Provincia, caccia grossa all’ultimo voto ponderato

Lo scenario. Pompeo punta a “recuperare” Caperna e Sardellitti. Torna l’ipotesi delle due liste del Pd. La riflessione del centrodestra

Corrado Trento

Ciociaria Editoriale Oggi

Il consiglio provinciale si riunisce oggi alle 12.30. Cinque i punti all’ordine del giorno: due ratifiche di variazioni di bilancio, quindi l’analisi del documento contabile e poi del Dup, il Documento unico di programmazione. L’ultimo punto all’ordine del giorno è l’istituzione della “stazione unica appaltante dei concorsi Ciociaria”. Sarà il vicepresidente Luigi Vacana, che ha la delega al Bilancio, ad illustrare la relazione.

Ma intanto, sullo sfondo, ci sono le elezioni per il rinnovo dei 12 consiglieri dell’ente. Si svolgeranno con ogni probabilità a dicembre, considerando che la normativa stabilisce che devono tenersi entro sessanta giorni dalle comunali. Per le quali la data probabile è 3 e 4 ottobre. 

Le strategie di Pompeo 

Antonio Pompeo

Il presidente della Provincia sta valutando seriamente l’idea di presentare una sua lista, magari legata all’associazione Volume, che ha costituito qualche mese fa. Un’associazione che guarda a trecentosessanta gradi, anche fuori dai confini del Partito Democratico. (Leggi qui Piacere, Antonio Pompeo: e ora alzo il Volume).

E secondo alcune indiscrezioni che circolano al consiglio provinciale in una lista di questo tipo potrebbero essere candidati, oltre a Massimiliano Mignanelli (ex vicepresidente della Provincia), anche Germano Caperna e Alessandra Sardellitti.

Caperna e Sardellitti sono già consiglieri provinciali. La volta scorsa vennero eletti nella lista del Pd, in quota all’area che fa riferimento allo stesso Pompeo. Germano Caperna ha poi lasciato i Democrat per aderire a Italia Viva di Matteo Renzi, mentre Alessandra Sardellitti è recentemente uscita dal Partito Democratico. Dichiarandosi indipendente. La sua mossa non è in alcun modo legata alle possibili strategie di Pompeo. Su questo non ci sono dubbi, ma ciò non toglie che il presidente della Provincia le possa chiedere la disponibilità ad una candidatura bis alle Provinciali. (Leggi qui Sardellitti: «Addio caserma del Pd, mi hai deluso»).

Le mosse del Pd 

Nei mesi scorsi si era parlato molto dell’opzione di due liste differenti dei Democrat. Una di riferimento dell’area Pensare Democratico di Francesco De Angelis, Mauro Buschini e Sara Battisti, l’altra di Base Riformista di Antonio Pompeo. Poi è seguito un lungo periodo di silenzio, intervallato da qualche timida rassicurazione sul fatto che il Pd avrebbe presentato una sola lista, con il simbolo del Partito. Ma in realtà non c’è alcuna certezza su questo.

Francesco De Angelis, Mauro Buschini, Sara Battisti

Appare del tutto evidente che qualora ci fossero due liste diverse si arriverebbe ad una “conta” tra le due componenti. Il che aumenterebbe la possibilità di confermare il numero di quattro consiglieri eletti (non semplice da raggiungere), ma inevitabilmente scaverebbe un solco. Anche perché il mandato da presidente di Pompeo scade il 31 ottobre 2022 e potrebbe perfino andare in proroga. Potrebbe trovarsi a guidare una maggioranza fortemente “competitiva” al proprio interno.

C’è pure chi legge un’opzione del genere come una prova generale in vista di future candidature dello stesso Pompeo. Magari alla Regione, dove dovrebbe fronteggiare il ticket costituito da Mauro Buschini e Sara Battisti.

Comunque vada a finire una eventuale “conta” tra gli addetti ai lavori (alla Provincia votano sindaci e consiglieri comunali) assumerebbe contorni difficili da gestire.

Sempre nel centrosinistra bisognerà vedere quali saranno le mosse del vicepresidente Luigi Vacana, che rimetterà in campo la sua “civica”. Con l’obiettivo di fare ancora da ago della bilancia. 

Il centrodestra in Provincia

Claudio Fazzone

Nei prossimi giorni è in programma una riunione ai massimi livelli di Forza Italia. Ci sarà sicuramente il senatore e coordinatore regionale Claudio Fazzone. Potrebbe partecipare anche il coordinatore nazionale Antonio Tajani.

In quell’occasione si capirà pure quali saranno le strategie degli “azzurri” alle provinciali. Se cioè presenteranno una propria lista o se invece cercheranno di ripetere l’iniziativa della volta scorsa. La domanda però è una: allearsi con chi? La volta scorsa l’intesa avvenne con Fratelli d’Italia. I rapporti tra i due Partiti sono buoni in Ciociaria. Ma occorrerà tenere presenti pure le strategie nazionali. In particolare i rapporti con la Lega.

Per quanto riguarda Fratelli d’Italia, va considerato che in questo momento il partito di Giorgia Meloni ha tre consiglieri provinciali: Daniele Maura, Stefania Furtivo e Rossana Carnevale. Oltre al fatto che diversi amministratori hanno aderito e stanno aderendo a Fratelli d’Italia. Detto in altri termini, potrebbe esserci la convenienza politica a presentare una propria lista.

Anche la Lega sta effettuando le medesime considerazioni. Va detto che tutti i partiti terranno conto delle simulazioni sui voti ponderati. Il sistema elettorale delle provinciali è basato sul principio che le preferenze degli amministratori dei Comuni più grandi “pesano” maggiormente rispetto ai colleghi delle realtà più piccole. 

Il precedente del 2019 

Il Consiglio del 2019

Il 7 aprile di due anni fa il Partito Democratico ottenne 29.760 voti ponderati. Eleggendo 4 consiglieri: Germano Caperna (5.272), Alessandra Sardellitti (4.174), Massimiliano Quadrini (4.161), Vincenzo Savo (4.094). Provincia Protagonista (Fratelli d’Italia e FI) prese 18.969 voti ponderati. Tre eletti: Daniele Maura (4.100), Stefania Furtivo (3.161), Gioacchino Ferdinandi (3.063).

Per la Lega 13.115 voti ponderati e 2 eletti: Andrea Campioni (3.436) e Igino Guglielmi (3.166). Poi Progetto Futuro con 11.395 voti ponderati: venne eletto Gianluca Quadrini, che con 8.434 voti ponderati risultò al primo posto. Quindi Provincia in Comune (11.328 voti ponderati) di Luigi Vacana, il secondo degli eletti con 7.071 preferenze.

Infine Per la Provincia di Frosinone, con 8.464 voti ponderati. L’eletto fu Gianluigi Ferretti (3.311). In più di due anni sono cambiate tante cose. Ma è chiaro a tutti che anche stavolta l’esito delle provinciali rappresenterà un termometro non indifferente per capire dinamiche, equilibri e rapporti di forza tra i partiti e delle coalizioni.

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