Provincia, il campo largo per Sacco mette fuori gioco Di Stefano

Accordi trasversali per la presidenza della Provincia vedono insieme Fratelli d’Italia, Forza Italia e l’area Pensare Democratico del Pd lavorare sul nome di Giuseppe Sacco, il sindaco di Roccasecca. Un accordo che nasce dalla spaccatura del centrodestra sul nome di Riccardo Mastrangeli e dalla spaccatura del Pd sul sindaco di Sora Luca Di Stefano che rischia di rimanere fuori dalla partita. Resta invece centrale la figura dell’uscente Antonio Pompeo che dialoga sia con Ottaviani che con Di Stefano

Maurizio Patrizi

Rem tene, verba sequentur

La spaccatura del centrodestra sul nome di Riccardo Mastrangeli e quella del Pd sul nome di Luca Di Stefano sta per partorire un candidato prendente della Provincia ibrido. Il sindaco di Roccasecca Giuseppe Sacco, civico di area centrodestra: è questo il nome su cui stanno lavorando Fratelli d’Italia con il coordinatore provinciale Massimo Ruspandini, Forza Italia con Claudio Fazzone e Francesco De Angelis con Pensare Democratico, l’area maggioritaria del Pd che a lui fa riferimento.

Fonti accreditate di Palazzo Iacobucci parlano di un accordo chiuso al 90 per cento: non definitivo, insomma, ma in dirittura d’arrivo, salvo ripensamenti in corsa durante i circa 40 giorni che separano i grandi elettori dall’urna provinciale. Si vota il 18 dicembre. (leggi qui: Pompeo firma il decreto: il 18 dicembre si elegge il nuovo Presidente).

Sull’altro fronte si parla invece di un canale aperto fra l’aspirante successore Riccardo Mastrangeli, sindaco di Frosinone in quota Lega e l’uscente Antonio Pompeo. Che, però, potrebbe rappresentare anche una ciambella di salvataggio per il sindaco di Sora Luca Di Stefano dopo l’inversione di rotta del presidente del Consorzio industriale del Lazio che lo ha praticamente congelato.

MANOVRE TRASVERSALI

Luca Di Stefano e Riccardo Mastrangeli

Le voci sono insistenti da diversi giorni. Forza Italia, in virtù del principio secondo cui un accordo di centrodestra deve avere la priorità, da tempo ha chiesto un tavolo provinciale. A cui soltanto la Lega si è detta disponibile a sedere. Non Fratelli d’Italia.

L’auto-candidatura alla presidenza della Provincia da parte del sindaco di Frosinone Mastrangeli finora non è stata digerita. In primo luogo, in virtù dell’esito elettorale delle Politiche del 25 settembre che hanno riportato il Partito di Salvini a pari merito con gli azzurri. In secondo luogo, citando alla lettera fonti interne a Forza Italia, “Mastrangeli nel centrodestra non è visto come una figura di garanzia perché quando è stato eletto sindaco di Frosinone ha disatteso gli accordi con Fratelli d’Italia e Forza Italia”.

I Fratelli d’Italia dal canto loro hanno continuato a rivendicare (mai ufficialmente però) la candidatura in capo al sindaco di Ceccano Roberto Caligiore, anche per una questione di equilibri interni al Partito, data la ormai certa corsa alle Regionali del consigliere di Giuliano Di Roma, Daniele Maura. Consapevole di non avere la forza numerica per leggere il presidente della Provincia, il partito di Giorgia Meloni negli ultimi giorni ha aperto una trattativa trasversale con l’uomo forte del Partito Democratico in Ciociaria, il presidente del super consorzio industriale Francesco De Angelis. Accordo che starebbe per concludersi e che vedrebbe anche la partecipazione del coordinatore regionale di Forza Italia, l’onorevole Claudio Fazzone: stanno convergendo sul nome di Peppe Sacco. Con un obiettivo chiaro: isolare la Lega a destra e Pompeo a sinistra.           

CONTRORDINE COMPAGNI

Francesco De Angelis

La “pax” autoimposta nei mesi scorsi dentro il Pd era “romana” o se si preferisce “francescana”. Cioè stabilita da Francesco De Angelis. Il quale non ha mai arretrato di un millimetro rispetto alla sua leadership. E ora che, con il campo largo a rischio, l’esito delle Regionali non è scontato con i Dem che in Ciociaria potrebbero prendere un solo seggio ma anche nessuno (se il M5S fosse il primo Partito ed il centrodestra vincesse le elezioni) la battaglia si fa più aspra e urge una prova muscolare.

