Più permessi per tutti: due gruppi di Forza Italia in Provincia

Alessio Porcu

Ad majorem Dei gloriam

Twu gust is megl’ che one: è l’idea che sta passando nella mente dei quattro consiglieri provinciali appena eletti in Forza Italia. Stanno litigando per chi debba fare il capogruppo a Palazzo Iacobucci. Vogliono farlo sia il presidente del Consiglio uscente Danilo Magliocchetti e sia l’eroico presidente della Comunità montana di Arce Gianluca Quadrini.

Attaccamento alla poltrona? Macché, l’incarico di capogruppo è meno di uno sgabellino. Voglia di denaro? Macché, non viene retribuito l’incarico da consigliere provinciale, figuriamoci quello politico da capogruppo. Prestigio? In questo momento storico, in Forza Italia c’è solo Mario Abbruzzese e prestigio vero non ne avanza per altri.

E allora perché si accapigliano? Perché l’incarico da capogruppo consente di avere una serie di permessi con i quali assentarsi dal lavoro e svolgere l’attività politica.

A furia di tagliare ci si è ridotti a questo.

La soluzione l’ha tirata fuori il presidente d’aula uscente Danilo Magliocchetti: Twu gust is megl’ che one. E cioè? Facciamo due gruppi in Provincia, tu fai il capogruppo di Forza Italia e io faccio il capogruppo della civica che ci ha visto tutti insieme. Due gruppi, due capigruppo, un consigliere per ciascuno, margini di manovra per tutti. Gran genio, che però si è scontrato con il Niet del presidente Quadrini. «Il capogruppo sono me: mi tocca di diritto». Diritto? «Certo, sono arrivato primo, la volta scorsa lo hai fatto tu perché eri primo, ora sei secondo ed il capogruppo lo faccio io».

Intanto, vanno avanti le trattative per comporre la maggioranza, come racconta Corrado Trento su Ciociaria Oggi.

 

CORRADO TRENTO per CIOCIARIA EDITORIALE OGGI

Sta valutando ogni aspetto con calma, per rimarcare che il presidente della Provincia è lui. Antonio Pompeo studia ogni mossa. Insomma, si affretta con calma.

L’estromissione di Forza Italia dalla maggioranza è servita a non dare alibi politici al Psi, che più volte aveva chiesto una prospettiva di centrosinistra. Contemporaneamente però agli “azzurri” Pompeo guarda per incarichi di tipo istituzionale, come le presidenze delle commissioni o il coordinamento dei lavori dell’assemblea.

Perché è evidente che avere una “sponda” con l’opposizione gli darebbe maggiore spazio di manovra non soltanto con gli alleati, ma pure all’interno del Pd. Dove l’area di Francesco De Angelis e Mauro Buschini ha eletto quattro dei sei consiglieri.

Per quanto riguarda invece la vicepresidenza, l’orientamento è quello di assegnarla ancora ad Andrea Amata, di Area Popolare. In questo caso però è evidente che a Luigi Vacana (A Difesa del Territorio) dovrà essere proposta una delega molto importante. In ogni caso Vacana (Sinistra Italiana) resta in corsa anche per la vicepresidenza. Il suo ingresso nella squadra di governo è sicuro e questo porrà dei problemi all’interno della lista. Dal momento che il Psi di Gian Franco Schietroma non pare intenzionato a sostenere Pompeo.

Una doppia partita a scacchi (Pd-Psi e Socialisti-Sinistra Italiana) giocata sull’orlo di una crisi di nervi. Inevitabilmente lo scenario riguarda anche le elezioni comunali di Frosinone, nonostante tutti abbiano sottolineato che i tavoli sono separati.

Intanto il comitato provinciale di Area Popolare, presieduto dal coordinatore regionale Alfredo Pallone, ha effettuato l’analisi del voto delle provinciali. Indicando pure i futuri obiettivi del Partito. Sottolineata l’affermazione del partito, conclusasi con l’elezione di Andrea Amata.

In una nota si legge: «In particolare, è stato sottolineato come i voti di Area Popolare sono il frutto di un radicamento sul territorio, fondato sulla serietà e sulla qualità della proposta politica, estranea a qualsiasi volontà di garantirsi rendite personali, ma parametrata solamente alla crescita e allo sviluppo della comunità di riferimento».

Ancora: «Si è discusso anche di alleanze, rispetto ad un partito che a livello nazionale sostiene il Governo Gentiloni ma che a livello locale vuole mantenere una certa autonomia, mettendo un punto fermo sulla netta distinzione tra la Provincia di Frosinone e il Comune capoluogo, entrambe da definire sulla qualità della proposta progettuale e amministrativa».

Il messaggio politico non ha bisogno di interpretazioni. «A noi non interessano le poltrone – hanno spiegato dal coordinamento. – Ma siamo abituati a valutare i progetti politici e la loro reale bontà rispetto al territorio e ai cittadini. E in base alla loro effettiva sostanza decideremo le alleanze».

Si è poi parlato degli obiettivi futuri del partito, in vista dei prossimi appuntamenti elettorali, non solo quelli delle Amministrazioni locali, ma anche per le regionali e le politiche.

Rileva Area Popolare: «L’obiettivo è quello di strutturare e radicare sempre di più Area Popolare in provincia di Frosinone. Che per una più funzionale organizzazione è stata divisa in quattro zone, rispetto agli ex collegi camerali: area Nord, area Frosinone, area Sora, area Cassino. Un risultato comunque il coordinamento ha voluto rivendicare con orgoglio, in quanto voti solidi, non frutto del trasversalismo e sui quali si può investire per il futuro: la provincia di Frosinone è la roccaforte nel Centro Italia di Area Popolare per percentuali e consensi ottenuti, tanto che nel prossimo periodo verranno a Frosinone il ministro Alfano e l’onorevole Lupi per dare ancora più forza al partito e al suo capillare insediamento in tutti i 91 Comuni della Ciociaria. Ripartiamo proprio da questo dato con l’obiettivo di fare sempre di più».

Insomma, Alfredo Pallone tiene sia il Pd che Forza Italia sulla corda.

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