necessità di un rimpasto. (leggi qui Fratelli (d’Italia) e coltelli: «I voti a Sora hanno un nome». I veleni di Bruni)

Il dottor Augusto Vinciguerra con il suo passaggio all’opposizione dopo l’auto-candidatura alle Provinciali (che lo ha visto prendere soltanto il proprio voto a Sora e per questo ha abbandonato la maggioranza) ha lasciato Roberto De Donatis con un solo uomo in più in Consiglio comunale e rendendolo di fatto un ostaggio politico. Ed è forse anche per questo che il “suo” assessore Sandro Gemmiti rischierebbe la poltrona. Quel posto potrebbe servire per ridare equilibrio e stabilità alla macchina politica al timone della città. 

I nodi ‘azzurri’

Prima di lui erano passati nei banchi dell’opposizione anche Serena Petricca e Antonio Farina, entrambi  di Forza Italia. Che è un altro nodo da sciogliere anche a Sora: con Giacomo Iula, grande sponsor di De Donatis e uno dei massimi fautori della tattica che nel 2016 ha portato alla vittoria dell’attuale compagine. Ora Iula sarebbe un po’ infastidito dall’operazione ‘carbonara’: perché manderebbe all’aria il suo lavoro di tre anni fa e ne comprometterebbe il seguito.

Altro nodo in Forza Italia: Farina e Petricca che difficilmente si rivedranno in uno schieramento al fianco di Lino Caschera, il cui nome è già emerso come possibile candidato sindaco.

Resta da vedere il numero delle candidature. Se ci sarà o meno frammentazione: più divisioni abbasserebbero il quorum necessario per agganciare un eventuale turno di ballottaggio. E la quantità di nomi che circola oggi come pretendenti alla candidatura è tale da lasciar prevedere una frammentazione.

Le strategie 

Tanti nomi e tutti accompagnati da strategie ben chiare. Ne circolano almeno sei: Umberto Geremia che lo ha dichiarato ma in molti giurano che alla fine farà un passo indietro, come già accaduto per la candidatura ad amministratore della Ambiente Surl; e poi Maria Paola D’Orazio la quale ha detto che le candidature le decide il Pd ma è pronta a scendere in campo se glielo chiederanno; Valter Tersigni che ha creato un asse con il già vicesindaco di Ernesto, Andrea Petricca, e stanno lavorando a rimettere in piedi le due civiche del 2016, oltre a puntare a un accordo con Luca Di Stefano della Lega che a questo punto è tutto da vedere; Filippo Porretta, il commercialista che nel 2016 aveva sostenuto Ernesto Tersigni e ora ha cominciato a fare pratica politica costituendo un’associazione; Salvatore Meglio, già presidente del Consiglio con Ernesto sindaco. Oltre, ovviamente, a Fabrizio Pintori o chi per lui: sempre che nel frattempo i grillini non decidano di applicare la clausola che gli consente di fare coalizioni.  

La scaramanzia

La scaramanzia però è tutta dalla parte del sindaco Roberto De Donatis. Perché “al cavallo insultato luccica sempre il pelo” e lui, in Municipio continua ad amministrare senza  che si registri uno scossone. E poi per un dato numerico: a Cassino, le scorse Europee sono state un plebiscito per la Lega ed il centrodestra: ma le elezioni Comunali alla fine le ha vinte a mani basse Enzo Salera del Centrosinistra.

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