Le strategie messe in campo per eleggere il nuovo presidente della Provincia peseranno negli equilibri per le Regionali. Il leader di Pensare Democratico non ha in questo momento come priorità il sindaco di Sora: Perché sul suo nome il Partito è spaccato. E se alla fine del 2021 De Angelis è riuscito a far eleggere sotto il vessillo Dem l’attaché del sindaco di Sora Alessandro Mosticone alla Provincia, stavolta sul nome di Luca Di Stefano i margini sarebbero molto stretti. La politica dei due forni (ma anche più di due) che nell’ottobre del 2021 gli ha permesso di vincere le Comunali non starebbe funzionando a livello provinciale: troppi gli intrecci e gli equilibri da gestire (leggi qui La presidenza della Provincia e la tattica dei due forni che favorisce Di Stefano).

SCIALUPPA “POMPEO”  

Antonio Pompeo firma la data delle Provinciali

Il presidente uscente a Palazzo Iacobucci ha da poco firmato il decreto che stabilisce nel 18 dicembre 2022 la data per le elezioni ed è dato come uno dei candidati del Pd alle Regionali.

Ma dieci anni di presidenza della provincia non si cancellano con una spugna, hanno il loro peso. Antonio Pompeo avrà voce in capitolo sulla scelta del suo successore. Lo dicono le stime. Fra 20 e 25 mila i voti ponderati che ruotano attorno a lui e al suo gruppo provinciale di fedelissimi: la consigliera di Isola del Liri Antonella Di Pucchio e quello di Anagni Alessandro Cardinali che dovrebbero essere sulla sua stessa linea.

Il presidente in carica sta dialogando sia con il sindaco di Sora Luca di Stefano sia conl’ex bi sindaco di Frosinone Nicola Ottaviani per un eventuale sostegno a Riccardo Mastrangeli. Dunque, Di Stefano, che a questo punto non può più contare sul “soccorso rosso” come era invece accaduto per le Comunali di Sora, potrebbe invece spuntarla sul sostegno di Pompeo e rientrare nella partita delle Provinciali. Magari in cambio di un solido sostegno alle Regionali.        

FORZE AMBIGUE

Claudio Fazzone

Se è vero che anche il coordinatore regionale di Forza Italia Claudio Fazzone starebbe nella partita a tre con De Angelis e Ruspandini a sostegno della candidatura Sacco allora Forza Italia Sora starebbe giocando un match diverso con una linea tuttavia chiara: “Se non si crea un tavolo provinciale e il centrodestra continua ad avere come riferimento solo la Lega con Mastrangeli autocandidato – è questa la tesi – abbiamo il diritto di guardarci intorno. E Luca Di Stefano è civico”.

Che i rapporti fra il primo cittadino della città volsca e Forza Italia Sora siano molto stretti, nonostante quest’ultima in Consiglio comunale sieda all’opposizione, è un dato ormai acquisito. E lo testimoniano le numerose cene che si susseguono ormai da qualche mese e che vengono definite casuali e amichevoli. L’ultima si è registrata una decina di giorni fa circa alla “Baita” di Alvito, un ristorante del centro storico nella parte alta del paese, in teoria lontano da occhi indiscreti.

I commensali erano più o meno gli stessi delle altre volte: il sindaco di Sora Luca Di Stefano, il consigliere comunale di opposizione Salvatore Meglio, il commissario Forza Italia Sora Vittorio Di Carlo, il consigliere provinciale del Pd Alessandro Mosticone e l’assessore provinciale civico Luigi Vacana insieme al suo braccio destro, il professor Biagio Cacciola.

Quattro chiacchiere ed un comunicato

L’ennesima cena “conviviale per fare quattro chiacchiere” a base di arrosto, così l’ha definita qualcuno dei presenti. Peccato che qualche giorno dopo è stato fatto circolare un breve comunicato, notato per lo più dagli addetti ai lavori, in cui si sosteneva che la civica di Vacana Provincia in Comune” ha individuato nel sindaco di Sora Luca Di Stefano il candidato alla presidenza della Provincia di Frosinone. Reazioni: nessuna. Un suicidio politico? No. La definizione di un piano B: se salta l’opzione Sacco, se il centrodestra va da solo ed unito, Di Stefano è disposto a giocarsi le carte di una partita difficilissima, con la benedizione di Vacana.

Intanto circolano voci di un probabile assessorato per Vittorio Di Carlo con l’ingresso in maggioranza di Salvatore Meglio in cambio del sostegno provinciale azzurro a Di Stefano. Ipotesi, teorie, che a questo punto, con l’accordo in corso sul nome di Sacco, potrebbero rimanere tali, togliendo Sora dallo scacchiere politico della presidenza di Palazzo Iacobucci.