Prove di dialogo tra Pd e M5S Ma i tempi non sono maturi

Incontro interlocutorio fra il Pd e il Movimento 5 Stelle a Sora in vista delle Comunali. Gli schemi nazionali condizionano anche la politica locale. Dialogo anche con gli schieramenti dell'ex sindaco Ernesto Tersigni e con Luca Di Stefano. Ma se ci siede ad un tavolo alla pari.

Maurizio Patrizi

Rem tene, verba sequentur

Roberta Lombardi è stata chiara: prima di consumare il matrimonio tra M5S e Pd in Regione Lazio bisogna attendere che venga sciolto il nodo sull’uso della piattaforma Rousseau. L’associazione che gestisce il sito ed i vertici nazionali del Partito non sono più in sintonia: c’è un braccio di ferro in corso, con tanto di notaio sceso in campo.

Lo Statuto prevede che una decisione importante come il matrimonio politico in Regione Lazio debba passare per il voto sulla piattaforma. E fino a quel momento se ne fa nulla. A meno di non voler ricorrere alla soluzione Puglia: lì un paio di mesi fa il M5S è entrato nella giunta Dem di Michele Emiliano senza clic e senza piattaforma. Quando avranno sciolto il nodo voteranno ed in caso di parere contrario l’assessore giura che si dimetterà. (Leggi qui M5S pronto alle nozze. Il quesito c’è, manca Rousseau)

Anche Sora aspetta

Maria Paola D’Orazio

Anche Sora aspetta. Vuole sapere come andrà a finire. Se il nuovo Segretario nazionale che prenderà il posto di Nicola Zingaretti vorrà mantenere la linea del dialogo con l’universo grillino oppure no. Perché anche a Sora un’ipotesi di dialogo tra Dem e grillini in vista delle prossime elezioni Comunali potrebbe essere intavolata.

Il rinvio delle elezioni in autunno concede molto più tempo al commissario Stefania Martini ed al sub commissario Adamo Pantano per raggiungere una sintesi. Innanzitutto all’interno del Partito Democratico. Dove sono alle prese con almeno due gruppi interni. E tre ipotesi di candidatura.

Le ipotesi interne per adesso restano due: Maria Paola D’Orazio per l’area di Base Riformista e Stefano Lucarelli per la componente Pensare Democratico. Si tratta delle correnti in cui si identificano Agostino Di Pucchio (Base Riformista) e il segretario dimissionario Enzo Petricca (Pensare democratico).

E sia Di Pucchio che Petricca dicono che non si può fare a meno di parlare con l’ex sindaco Ernesto Tersigni. Il primo in maniera molto più convinta, tanto da essere favorevole alla sua ricandidatura; il secondo in maniera più soft.

La direzione del dialogo con Ernesto Tersigni è la stessa in cui si sta muovendo anche il presidente della provincia Antonio Pompeo. E il rischio di spaccatura è serio. L’ostilità fra la capogruppo consiliare del Pd D’Orazio e l’ex sindaco è nota e pure atavica. (leggi qui E Maria Paola frustò Ernesto: «Maschilista, sessista, di cattivo gusto e…»)

Prove di dialogo   

Stefano Lucarelli

L’obiettivo è quello di mettere insieme una colazione di centrosinistra che sia il più ampia possibile. Commissario e sub commissario di recente hanno incontrato Rifondazione comunista ed il Movimento 5 Stelle.

È soprattutto sui grillini che sono accesi i riflettori del Pd. Rappresentano il valore aggiunto, quello che potrebbe fare la differenza, nonostante il forte calo a livello nazionale. La volta scorsa sono stati la terza forza elettorale in città, eleggendo in Aula Fabrizio Pintori.

Il primo incontro è servito a studiarsi a vicenda, per comprendere se ci sia compatibilità chimica: le posizioni sono ancora distanti ma il tempo c’è, come fa notare una fonte interna al Pd: “Si è parlato di programmi e si è rinviato ad altro incontro. Il tempo per trovare un punto di incontro c’è, ma senza condizioni capestro”.    

Il tavolo alla pari

Fabrizio Pintori, Ernesto Tersigni, Luca Di Stefano e Roberto De Donatis

Altro tema all’ordine del giorno sono i raggruppamenti civici. Cioè quelli che al momento sono a sostegno di Ernesto Tersigni e del consigliere di opposizione Luca Di Stefano. Il Pd è disposto ad un confronto ma partendo dal presupposto della pari dignità. Tradotto dalla liturgia del linguaggio politico Tersigni e Di Stefano se vogliono dialogare con il Pd debbono momentaneamente ritirare la propria candidatura a sindaco e rimetterla sul tavolo. Non significa che devono rinunciare, non significa che devono accodarsi al Pd. Significa invece che il Pd è pronto a discutere, eventualmente coalizzarsi, ma il nome del candidato sindaco deve scaturire dal confronto e non essere imposto a priori.

Si deve evitare quanto accaduto con Eugenia Tersigni – riferisce la stessa fonte Pd – che sarebbe stata certamente un’ottima candidatura. Ma il modo in cui è stata imposta non ha prodotto nulla“.

Resta da capire se Stefano Lucarelli e Maria Paola D’Orazio saranno disposti a fare un passo indietro